Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
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Numero 49 Luglio Agosto 2019

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Numero 49 Luglio Agosto 2019

Cari amici lettori, ecco il nuovo numero di Periodico italiano magazine. Questo mese parliamo  delle fake news create per attirare i lettori: la rivoluzione digitale ha trasformato il lettore da soggetto passivo a utente attivo, che può essere a sua volta elaboratore di notizie con tutti i rischi che questo comporta. Una realtà in cui il flusso di dati è tale da mettere a rischio il ruolo di filtro dei media e degli operatori della comunicazione, soprattutto quando la diffusione di false notizie è creata ad hoc per attirare lettori e far crescere il business pubblicitario. Potete proseguire la lettura nei nostri approfondimenti e le notizie di musica, cinema, spettacolo e libri. Buona lettura!

Vi ricordiamo che abbiamo creato un indirizzo mail (posta@periodicoitalianomagazine.it) al quale potete indirizzare lettere, materiali e suggerimenti. 

STORIA DI COPERTINA
Il virus letale del pettegolezzo

C’è chi si limita a condividere senza nemmeno leggere il contenuto della notizia; gli basta il titolo per farsi un’idea. Altri, ingenuamente, cliccano e trovano solo un testo di poche righe, che non ha nulla di sensazionale o è palesemente fasullo. Scoprire che la maggioranza degli italiani ritiene attendibile solo l’informazione sui social network è la cartina di tornasole della certezza che nel nostro Paese prevale l’ignoranza e l’arrogante presupponenza di ‘sapere tutto’. Le bufale più condivise sono soprattutto volte a incendiare l’animo, a creare indignazione nei ceti sociali meno abbienti contro il governo di turno, ‘accusato’ di aiutare gli extracomunitari e di abbandonare i suoi cittadini. Costruire una bufala è molto semplice: è sufficiente inserire una foto d’impatto, o un video accompagnato da un breve articolo o da una didascalia inventata e il gioco è fatto. Più la notizia è allarmistica e più sono le possibilità che venga condivisa. Purtroppo, come svela una ricerca della Columbia University, pubblicata sul ‘Chicago Tribune’, quella di spingere gli utenti al clic e alla condivisione veloce è un’abitudine alla quale anche i media tradizionali si sono adattati. E che ha avuto il risultato di creare “una cultura online, che impedisce ogni discussione approfondita su argomenti complessi e controversi”. E anche se il 59% dei link condivisi sui social media non sono mai stati cliccati questi indirizzi diventano importanti nel determinare quali notizie sono siano decisive nel costruire l’opinione pubblica sul web. Ritwittare e condividere non sono attività fine a se stesse, o un mero passatempo, ma hanno un’influenza determinante sui pensieri di amici e conoscenti. Il problema della viralità non riguarda solo le false informazioni nel web, ma si estende anche all’app di messaggistica mobile di Whatsapp, spesso protagonista di quel che possiamo definire una moderna ‘catena di sant’Antonio’, attraverso la quale vengono diffusi non solo sms allarmistici, legati a eventi precisi o possibili truffe, ma anche contenuti pseudo-informativi. Ed è così che il grande ‘salto evolutivo’ che ci doveva far fare la tecnologia si è rivelato un processo involutivo, nel quale un po’ tutti siamo ridiventati superficiali e pettegoli.


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Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale