Cari amici, finalmente ci siamo. Ecco il magazine, il mensile in formato digitale sfogliabile. L'idea della rivista è un progetto che abbiamo tenuto sulla scrivania sin dalla nascita del sito. Abbiamo lavorato molto in questi due anni per consolidare un gruppo di lavoro ben affiatato. Di settimana in settimana, attraverso le riunioni di redazione, l'esigenza di poter disporre di uno spazio maggiore per approfondire le tematiche affrontate è diventata sempre più urgente. Sicuramente, la rivista impaginata si pone agli occhi del lettore con un appeal più interessante, consentendo a noi redattori di strutturare meglio le informazioni. Perché noi, lo ricordiamo sempre a chi ci legge, non siamo blogger bensì giornalisti. Ogni numero della rivista avrà un suo 'filo conduttore': la storia di copertina. In pratica l'idea intorno alla quale abbiamo costruito il numero. Per rafforzare il rapporto con i nostri lettori, abbiamo creato un indirizzo mail (posta@periodicoitalianomagazine.it) al quale potete indirizzare lettere, materiali e suggerimenti.
STORIA DI COPERTINA
La meglio gioventù italiana
Il film diretto da Marco Tullio Giordana, del 2003, ha ben descritto il percorso culturale del nostro Paese dagli anni ‘60 agli anni ‘90. In molti si sono riconosciuti in quella generazione che, con la crescita economica, ha creduto nel cambiamento, nel miglioramento, nell’essere parte attiva di una società che doveva offrire pari opportunità per tutti. Una spinta che ha avuto anche le sue deviazioni ideologiche estremistiche, ma sempre in un’ottica volta alla costruzione di una società migliore. Quello che è venuto dopo, invece, è storia dei nostri giorni: una società basata sulla logica individualistica, dove ognuno pensa per sé, dove chi ruba è un furbo. Un sistema che ha ‘scippato’ al Paese la prospettiva di un futuro migliore. La meglio gioventù è una ‘forza’ generazionale di cui dispone ogni epoca. Umberto Galimberti l’ha definita ‘la forza biologica’ ovvero quell’energia di cui dispongono i giovani dai quindici ai trent’anni. E certo non si tratta solo di capacità fisica – io credo proprio di no – ma piuttosto di una forte pulsione idealistica che spinge l’individuo a proiettarsi verso ‘il meglio’, a realizzare ciò che è più auspcabilmente giusto non solo per se stesso ma per tutta la società.Era questo che animava la meglio gioventù di ieri, ed è questo che, noi che ne facevamo parte, abbiamo cercato di trasmettere ai nostri figli. Purtroppo è andato tutto storto. Molto di ciò che era stato realizzato è andato distrutto. Eppure la meglio gioventù esiste, o meglio resiste, ancora. Solo che adesso non è più una ma due. Due generazioni che fanno fronte comune: quella dei quarantenni e quella dei ventenni. Genitori e figli che non si arrendono e da questa Italia vogliono di più della pura sopravvivenza. E che sono ancora disposti a investire sogni ed energie per ricreare stabilità e prospettive per tutti. Proprio come dovrebbe fare una società moderna e adatta ai tempi.
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