Una comunità rigenerata, quella della parrocchia di San Pio X alla Balduina, grazie a un parroco coraggioso, monsignor Andrea Celli, che ha saputo inoltrarsi in territori sociali tradizionalmente ritenuti ostici con grande spirito missionario, utilizzando il pretesto del confronto culturale
Articolo 118, comma 4 della Costituzione italiana: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa di cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. E’ ciò che avviene nell’ambito della parrocchia più importante del quartiere Balduina in Roma, che da quasi quattro anni, sotto la guida del nuovo parroco, si sta via via confermando una realtà socioculturale di notevoli dimensioni ed estrema importanza, al servizio della collettività. Non che siano mancati dubbi all’inizio della nuova reggenza parrocchiale circa l’opportunità di un siffatto intervento riformatore, che si è rivelato rivoluzionario nel vero senso della parola. In un lasso temporale di pochi mesi, infatti, il nuovo parroco ha completamente risollevato le sorti di una struttura fatiscente. Ma soprattutto, ha introdotto un modo di fare comunità assolutamente innovativo e dirompente, rispetto ai tradizionali schemi e stereotipi attraverso i quali si è soliti, da sempre, concepire la vita di una parrocchia. Se alla sensibilità di qualche benpensante è potuto risultare quanto mai inappropriato aprire i battenti di una chiesa di quartiere per attirare quante più persone possibili attraverso la programmazione di spettacoli, il coinvolgimento di intellettuali, artisti, musicisti e la calendarizzazione di concerti, feste in maschera, cineforum e sfilate di moda, dovrebbe rendersi loro noto quanto tutto ciò sia ben lontano dal configurarsi come un “abuso del diritto”, un “utilizzo distorto e promiscuo” degli spazi e delle strutture di cui la comunità parrocchiale dispone. Abuso del diritto non è certo lavorare per aprire le menti, illuminare le coscienze, educarle alla bellezza e all’apprezzamento delle diversità. Abuso del diritto, piuttosto, è utilizzare le risorse materiali e umane di cui una parrocchia è dotata, finanche giungendo a manipolare, se necessario, il senso profondo del messaggio evangelico per ‘fare casta’, per creare conventicole, alleanze e intese funzionali non di certo a realizzare il benessere della collettività, bensì per fare gli interessi e le utilità di pochi intimi. Abuso del diritto è tutte quelle volte in cui se il Cristo si trovasse, come da evangelica memoria, a transitare per caso nei pressi di un luogo di culto, si troverebbe costretto a rovesciare banchi, panchine e suppellettili varie per lo sdegno nel vedere come i più svantaggiati socialmente vengano ignorati o, peggio ancora, vergognosamente strumentalizzati dall’élite parrocchiale. E tutto questo per ammantare di un eroico quanto mendace altruismo i ‘sepolcri imbiancati’ che di tali gruppi fanno parte, a tutto svantaggio ed emarginazione di coloro che nella vita non hanno avuto la fortuna di sviluppare la fede, testualmente denominati da questi ‘benpensanti’ del demonio, perché tali essi sono, come “nemici”. Oppure, nell’esclusione di coloro che, pur credendo, si rifiutano strenuamente di piegarsi ai vuoti ritualismi di una fede religiosa puramente formale, come nella loro vita in generale. Noi pensiamo, invece, sia bellissimo immaginare Gesù Cristo animato da uno spirito missionario, come per esempio avviene nella meravigliosa iconografia offertaci da Pier Paolo Pasolini ne ‘Il Vangelo secondo Matteo’. Ed è commovente identificare l’immagine di Cristo con le sembianze di uno scanzonato ragazzo dai capelli corti, con il fuoco della verità nei suoi splendenti occhi scuri, dal sorriso lieve e sicuro di chi è solito trarre forza dalle proprie convinzioni e dai valori più profondi, in grado di restare in piedi anche innanzi al confine dell’inferno, con lo sguardo dritto in direzione del potere costituito, per sfidarne le fragili fondamenta. Questo è lo sguardo del nuovo parroco della comunità ecclesiastica di San Pio X alla Balduina, monsignor Andrea Celli, a cui dedichiamo queste poche riflessioni che vogliono suonare come un incoraggiamento a proseguire nella sua opera, come un sincero “grazie” per tutto ciò che lui e le persone come lui hanno già fatto per gli altri. E anche per coloro che non li conoscono o che non avranno mai la fortuna di incontrarli. O più semplicemente, per ringraziarli di esistere.
QUI SOPRA: MONSIGNOR ANDREA CELLI, PARROCO DI SAN PIO X IN ROMA
AL CENTRO: DON ANDREA MENTRE PARLA CON I SUOI FEDELI
IN APERTURA: LA CHIESA DI SAN PIO X VISTA DA PIAZZA DELLA BALDUINA