Il concorso indirizzato a giovani e meno giovani disoccupati pesaresi è nato dall’energica imprenditrice Maria Giovanna Cappellini, per offrire la possibilità di avviare una start-up e realizzare concretamente un proprio ‘progetto di futuro’
Maria Giovanna Cappellini è una giovane imprenditrice di Pesaro. Ma, prima di tutto, è da sempre una donna molto attenta e sensibile alle problematiche sociali. E, come ci spiega, soprattutto quando queste la ‘toccano’ da vicino, il suo interesse muta in impegno e volontà ‘di azione’. Perché lei, energica, positiva e ottimista, crede molto nel fattore ‘umano’ e nel grande potenziale che esso può esprimere. Potenziale che, se giustamente indirizzato, può trasformarsi in ‘opportunità’ e ‘possibilità’: di trovare lavoro ‘inventandolo’ (specialmente se, come di questi tempi in cui i posti di occupazione sono sempre più rari, non ce n’è di ‘altro’) e di costruirsi ‘quel’ futuro che ognuno deve poter avere. Nasce da queste considerazioni il suo ‘semplice’ progetto “Ideo. M’invento il futuro”. Dal desiderio, cioè, di ‘smuovere’ quel che le sembra fermo, immobile e disilluso. Quasi stantio. Come le appaiono, oggi, il mondo del lavoro e conseguentemente le speranze e i sogni delle persone.
“Ideo” è quindi un concorso nato con la speranza e l’ambizione di aiutare i disoccupati pesaresi, giovani e non, a costruirsi un futuro, continua l’imprenditrice. E la recente conclusione della ‘competizione’ del 2 maggio – alla quale era possibile aderire attraverso la spedizione del progetto di una propria invenzione di futuro, che operasse nel settore ricreativo, di recupero, scolastico, turistico o dei servizi; e indirizzato soltanto ai residenti del Comune di Pesaro –, ne rappresenta il banco di prova. Al primo classificato saranno garantite reali e concrete possibilità di realizzare la sua idea. Grazie a un sostegno in denaro e al contributo dei candidati alla carica di Sindaco del Comune di Pesaro (i quali si sono già assunti la responsabilità di seguire il progetto e di aiutare i partecipanti alla sua realizzazione).
Chi ha inviato la propria adesione al progetto si è ritrovato, quindi, non solo nelle condizioni di realizzare un sogno o di trovare un impiego grazie a una propria idea (che è sicuramente motivo di grande soddisfazione personale), ma anche di ‘svincolarsi’ da una retorica del lavoro ormai inadeguata e insufficiente a soddisfare la domanda. Scardinando anche una certa concezione ‘egoistica’, che spesso si accompagna all’emisfero lavorativo. I progetti presentati, infatti, come si poteva leggere anche nel Bando, dovevano rispettare delle precise caratteristiche. Le quali, oltre all’innovazione, sottolineavano largamente la necessità che l’idea promuovesse la collaborazione; sollecitasse la capacità di relazione e di interazione con altri soggetti (il progetto si poteva presentare anche in gruppo); dimostrasse oggettivamente di essere economicamente sostenibile nel tempo, costituendosi, quindi, realmente come un valore aggiunto; recuperasse, dove possibile, luoghi o siti dismessi del Comune di Pesaro. Il tutto, tenendo presente che il tetto massimo stabilito per i costi di realizzazione era fissato a 10.000 euro.
Il 4 maggio, durante la serata “Ideo ring politico’, all’hotel ‘Flaminio’ di Pesaro, il vincitore ha presentato il suo progetto davanti alla cittadinanza intervenuta e davanti agli ‘aspiranti’ sindaci.
A parlarci dell'idea premiata e dei tanti progetti presentati è Maria Giovanna Cappellini, ideatrice di questa ambiziosa, quanto lodevole, iniziativa.
Maria Giovanna Cappellini, lei è l’ideatrice di “Ideo: m’invento il futuro”: ci spiega cosa l’ha spinta a istituire il concorso?
“Tutto è nato molto casualmente. Mi succedeva di continuo che ragazzi, ma anche persone adulte, si rivolgessero a me dicendomi di avere diverse idee o progetti per la testa. Così, una richiesta dietro l’altra, mi son detta: “La gente ha molte idee, ma non ha soldi. Allora, perché non convogliare tutto in un unico progetto?”. Con l’associazione ‘Auser’ raccogliamo soldi per poi fare volontariato negli ospedali. O per sostenere chi ha avuto problemi con l’alcol test, ma anche, ad esempio, per aiutare il nonno che deve portare il nipotino a scuola. Così ho pensato che, per una volta, avremmo potuto raccogliere i soldi per aiutare chi non ha la possibilità di costruirsi un futuro. Da lì, poi, è partito tutto. E sono subito ‘spuntate’ diverse persone che hanno creduto nel progetto, lo hanno abbracciato e hanno contribuito alla sua realizzazione. Dalla grafica, che ha disegnato il logo; ad uno degli sponsor, che è anche un formatore; ad un amico, che fa l’e-banker di professione ecc. ”.
Giovani e non, erano i destinatari a cui ha lanciato la sfida all’invenzione di ‘futuro migliore’: era previsto un limite d’età?
“Coloro che desideravano partecipare a “Ideo. M’invento il futuro” dovevano essere disoccupati e residenti nel Comune di Pesaro. Fatte queste premesse, al concorso potevano accedere tutti. Tant’è che l’età delle persone che hanno aderito variava dai 18 ai 45 anni”.
Quante sono state le adesioni e in che modo si sono svolte le selezioni?
“Abbiamo ricevuto ben 13 start-up. E sono arrivate tutte il giorno prima della data di scadenza della consegna. Ci siamo accertati che rispettassero i criteri imposti dal Bando. E, in questa fase, purtroppo abbiamo dovuto escludere due progetti che, pur essendo molto validi, non rientravano nei parametri richiesti. Quindi, siamo passati alla valutazione delle altre 11 start-up, che hanno avuto accesso alla ‘finale’. Nel frattempo, però, il centro sociale di volontariato della nostra provincia, che ha accesso ai fondi europei, si è interessato a “Ideo” e ha chiesto di valutare le start-up. Si sono aperti, quindi, scenari diversi: altre persone avranno la possibilità di realizzare il proprio sogno”.
Chi ha giudicato i progetti: avete istituito una commissione apposita?
“Sì. Abbiamo istituito una commissione di giuria, composta da esperti. C’ero io, insieme a diversi professionisti: una giornalista; la Presidente di ‘Auser’ Pesaro; il Presidente di ‘Auser’ provinciale; il Presidente del centro sociale di volontariato; Gianfranco Chielin, che è un e-danter, ovvero un ‘cacciatore di teste’; Maurizio Fanzi, informatore bancario, che è stato anche un nostro sponsor. Ci siamo riuniti tutti insieme, abbiamo visionato i progetti e compilato le griglie di valutazione. E devo dire che il verdetto si è rivelato unanime”.
Quale progetto ha avuto la meglio sugli altri? E ci spiegherebbe quali sono stati i criteri che hanno consentito agli ideatori di classificarsi al primo posto?
“Il progetto vincitore è “Reinvento, riciclo, riuso”. Che, sebbene possa sembrare un concetto vecchio, è stato concepito in maniera davvero originale. Le ideatrici, Roberta Magi e Sabrina Frarolan (due giovani laureate in lettere), attraverso una cooperativa esterna, si recheranno nelle scuole per raccogliere materiale usato (dai vestiti, ai libri usati, alle carotine dei bimbi), che verrà successivamente bonificato e poi rivenduto. Sia in un negozio, che su una piattaforma di ‘commerce’. Oltre alla validità del progetto, ha giocato molto a loro favore la qualità della presentazione. Che è stata sviluppata egregiamente sia a livello di dialettica, che a livello di esposizione. Era corredata da un vero ‘business plan’, da una pianificazione realistica dei costi per la realizzazione e dei ricavi delle vendite, da un ‘Gantt’ preciso. A parità di valore con altre idee, la ‘vetrina’ ha avuto la sua importanza”.
Il vincitore avrà un limite di tempo per realizzare il suo progetto?
“Entro la fine di maggio i vincitori riceveranno i soldi. E si potrà iniziare a gettare le fondamenta del progetto. Noi li seguiremo per sei mesi, durante i quali vigileremo sull’avanzamento dei lavori. Dopodiché, cammineranno con le loro gambe. Ho anche ‘strappato’ al Comune di Pesaro la promessa che i candidati alla carica di Sindaco aiuteranno i ragazzi a realizzare il progetto”.
E in che modo si concretizzerà questo contributo dei candidati a Sindaco: sarà un aiuto anche finanziario?
“Premesso che non è stato preso nessun impegno su carta, i candidati a Sindaco che sono intervenuti nella serata di gala – durante la quale le vincitrici hanno esposto davanti a tutta la giunta e a tutta la cittadinanza il proprio progetto – si sono dichiarati molto contenti dell’iniziativa e favorevoli a prestare il loro aiuto. È una promessa di impegno soprattutto morale. E, se possibile, una facilitazione dei tempi burocratici”.
E i progetti e le persone che non hanno vinto: che fine faranno?
“Posso già dirle che il secondo progetto classificato, che si chiama “Mia” – un’idea molto innovativa che utilizza materiale riciclato per produrre borse sulle quali è applicato un pannello solare, che servirà per ricaricare la propria borsa e, attraverso uno spinotto, per ricaricare anche il cellulare o il pc – è stato già notata dall’AIDO. L’Associazione Italiana Donatori Organi ha, infatti, contattato gli ideatori, chiedendo di poter esporre e vendere le borse nel loro stand, in occasione di ‘Ginnastica in festa’, una delle più importanti fiere che si tengono a Pesaro. L’associazione ha anche avanzato la proposta di ideare degli zainetti. In modo da accontentare, oltre le donne, pure i ragazzi. Oltre ad essere un’invenzione utile, le borse sono anche molto carine. Credo quindi che ci sarà una strada anche per loro”.
Da dove arrivano i proventi che dovranno finanziare la realizzazione del progetto?
“Da ‘Auser’, la nostra associazione, e da alcuni sponsor, che io stessa ho reperito. I 10.000 euro, che hanno rappresentato il tetto massimo imposto ai partecipanti nella previsione dei costi dei loro progetti, sono stati ‘racimolati’ in questo modo”.
Adesso che è giunta al termine, cosa pensa abbia rappresentato l’esperienza di “Ideo. M’invento il futuro”?
“La nostra è stata una ‘goccia in mezzo al mare’. Ma se l’iniziativa fosse replicata in giro, per tutte le città, e se tutti si mettessero insieme per aiutare start-up e iniziative in difficoltà, ovviamente meritevoli, penso che potrebbe essere un buon metodo. Per portare soldi e lavoro a qualcuno. Oltre che un esempio di solidarietà e un messaggio di speranza. Noi lo abbiamo fatto solo ed esclusivamente per questo. E le persone lo hanno capito e ci sono vicine. Le basti pensare che chi non ha vinto ancora ci chiama per chiedere altre strade ”.