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23 Novembre 2024

Cristina Striglio: “Indossare la pelliccia oggi è da trogloditi”

di Carla De Leo - cdeleo@periodicoitalianomagazine.it
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Cristina Striglio: “Indossare la pelliccia oggi è da trogloditi”

La responsabile delle relazioni esterne della onlus ‘Amoglianimali’, è oggi candidata alle Elezioni Europee 2014 con Forza Italia. Con il suo contributo spera di favorire una maggior sensibilizzazione sul tema della tutela e dei diritti degli animali. Dando voce a chi non ce l’ha

Le Elezioni Europee previste per il 25 maggio 2014 sono ormai alle porte. I partiti hanno schierato i loro nomi e, insieme alle candidature, non hanno tardato ad apparire anche le varie curiosità del caso. Tra le novità di questa campagna elettorale, quelle che ‘saltano’ subito agli occhi riguardano in particolar modo le decisioni operate da Forza Italia. E soprattutto per la circoscrizione del Nord-Ovest (Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria), dove è apparsa chiara la volontà del ‘rinato’ partito di distinguersi immediatamente. Specialmente nella scelta inerente lo ‘spiegamento delle truppe’. Non sono passati inosservati, infatti, né il colore a prevalenza ‘rosa’ della lista (undici candidati su venti sono donne), né le sue ‘new entry’. Nonostante siano state riconfermate ‘vecchie’ e già ‘consolidate’ presenze, una ‘nota nuova’ è di fatto rappresentata dall’età, relativamente giovane, di molti candidati e dalla presenza di due donne molto attive in materia di diritti e di tutela degli animali: Cristina Striglio (Responsabile delle comunicazioni esterne della onlus “Amoglianimali”) e Daniela Lazzaroni (Presidente di Leidaa – Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente). In questo panorama di ‘dichiarata’ innovazione, all’interno di un proposito di rinnovamento del partito, ‘il cambiamento’ sembra essere la parola chiave e il segnale da percepire. Ma quali contributi ci si aspettano da questi ‘elementi nuovi’, considerando anche che i seggi previsti per Forza Italia all’Europarlamento sono quattro o, al massimo, cinque? E, soprattutto, quali strategie e quale linea politica si intenderà intraprendere? 
Lo abbiamo chiesto a Cristina Striglio, che nella sua corsa a Strasburgo con la circoscrizione del Nord-Ovest è candidata con Forza Italia per “La Tutela dei Diritti degli Animali e la Salvaguardia dell’Ambiente”.   

Cristina Striglio, perché ha deciso di candidarsi alle elezioni del Parlamento Europeo?
“Mi hanno molto interessata i dipartimenti per il sociale e per la solidarietà, voluti dal Presidente Berlusconi e dalla responsabile, l’onorevole Maria Vittoria Brambilla. Interesse acuito dal fatto che, oltre ad occuparsi delle politiche sociali, hanno anche istituito una divisione, “Amici animali e ambiente”, volta appunto alla tutela degli animali e dell’ambiente. Che sono due tematiche alle quali mi sono sempre dedicata, anche nella vita  professionale. Ad esempio, ho lavorato alla prima campagna sull’ambiente in Italia. È stato questo mio background a far decidere di presentarmi come candidata alle europee. Ovviamente per la tutela e degli animali e dell’ambiente”.

E lei ha accettato subito di buon grado?
“Sì. Onestamente sì. Anche perché, da quando seguo da vicino queste tematiche, Forza Italia è stato l’unico partito che si è sempre occupato  della tutela e dei diritti degli animali. Solo l’onorevole Brambilla ha presentato 45 proposte di legge in tutti questi anni. Al momento è l’unica forza politica che sta dando voce a chi non ce l’ha”.

È, quindi, certa che il suo impegno per i cani e gli animali sia compatibile con la linea politica del suo partito?
“Assolutamente. Come accennavo prima, l’onorevole Michele Vittoria Brambilla ha presentato ben 45 proposte di legge. Inoltre, ricordo che una delle sue prime campagne di sensibilizzazione, “Vengo anch’io”, fu voluta e organizzata quando era al ministero del turismo. Fu creato un accordo con la federazione degli albergatori, che consentiva di portare gli animali domestici all’interno delle strutture alberghiere e anche di alcune spiagge. L’impegno del partito in questa direzione risale, quindi, a tanti anni fa. È sempre stato trattato da argomento di ‘serie A’ da Forza Italia. Solo che poi ci si dimentica. Soprattutto quando si entra in campagna elettorale. Sembra che tutto quello che viene proposto sia nuovo. Ma in realtà non è così”. 

Che contributo spera di dare nel caso in cui venisse eletta?
“Il mio obiettivo è di portare il problema in Parlamento europeo. Comunque, di sensibilizzare le forze politiche a queste tematiche inerenti gli animali e l’ambiente. Perché possiamo istituire tante onlus, tante fondazioni, tante organizzazioni a scopo non lucrativo, ma poi, di fatto, occorre un ‘trȃit d’uníon’ con il potere esecutivo. E questo potrebbe essere il dipartimento del sociale e della solidarietà, con i quali io sono in totale attività di coesione e di accordo.  Affinché si possa far sentire l’esigenza del Paese, e quindi dei cittadini, e si possa portare questa voce al Governo e al Parlamento. Sensibilizzare le forze politiche sia a livello nazionale che internazionale. Perché poi le leggi si fanno lì. Questo è il mio impegno”.

Ci sono già idee per eventuali disegni di legge da presentare in Commissione Europea? 
“Le proposte sono tantissime. Vorremmo introdurre un sistema mutualistico per la salute dei gatti, dei cani e delle famiglie meno abbienti. Abbiamo una proposta di ampliamento della detraibilità delle spese che vengono sostenute per il mantenimento degli animali. Una I.V.A. agevolata sugli alimenti per gli animali (quindi, inferiore all’attuale 22%) e sulle spese sanitarie. La detraibilità, invece, ad oggi risulta pari soltanto a 49 euro l’anno. Quindi, ben poco. E ancora: il libero accesso degli animali domestici in luoghi pubblici o aperti al pubblico; il divieto di sperimentazione su gatti, cani e primati; il divieto di allevamento di animali da pelliccia. E tante altre ancora. Negli anni, le conquiste sono state tante. Come, ad esempio, l’inasprimento delle pene e delle sanzioni penali in caso di abbandono o di maltrattamento. Ma tanto altro deve essere ancora fatto. Occorre una registrazione degli animali alle anagrafi nazionali e, a livello europeo, un sistema di tracciabilità e l’istituzione di una banca dati dei vari passaporti per gli animali. In modo che possano circolare liberamente all’interno dell’Unione Europea. Cosa che potrebbe rivelarsi utile anche contro la mercificazione dei cuccioli dai Paesi dell’Est, limitandone quindi il traffico illegale”.

Di contro, quale risposta si aspetta dall’Europa?
“Decisamente mi aspetto una risposta positiva. Anche perché in alcuni Paesi europei, come in Francia, le cose sono già cambiate e l’attenzione nei confronti degli animali è cresciuta molto. L’Europa deve sensibilizzarsi per forza. Non c’è niente da fare. Solo in Italia ci sono quasi 10 milioni di animali domestici. E se consideriamo il fatto che molti turisti arrivano nel nostro Paese sempre più spesso accompagnati dai loro animali, ci rendiamo conto che una ‘svolta’ è, ormai, obbligatoria. Bisogna ‘aprire la mente’. È una questione di evoluzione e di civiltà. Gli animali domestici fanno ormai parte delle nostre famiglie. Quindi, cerchiamo di rispettarli”. 

Le serate di beneficenza, organizzate dalla onlus “Amoglianimali”, vietano l’ingresso alle dame in pelliccia: e se vedesse una collega di partito in pelliccia quale reazione avrebbe?
“Quando organizziamo serate di beneficenza, per raccogliere fondi che saranno devoluti ai canili e alle famiglie in difficoltà, nei nostri inviti è specificato a chiare lettere “Astenersi persone impellicciate”. E più di una volta abbiamo bloccato l’ingresso a qualcuno, rimandandolo indietro. Se mi succedesse di trovare una collega in pelliccia… beh, mi arrabbierei molto. Non potrei spogliarla, ovviamente, ma so che mi altererei molto. E con educazione esprimerei il mio pensiero in tutta franchezza”.

Che è? 
“Che la pelliccia oggigiorno è intollerabile. Mi sembra una cosa da trogloditi. Non si può andare ancora in giro con la pelliccia, perché non è più giustificabile l’ignoranza. Con la rapidità e la facilità di accesso alle informazioni che oggi sono possibili grazie a Internet, non si possono non conoscere le terribili realtà legate agli allevamenti intensivi di animali da pelliccia. Preferisco un’evoluzione della specie umana”.

È possibile, secondo lei, che ‘l’evoluzione umana’ di cui ha fatto cenno, sia ancora ‘bloccata’ dal fatto che in molti ambienti la pelliccia venga tuttora considerata un ‘marchio’ di opulenza, di lusso e, quindi, di classe?
“ Più che di classe, si tratta solo della volontà di ostentare opulenza. Anche perché la pelliccia è stata ormai bandita sia dalle più grandi ‘star’, che dalle più importanti case di moda del mondo. Il suo uso, quindi, lo considero più legato ad una forma di provincialismo e di opulenza. Ma non sinonimo di ‘classe’. Cinquant’anni fa era giustificata dal fatto che non esisteva niente di più caldo. Oggi è proprio fuori luogo. Purtroppo, però, in questo clima, bisogna anche tener conto delle mode. Che possono ‘tornare’ continuamente. Ma io combatterò (aggiunge sorridendo)”. 

E sulla tutela dell’ambiente e del territorio: quali sono le sue linee guida? 
“Sono fermamente convinta che il primo passo parta sempre dalla sensibilizzazione. E che, quindi, questo dovrebbe compiersi innanzitutto all’interno della scuola. Perché è lì che si formano i cittadini di domani. Quelli che, poi, potranno fare la differenza. Anche perché è difficile che un adulto possa essere educato al cambiamento. Introdurrei documentari e campagne di sensibilizzazione – che mostrino, ad esempio, le cause e gli effetti del surriscaldamento del nostro Pianeta – tese ad avvicinare i ragazzi ai problemi ambientali. Educandoli alla cura e alla tutela dell’ambiente. Sin da bambini. Anche su questa problematica non è più tollerabile la ‘scusa’ dell’ignoranza. Non si può far finta di non sapere quanto accade. Dal punto di vista normativo, invece, inasprirei le sanzioni e le pene nei confronti di coloro che ‘abusano’ dell’ambiente. Dal ‘semplice’ buttare una cosa qualsiasi per strada o nel mare. Prima ancora dei crimini più gravi, come lo sversamento in laghi, fiumi, mari, suolo o sottosuolo di reflui tossici, derivanti dall’industria e dall’agricoltura”.

Inevitabilmente, però, perseguire una politica di tutela ambientale va a ‘toccare’ argomenti più ‘spinosi’, come il rifornimento e la produzione di energia: come risolvere una questione che appare tanto urgente, quanto utopica?
“Non sono una tecnica, quindi non conosco tutte le dinamiche legate alle energie rinnovabili. Forse, un passo in avanti si potrebbe determinare se tutti i Paesi UE trovassero delle linee e delle strategie comuni. Per incentivare le energie rinnovabili. Incentivo che va inquadrato in un piano di agevolazioni dei costi (anche se delle detrazioni sono già contemplate), oggi ancora molto elevati. È vero che diversi studi hanno dimostrato che le trivellazioni, per estrarre petrolio e carbonio dal sottosuolo, possono causare onde elettromagnetiche capaci di propagarsi negli oceani. Ed è vero che questa propagazione è stata vista in relazione a fenomeni e disastri naturali molto gravi, come gli tsunami. Ma pensare, oggi, di rendere obbligatoria la riconversione di tutti gli impianti di energia, è utopico. Perché ci sono delle difficoltà oggettive, legate soprattutto ai costi degli impianti delle energie rinnovabili. Per me, quindi, la parola d’ordine rimane: sensibilizzare. Ma anche informare, educare ed avere pazienza”.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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