Uno spettacolo moderno di cucina italiana e internazionale, cosa che da queste parti non si vedeva da un po’: dai più è stato definito in questo modo quello che è ‘andato in scena’ al padiglione 11 della Fiera di Roma dal 19 al 27 febbraio scorso. E’ davvero ciò che può decretarsi come un ‘successone’ la sesta edizione di ‘Culinaria’, che si è chiusa domenica e che ha visto una crescente presenza di pubblico e di addetti ai lavori. Al padiglione, allestito per l’occasione all’interno della grande manifestazione ‘Big Blu’ dedicata agli amanti della nautica, si sono alternati alcuni fra i più grandi nomi dell’alta cucina laziale e italiana. Un’occasione per promuovere l’alta enogastronomia e l’identità laziale, ma non solo. Anima dell’evento oltre venti chef ‘stellati’: a nomi affermati come quelli di Enrico Crippa e Anthony Genovese, si sono affiancati giovani promesse della cucina italiana protagonisti di ‘cooking demonstration’. E poi degustazioni, laboratori gastronomici e convegni, il tutto con il supporto di Regione Lazio e Arsial (Agenzia regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell’Agricoltura del Lazio). “Nata nel 2002, ‘Culinaria’ - spiega il commissario straordinario dell’Arsial, Erder Mazzocchi - è un’esperienza ormai collaudata. L’obiettivo è avvicinare il grande pubblico all’alta cucina verso cui a volte c’è lo stesso distacco dei prodotti di nicchia della nostra regione”. Anche perché, come ha tenuto a sottolineare il commissario “il Lazio conta su 20 etichette di prodotti a denominazione di origine protetta e indicazione geografica tipica, 550 referenze tradizionali agroalimentari e Roma è il più grande comune agricolo d’Europa. Manifestazioni come Culinaria – ha spiegato - sono anche un modo per sostenere l’agricoltura in crisi e a rispondere al bisogno crescente dei cittadini in fatto di sicurezza alimentare”. Tra le personalità che si sono avvicendate nei giorni del Big Blu anche il Governatore della Regione Lazio, Renata Polverini, l’assessore regionale alle attività produttive e alle politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolo, il quale ha sostenuto come "l’agroalimentare sia un asset imprescindibile per lo sviluppo della nostra economia. Consideriamo infatti le identità e le specificità locali – ha spiegato - come il motore principale per una crescita responsabile. La Regione Lazio supporterà le imprese che hanno scommesso e investito in questa prospettiva”. Tra gli organizzatori dell’evento quest’anno anche due chef: Francesco Pesce e Gabriele Terralavoro. Il primo ha sottolineato come lo scopo della kermesse quest’anno sia stato quello di fare pubblicità "ai giovani più talentuosi" ancora poco conosciuti; Terralavoro ha invece sostenuto l’importanza che anche Roma abbia una manifestazione di alta cucina così come avviene per città quali Milano e Torino. Arrivando ai maestri chef, le specialità di Enrico Crippa e Anthony Genovese sono state quelle più apprezzate dagli addetti ai lavori. Quest’ultimo, protagonista della giornata conclusiva, ha guidato i tanti visitatori assiepati in un viaggio di esperienze e sensazioni olfattive dall’antico sapore orientale. “Ci ha regalato l’India del curry e il Madagascar dei chiodi di garofano senza andare troppo lontano” ci dice Laura, giovane e talentuosa ‘apprendista chef’, che come tanti ha colto l’occasione per incontrare i maestri del gusto: proprio come a un concerto o a una mostra d’arte. E se consideriamo pressoché assurdo abbinare alimenti come il pollo, la burrata e la mozzarella di Aversa, l’albumina dei calamari e la morbidezza della Mortadella possiamo solo immaginare quale sia il percorso creativo che porta questo giovane chef italo francese ai successi che qui gli sono stati attribuiti. Come ha ricordato l’assessore regionale alle Politiche agricole Angela Birindelli “in un’epoca di vita frenetica è quanto mai necessario diffondere la cultura del consumo sano e consapevole”. Senza peccare troppo di presunzione possiamo tranquillamente sostenere come ‘Culinaria’ abbia dimostrato e dimostri tuttora - nelle varie date che si succederanno in giro per il Mondo e nei prossimi mesi - che l’impegno dei comportamenti ai fornelli, la combinazione dei sapori e delle diverse culture gastronomiche, l’utilizzo degli elementi migliori, la cura dei dettagli e la garanzia delle materie prime sia, più che un traguardo, un diritto inalienabile dell’uomo del terzo millennio.