Incontro con la band romana vincitrice del LazioSound nella sessione ‘Jazzology’: un gruppo di ‘jazzisti’ che si cimentano con passione e molta accuratezza nei loro concerti dal vivo
Il 1° marzo 2024 è uscito il nuovo singolo dei Conversessions, dal titolo: 'Stay'. Chi ha seguito il LazioSound, un programma per il sostegno alla scena musicale locale promosso dalla Regione Lazio e da LazioCrea, saprà che la band romana ha trionfato nella categoria 'Jazzology'. Proprio nei giorni immediatamente successivi all’uscita di 'Stay', abbiamo voluto incontrare Emanuele Righini, chitarrista e autore, con Francesco Sacchini, del brano.
Emanuele Righini, dopo la vittoria al contest le cose per il vostro gruppo sono cambiate?
“Sicuramente, l’esperienza al LazioSound ci ha dimostrato che la collaborazione con altre parti attive nel settore musicale è di grande stimolo e insegnamento. Venendo da un lungo periodo di autoproduzione, lavorare con altri professionisti del settore ci ha permesso di aprire nuovi canali lavorativi con cui sicuramente collaboreremo in futuro”.
Nel brano ‘Stay’ si sente, a un certo punto, una energia quasi rabbiosa, che proviene da influenze anche metal: è un’impressione corretta?
“Senz’altro, nella parte finale il brano aveva bisogno di esplodere in un pianto aggressivo: un po’ come una fase naturale in un percorso di guarigione da un dolore o nell’ accettare se stessi e i propri limiti. Quindi, ci è venuto naturale arrangiarlo in quel modo. Del genere in sé, siamo tutti ‘fans’ all’interno del gruppo, anche perché come il jazz è in continua evoluzione”.
Quali sono le tematiche e i messaggi che i Conversessions ci tengono a diffondere?
“Non abbiamo un unico messaggio in particolare che ci preme comunicare: lasciamo che le esperienze che ognuno vive fluiscano e si traducano in musica, in maniera naturale. Ci preme, invece, che gli ascoltatori percepiscano l’amore e la accuratezza che riversiamo nel nostro fare musica insieme”.
Resta fondamentale, per una giovane band romana, avere la possibilità di esibirsi dal vivo e ‘rompere il confine’ col pubblico: è così?
“Infatti, Roma è grande e la scena musicale è veramente incredibile, stimolante e piena di talenti. Il ‘live’ è e resta il modo migliore per crescere, confrontarsi e condividere. Di fatto, suonare insieme è la parte che in assoluto preferiamo della nostra attività, a maggior ragione quando riusciamo a portarlo a un pubblico inedito: ci fa sentire grati e stimolati a ripetere l’esperienza”.
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