Cari amici lettori, eccoci al nostro appuntamento con la rivista sfogliabile. Come sempre, interviste e news dal mondo della cultura da leggere, commentare e condividere. La nostra copertina è dedicata alla moda che non crea solo abiti e tendenze ma è una forma d'arte che provoca una reazione emotiva e spinge a chiederci chi siamo. L’outfit che meglio ci si addice spesso nasce da un accessorio o da ‘quel non so che’ di distinzione che ci rende unici e inimitabili, come le vere icone del look. In futuro indosseremo abiti 'intelligenti', intanto possiamo cercarere quelli ecosostenibili che 'aiutano' il pianeta. Buona lettura.
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STORIA DI COPERTINA
L’obbligo di essere belli ‘fuori’
Può essere quel vestito che ci piace tanto, ma che gli altri considerano ormai definitivamente fuori moda; il colore di capelli sbagliato; il non- tacco della ballerina che ci fa camminare come una papera (ma è proprio impensabile stare in giro tutto il giorno con i tacchi alti); il pantalone allacciato sotto la pancia dei maschietti over 50. Insomma, a tutti prima o poi capita uno scivolone nella scelta del look. Eppure, se ci atteniamo ai casi ‘risolti’ da Carla ed Enzo di ‘Ma come ti vesti?’, nessuno è senza speranza. Anzi, in un mondo dove l’apparenza vale più della sostanza, adottare il giusto outfit è obbligatorio. Quelli che riescono a ‘fregarsene’ passano per eccentrici, o malati di cattivo gusto. La società ci seleziona, cataloga, etichetta e censura sin dai primi anni di vita: grasso è brutto, occhialuto equivale a sfigato e così via.
Una continua e perpetuata violenza sulle nostre identità individuali che, accettare o morire, devono adeguarsi a una concezione dell’essere omologata. Chi riesce a sfuggire, corre tutta la vita e si arma di tutti gli strumenti su cui riesce a mantenere il controllo: lo studio, la cultura, la musica, lo stakanovismo. Naturalmente, in tutto ciò la scelta del guardaroba ha una valenza moltiplicata al quadrato: la scarpa giusta, il colore alla moda, il taglio della giacca di tendenza. A tal proposito, navigando in rete abbiamo che, secondo una fashion addict, nell’armadio dovremmo avere circa 50 capi da rivedere, selezionare ed eventualmente sostituire ogni sei mesi. Allora, la domanda ci è sorta spontanea: ‘Ma di cosa ti fai’?
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