Un viaggio nelle emozioni, nei sentimenti sempre più raffinati di un amore che muta ma si rinnova, tra le luci e ombre della vita
Gli ‘Amori trovati per strada’ di Antonio Gerardo D’Errico possiedono l’autenticità e la bellezza di un sentire che si innalza a canto universale: versi vissuti, immaginati, attesi, sperati, che diventano una sequenza di emozioni pure. La raccolta, pubblicata da 'Controluna', è divisa in più sezioni: poemi d’amore, cantiche delle felicità mai raggiunte, cantiche di carnevale, cantiche della solitudine, cantiche tra cielo e terra, pensieri d’amore e canzoni per tutte le età. Non è un caso che l’autore usi la parola ‘cantico’, che definì l’inno alla natura di San Francesco. Un lavoro ben strutturato, che si presenta interessante sia dal punto di vista stilistico, sia nei contenuti. I poemetti inducono il lettore a mettersi in ascolto e a riflettere intorno a un sentimento profondo e complesso come l’amore: “La felicità di un istante/Non basta a cancellare l’amarezza e i dispiaceri”. Sono schegge di pensiero intime e sincere, quasi meditazioni filosofiche, quelle che D’Errico ci propone. E che non si fermano al solo concetto di amore tra uomo e donna, ma si spingono verso un amore sublime, universale, rivolto a tutte le creature, alla vita, alle cose e a Dio. Un susseguirsi di luci e ombre, lacrime e sorrisi, non fanno altro che farci entrare nel vivo dei sentimenti del poeta, che attraverso la parola, il verbo, si rivela e racconta le proprie esperienze rendendole poesia pura. Un ricordo, un sentimento perduto, una dimenticanza: tutto diventa essenziale per la ricerca dell’entità suprema, la spiritualità dell’uomo che ricorda gli elementi da assimilare e vivere con le proprie emozioni. L’uomo è alla continua ricerca di un equilibro e ha la necessità di interrogarsi sul senso di ciò che prova. Gli echi della poetica di Cesare Pavese sono evidenti: oscillazioni, contrasti e contrapposizioni sono presenti anche nella scrittura di D’Errico. Il poeta si rifugia nell’immaginazione e nei ricordi spensierati per fuggire da situazioni faticose; crede addirittura nelle favole, come chiaro riferimento alla fanciullezza: “Credo alle favole/Quelle con cavalieri erranti/E fidi servitori che fanno digiuni infiniti/Per ingraziarsi la benevolenza di un Dio Buono”, dove il patto con le divinità ci porta a un comportamento arcaico, primordiale, ma tremendamente attuale. Almeno in una dimensione fantastica, lontana dalla realtà, la quotidianità è meno complicata. L’autore tenta il contatto divino, cerca un luogo ideale in cui incontrare Dio, per poter dialogare con Lui a impronta dei patriarchi delle religioni. E lo fa attraverso uno strumento potente e straordinario come la poesia. D’Errico chiede, si espone, è curioso. Ha bisogno di sapere chi è, perché è in transito sulla Terra, risvegliando quesiti filosofici fondamentali dell’essere un uomo. Questa esigenza è dettata da una sensibilità estrema, che lo eleva a percezioni e intuizioni spesso al limite della comprensione: “Senti l’umore dell’aria?/C’è un senso comune nella vita/Cercalo negli attimi/Che il tempo consuma”. Entrano in gioco gli elementi che regolano la vita sulla Terra, tramite la ricerca di un rapporto perfetto tra la dimensione terrena e quella celeste. Il poeta osserva la natura, il tempo, la società e, soprattutto, i giovani, consegnandoci una visione limpida e chiara di un’umanità sempre più lontana da se stessa e da Dio, irrimediabilmente smarrita e confusa. D’Errico ci dice: “La speranza si capisce dopo, da vecchi,/quando le emozioni sono malinconia”. L’uomo giunge tardi a comprendere il senso e il valore dell’esistenza: ognuno di noi compie un viaggio, fa delle scelte ed è la vita stessa a metterci di fronte alla realtà, a insegnarci passo dopo passo cosa conta davvero: l’amore. Chi ama non ha bisogno di nient’altro. “Il rimedio è negli occhi di una madre”, grande e saggia verità. L’amore familiare è la certezza su cui edificare la propria identità. D’Errico, pur essendo principalmente un narratore, nella poesia supera se stesso e ci affida versi intrisi di vita, vicinanza, bellezza e storia.
Amori trovati per strada
di Antonio Gerardo D’Errico
Controluna Edizioni
Pagg. 80, € 9,90
L’autore
Antonio Gerardo D’Errico (Monteverde in provincia di Avellino, 1961), vive a Milano dove è poeta, scrittore e drammaturgo. Tra i tanti testi editi e collaborazioni, ha pubblicato le sillogi poetiche ‘Preghiere di tutti i giorni’ e ‘Zenit’. È stato due volte vincitore del Premio Grinzane Pavese, con i romanzi ‘Testimoni d’amore’ (1998) e ‘Montalto’ (2000). Ha scritto insieme a Marco Pannella il saggio politico: ‘Segnali di distensione’. E, con Eugenio Finardi, la biografia ‘Spostare l’orizzonte’ (Rizzoli, 2011). Nel 2015 pubblica per Mondadori, assieme a Nello Daniele, la biografia di Pino Daniele ‘Je sto vicino a te’ e, per Arcana, ‘Per rabbia e per amore’.
NELLA FOTO: ANTONIO GERARDO D'ERRICO