Ecco il nuovo numero di Periodico italiano magazine. Questo mese in copertina: No web, no life? Relazionalità, lavoro, didattica, acquisti, pagamenti, salute, tempo libero, tutto ruota intorno a internet: un’accelerazione digitale avvenuta durante la pandemia portandoci a dipendere dalla rete ovunque e comunque. Come sempre, poi, interviste, analisi e approfondimenti. Buona lettura!
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PRIMO PIANO
Il ‘falso incontro’ fra offerta e domanda
Internet è al centro delle nostre vite, ma è veramente uno strumento che soddisfa le nostre reali necessità? Sulla questione, qualche dubbio occorre porselo. Soprattutto, se pensiamo al web come strumento di ricerca. Infatti, sia che si tratti di informazione, sia di acquisto prodotti, spesso e volentieri sono gli algoritmi a suggerirci cosa leggere o acquistare. Un meccanismo posto alla base della profilazione degli utenti, classificati in base a interessi e scelte di acquisto. Il sistema elaborato dalle grandi piattaforme per ottimizzare l’efficacia della pubblicità on-line ha però un ‘bug’: limita a un ambito preselezionato l’accesso reale a una miriade di informazioni. Ciò accade sia sui motori di ricerca, sia sulle piattaforme ‘on-demande’. Per essere più chiari: se siete interessati al calcio, quando aprite internet il motore di ricerca metterà in evidenza le notizie relative a questo vostro interesse. Così come, per esempio, su Netflix: se amate un determinato genere di film, nella vostra ‘homepage’ della piattaforma vi verranno suggeriti alcuni titoli scelti in base alle vostre preferenze. Per lo stesso princìpio, se avete cercato informazioni su viaggi o treni, da quel momento (e per diversi giorni) ogni volta che andrete a consultare una pagina in internet, Google vi farà apparire la pubblicità di compagnie ferroviarie o piattaforme di proposta per le vacanze. Un sistema ‘facilitato’ che, tuttavia, penalizza il potenziale di offerta dato dal web. Insomma, se non siete altamente digitalizzati, o semplicemente curiosi, rischiate di accedere a una porzione molto limitata di ciò che c’è in rete. È evidente, a questo punto, che anche per le realtà commerciali non basta avere un sito per ‘conquistare’ clienti: se non si investe in pubblicità o contenuti contenenti ‘parole-chiave’ in grado di intercettare la profilazione utenti, non si otterrà granché. Tutto ciò è in antitesi con la democraticità del web e al suo ruolo di agevolatore dell’incontro fra domanda e offerta. Un grande ‘bluff’, nel quale tutti noi stiamo perdendo qualcosa. A cominciare dalla nostra curiosità.
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