Cari amici lettori, ecco il nuovo numero di Periodico italiano magazine. Questo mese parliamo del progetto di legge Pillon e della delicata questione dei bambini contesi fra i genitori. Come di consueto vi presentiamo una lettura trasversale che mette a confronto i cambiamenti della nostra società con le proposte della politica. Potete proseguire la lettura nei nostri approfondimenti con l'evoluzione delle tecnologie, l'analisi geopolitica del Mediterraneo allargato e le notizie di musica, cinema, spettacolo e libri. Buona lettura!
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STORIA DI COPERTINA
Vietato ‘allargarsi’ troppo
Un passo avanti e due passi indietro: è questo il princìpio che sembra determinare l’inadeguatezza del nostro sistema legislativo rispetto all’evoluzione della società moderna. La famiglia resta ‘imbrigliata’ in una concezione di immutabilità, nella quale il divorzio, non potendo essere abolito, viene ostacolato. L’ultima novità al riguardo si concentra sulla tutela dei figli, sulle modalità del loro mantenimento e sull’organizzazione di un affidamento condiviso, la cui efficacia suscita non poche perplessità. Soprattutto in coloro che, per esperienza diretta o indiretta, conoscono bene la difficoltà nell’incassare l’assegno di mantenimento da parte di molti padri ‘latitanti’, sia economicamente, sia ‘responsabilmente’ (della serie: “Scusa ma questo week-end non posso tenerli” a “All’incontro con gli insegnanti a scuola ci vai tu che io devo lavorare”). Evidentemente, questo è un problema inesistente. Anzi: bisogna rendere più equa la condivisione di diritti e doveri, perché le vere vittime sono i padri e vanno tutelati. Un’idea, di modernità alquanto alterata, che fa a pugni con l’incremento dei ‘famiglicidi’ nei quali l’uomo non accettando la separazione, uccide moglie, figli e se stesso. Un tema ‘idealizzato’ sul format “basta sedersi intorno a un tavolo e mettersi d’accordo”. C’erano altre leggi che ci aspettavamo, pensando di evolverci in meglio: ius soli, stepchild adoption per esempio. Oppure, nuovi percorsi di tutela dei minori in coerenza ai mutamenti della società odierna. Ma qui da noi non solo la famiglia ‘allargata’ è tabù, ma la visione (dall’alto) del Paese è molto ristretta.
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