La filosofia di Marco Marchese Borrelli, un artista a tutto tondo rigeneratosi come scultore con la sua nuova opera: il ‘Robot Primitivo’
Marco Marchese Borrelli, in arte Marcondiro, ha realizzato il primo 'Robot Primitivo' interamente scolpito dall’intelligenza artificiale, utilizzando marmo di Carrara. Un’esperienza artistica unica: una “arte senza arte-fare” di cui ha raccontato il percorso e le linee artistiche a noi di Periodico italiano magazine. L’opera, che sarà esposta al 'Marmomac 2024' di Verona fino al 27 settembre, s'ispira ai Giganti di Mont’e Prama (antiche sculture della civiltà nuragica, ndr) e rappresenta un dialogo tra passato e futuro, unendo elementi storici e tecnologici.
Marcondiro, puoi spiegarci nel dettaglio il concetto di ‘Arte senza Arte-fare’? Come si è evoluta quest'idea e come si riflette nel Robot Primitivo?“Non sono uno scultore di formazione. Ho uno studio di produzione artistica e registrazione musicale, con macchine vintage e altre di ultima generazione, dove scolpisco il suono partendo dalla costruzione del sound design e dalla sintesi. Mi occupo da anni di audiovideo e sono stato spesso regista dei miei videoclip. Mi è sembrato coerente e corretto seguire una filosofia e un approccio creativo e produttivo, basato su una scelta stilistica e deontologica onesta e lineare. Alcuni grandi artisti, del presente e del passato, hanno fatto realizzare dai loro stretti collaboratori le sculture che avevano ideato. Avrei potuto attuare questa scelta, ma spinto sia dal timore che il tocco di un atro artista avrebbe potuto artefare e alterare la mia visione primigenia e mosso anche dalla reticenza verso l'idea di dover far lavorare un'altra persona al mio posto, ho preferito fare ‘Arte senza Arte-fare’, lasciando realizzare ad un robot la scultura della testa del Robot Primitivo”.
L'utilizzo di robot per scolpire il marmo, eliminando completamente l'intervento umano, rappresenta un gesto radicale. Qual è il significato simbolico di questa scelta e quale messaggio vuoi trasmettere al pubblico?
“Il volto del Robot Primitivo, dal 2018 a oggi ha subito un processo creativo di input/output, entrata e uscita dal mondo virtuale a quello reale praticamente continuo. Spiego meglio l'excursus artistico: una volta disegnato e realizzato il Robot Primitivo esattamente come lo avevo concepito nella mia mente, ho affidato a un ‘props maker’ la realizzazione della maschera, che è stata usata poi nei videoclip ‘Amati’ del 2019 e ‘Core’ del 2020. Poi ho scannerizzato la maschera, decidendo di realizzare una serie di video in ‘stop motion’ e utilizzandola in ‘graphic art’. Successivamente, ho stampato delle maschere tridimensionali e, infine, grazie all'apporto di un professionista del 3D modelling come Roman Testoni, ho operato un restyling della testa, che è diventata una scultura in marmo di Carrara grazie alla Silvestri Art&Design. Il significato simbolico è un percorso ‘ucronistico’ a partire dal modello di ispirazione, che appartiene al patrimonio artistico e storico italiano”.
Il Robot Primitivo si ispira ai Giganti di Mont’e Prama: come vedi il dialogo tra queste antiche sculture e la tecnologia avanzata che hai utilizzato per il tuo progetto?
“I Giganti di Mont'e Prama rappresentano, per me, un ‘imprinting’ formidabile. Ho infatti incontrato questi meravigliosi ‘faccioni’ dagli occhi grandi, durante una notte insonne nell'estate 2017. Accendo la televisione insofferente, assediato dal caldo e dalle zanzare e, capitato all'improvviso sul canale ‘Rai storia’, mi appare il volto del ‘Pugilatore’ in un documentario sulla Sardegna. E’ stato amore a prima vista: proprio in quel periodo, stavo cercando il volto per il personaggio di un Robot portatore di un preciso messaggio ‘non-distopic future’. L'imprinting e il concept si sono fusi attraverso un mezzo di comunicazione di massa".
Credi che l'intelligenza artificiale possa un giorno essere considerata una forma d'arte autonoma? Come percepisci il ruolo dell'artista in un contesto dove la creatività è condivisa con le macchine?
“No, credo che prima o poi i robot, dotati di Agi (Artificial General Intelligence, ndr), possano iniziare a collaborare con gli esseri umani, fornendo loro nuovi e inaspettati spunti artistici. Probabilmente, creeranno forme d'arte, magari anche nuove. Probabilmente si domanderanno se alcune forme artistiche degli esseri umani dovrebbero davvero essere considerate ‘Arte’ o meno. Allo stesso tempo, l'intelligenza artificiale è un ottimo strumento da utilizzare per ottenere risultati sorprendenti. Ovviamente, se chi la usa ha intuizioni fuori dal normale. L'Ia, oggi, non è così intelligente. Tuttavia, è un eccellente ‘nuovo arnese’ per il ‘tecno sapiens’ e alimenta soprattutto i dubbi di una società troppo antropocentrica”.
Silvestri Art&Design ti ha supportato nella realizzazione dell'opera: come è avvenuta questa collaborazione e in che modo ha influenzato il risultato finale?“Con Davide Silvestri, il Ceo della Silvestri Art&Design, è nata subito un’intesa che ci ha portati, gradualmente, a una visione comune e trasversale, necessaria per realizzare operazioni peculiari artistiche come questa. Ha accolto immediatamente la mia scelta di realizzare la testa del Robot Primitivo solo ed esclusivamente con le macchine per il taglio del marmo, per ottenere un prodotto artistico apparentemente ‘non finito’, ma che, in realtà, è l'opera finale. Abbiamo scelto, poi, l'occasione del cinquantenario della scoperta del Giganti di Mont'e Prama per presentare questa originale scultura alla fiera internazionale ‘Marmomac’ di Verona, proprio perché si tratta di un evento incentrato sulle macchine e le nuove tecnologie per la trasformazione del marmo: quale miglior luogo per presentare al mondo il Robot Primitivo”?
LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI OSCAR SILVESTRI, CHE RINGRAZIAMO