Intervista alla vincitrice della seconda edizione del LazioSound, il contest che le ha permesso di realizzare il suo primo singolo in italiano, intitolato ‘Sospesa’
S’intitola ‘Sospesa’ il nuovo singolo di Claire Audrin, giovane artista romana vincitrice del 'LazioSound', il programma promosso dalla Regione Lazio dedicato ai talenti under 35 della musica. Abbiamo incontrato questa giovane cantautrice per conoscerla meglio e capire perché ha voluto presentare al pubblico un brano in parte autobiografico, come ci ha raccontato lei stessa.
Claire Audrin, questo tuo primo singolo fa riferimento a una sospensione che guarda con rimpianto al passato o con fiducia verso il futuro?
“Sicuramente, guarda con fiducia al futuro. Questo brano, per me, rappresenta il momento in cui ho deciso di reagire a un rapporto diventato nocivo. È un incoraggiamento che ho fatto a me stessa, per darmi una scossa e mettere un punto a una situazione di oppressione che stavo vivendo. E’ un brano che guarda con fiducia al futuro, perché dopo aver vissuto una situazione così, sicuramente non mi metterò più nelle condizioni di viverne un'altra analoga”.
Hai partecipato alla seconda edizione di ‘LazioSound’, vincendo sia il premio di categoria, sia la competizione assoluta: che sapore ha questo riconoscimento e cosa significa per te?
“Premetto che la vittoria di ‘LazioSound’ è stata veramente inaspettata. Mi sono iscritta al contest senza farmi alcuna illusione e, man mano che superavo le selezioni, ho iniziato a sperarci. Quando mi hanno annunciata come vincitrice è stato incredibile: non mi aspettavo di vincere con un brano in lingua inglese, ma sono veramente felice del risultato. Sicuramente, questa vittoria mi ha risvegliata, soprattutto dopo un periodo come quello che abbiamo vissuto tutti. Specialmente noi musicisti, che abbiamo subìto molto il fatto di non poter più suonare ‘live’. Peraltro, il premio di realizzare un disco è proprio quello di cui avevo bisogno: ho un sacco di brani nuovi in italiano e non aspettavo altro che entrare in studio a registrarli”.
Il tuo primo disco è stato inciso tutto in inglese: cosa ti ha spinta a virare verso la tua lingua madre?
“Si, il mio primo disco, 'Unlocked’, è tutto in inglese. Ho iniziato a scrivere in italiano per provare a elaborare una proposta da autrice. Inoltre, il brano che ho scritto mi piaceva talmente tanto che ho deciso di tenerlo per me e, piano piano, mi è venuto naturale raccontarmi nella mia lingua. Ho sentito la necessità di farmi capire del tutto da chi mi ascolta: mi sento più sincera e diretta. Ed è stata anche una bella sfida personale, perché la lingua italiana ha parole più lunghe e meno musicali dell'inglese: riuscire a scrivere un bel testo in italiano dà molta più soddisfazione”.
Sul tuo canale YouTube riproponi le canzoni suonando oggetti comuni: come è nata questa passione?
“È nata un po' per gioco, ispirandomi ad alcuni ‘youtubers’ americani come Andrew Huang e Mistery Guitar Man. La prima cover che ho realizzato in questo modo è stata 'What do you mean’? di Justin Bieber. Ha avuto un buon riscontro sul web, quindi mi sono avventurata anche in altre cover e ho preparato dei ‘medley’ di canzoni famose. Il format è cresciuto sempre più, finché mi è stata proposta la collaborazione con Michele Bravi e Alvaro Soler, riproponendo la versione della canzone ‘Sofia’ suonata con gli oggetti”.
È un percorso musicale alternativo o potrebbe sfociare in un discorso più prettamente artistico?
“Sicuramente, è un percorso musicale alternativo. Per quanto riguarda la produzione dei miei brani originali, sono più orientata verso un sound acustico mescolato con l'elettronica e tante voci, che spesso costruiscono l'armonia del brano o alimentano la parte ritmica. Non escludo, tuttavia, di inserire qualche suono particolare nei miei brani futuri. Per esempio, proprio nel mio ultimo singolo, 'Sospesa’, c'è il suono di vetri rotti, catene, oggetti metallici, anche se non sono gli elementi portanti dell’arrangiamento".