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12 Marzo 2025

Angelo Accardi: "Quando il caos incontra la visione"

di Cinzia Riontino
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Angelo Accardi: "Quando il caos incontra la visione"

L'artista di Sapri (Sa) non ha paura a dare un “calcio nello stomaco” all'immaginario generale che incasella l'arte come elemento gradevole: ci siamo fatti raccontare le sue intuizioni
 
Angelo Accardi è un artista che ha saputo reinterpretare la realtà attraverso atmosfere surreali e stranianti, unendo il linguaggio della Pop Art a quello del Surrealismo contemporaneo. Le sue opere, caratterizzate da elementi 'fuori posto', come i suoi celebri struzzi colorati, creano un senso di smarrimento e stupore, spingendo lo spettatore a riflettere sul caos della società contemporanea. Accardi esplora temi universali con un approccio ironico e grottesco, senza rinunciare alla critica sociale e al richiamo alla tradizione artistica. In questa intervista, l'artista ci racconta le sue ispirazioni e il significato dei simboli ricorrenti nelle sue opere, offrendoci uno sguardo sul mondo dell'arte contemporanea.
 
Angelo Accardi, osservando le sue opere non possiamo non chiederci chi sia lo struzzo, cosa ci fa lì e cosa vuol dirci: ce lo può rivelare?
“Ho sempre lavorato per paradossi: grosse navi e carcasse di Boeing alla deriva nelle strade di Manhattan; grossi rinoceronti bianchi aggirarsi in città deserte. Sono tutte immagini che ricreano quel tipo di smarrimento che tutti abbiamo provato, almeno una volta, A_STRANGE_MARILYN_LONDRA_Timeless_Inspiration_Angelo_Accardi_Foto_di_Gennaro_Verdoliva.jpgnella vita. Attraverso la creazione di queste atmosfere sospese, prendeva piede il concetto di ‘misplaced’ (letteralmente, fuori posto, ndr): ambienti a noi noti come gallerie, musei e centri urbani invasi da coloratissimi struzzi. Il loro inserimento ‘fuori posto’, per motivi ancora a me sconosciuti, ha fornito una ‘chiave’ semantica nuova e dato una spinta formidabile alle mie opere, che da quel momento sono letteralmente esplose diventando un ‘cult’. Lo struzzo, scelto per la sua imprevedibilità, ma anche per la sofisticata eleganza a dispetto della natura selvatica, assume in sé, come suggerisce Bauman nel suo saggio ‘Liquid Fear’, quella sensazione indefinita di pericolo tipica delle società ‘liquide’. Aver dato forma a questa paura, crea l’illusione del controllo. E’ dalla notte dei tempi che l’uomo, attraverso la rappresentazione simbolica della realtà, tenta di mettere ordine al caos”.

Le sue opere sono surrealiste, stranianti, a volte disturbanti, ma i surrealisti, storicamente, si ispirano a un mondo onirico: lei che è un esponente e un maestro del ‘Pop Surrealism’ può parlarci della la sua ispirazione?
“Il surrealismo si alimentava attraverso la scrittura automatica: l’artista creava in preda a una sorta di trance, dando libero corso alle associazioni libere. L’interpretazione dei sogni di Freud, appena pubblicato, suggerì a Breton di dare ampio spazio all’energia creativa sprigionata nei sogni, ingiustamente esclusi, fino a quel momento, come fonte di ispirazione. Il mio surrealismo si rifà al movimento ‘Lowbrow’, nato a Los Angeles negli anni ’70 del secolo scorso, in polemica con il mondo accademico, che anteponeva alla cultura ‘alta’, provocazioni e oscenità della cultura ‘underground’ e del nascente universo punk. Nelle mie messe in scena, pur mantenendo un registro grottesco e ironico tra citazionismo e denuncia sociale, cerco di evitare provocazioni fini a se stesse: preferisco applicare una mia personale legge del contrappasso, dove i potenti della Terra, protagonisti della contemporaneità o personaggi della Storia, vengono bonariamente messi alla berlina con la lente deformante e caustica del Pop Surrealism”.
 
DuraNYC_The_Garden_of_Eden_archivio_fotografico_studio_Accardi.jpgnte la sua permanenza a Miami (Florida) per Art Basel, in città c'era anche l'Art Week: cosa c'è di nuovo e di bello nel mondo dell'arte?
“Come diceva il grande gallerista Arturo Schwarz, l’arte si esprime attraverso la pittura e la scultura. Se si esce dalle categorie canoniche, si fa altro: teatro, cinema, design. Dal dadaismo al concettuale, tra video arte, performance, design e recentemente  digital art, i valori plastici cui fa riferimento Schwarz hanno perso lustro, fino al tempo in cui hanno contato più le idee - meglio se astruse - che un manufatto artistico ben fatto. Duchamp sosteneva che il buon gusto è nemico dell’arte. Tuttavia, è sempre più difficile trovare opere davvero significative, per via del fatto che le fiere legate al mercato devono fare i conti con l’algoritmo che omologa tutto a un’arte ‘gradevole’, rifuggendo ciò che potrebbe creare disagio o il classico ‘pugno’ nello stomaco”.
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NELLA FOTO QUI SOPRA: I FAMOSI STRUZZI DI ACCARDI (ARCHIVIO ACCARDI)

AL CENTRO IN BASSO: 'THE GARDEN OF EDEN' (ARCHIVIO ACCARDI)

AL CENTRO IN ALTO: 'A STRANGE MARILYN' (FOTO DI GENNARO VERDOLIVA)

IN APERTURA: IL GRANDE ARTISTA AL LAVORO


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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