Un’inchiesta in versi per raccontare l’amore malato, la violenza di genere e l’abbandono: temi che purtroppo accompagnano la quotidianità e le notizie di cronaca
Sono 112 le vittime di femminicidio nel 2020. E nel 2021, in meno di tre mesi, sono già 15 le donne uccise per mano di chi diceva di amarle. Il bilancio sembra un fluire di sangue inarrestabile: un problema sociale e antropologico enorme. Felicia Buonomo, da brava giornalista d’inchiesta, si è sempre occupata di temi delicati legati ai minori e al mondo femminile. Questa volta, però, ha scelto di compiere un lavoro di analisi del drammatico fenomeno, attraverso un genere di scrittura che ama particolarmente: la poesia. E infatti, ‘Cara catastrofe’ edita da Miraggi Edizioni segna il suo esordio nel mondo editoriale della poesia. E’ una raccolta ben strutturata, coraggiosa, senza censure, come riportato da Valerio Di Benedetto nella nota di commento al libro. Il progetto si divide in tre parti: nella prima, c’è una sorta di carteggio e tutte le poesie iniziano con ‘Cara catastrofe’: “Cara Catastrofe, non chiedermi cosa penso/se ho un ramo di mano sulla fronte./Reggo le foglie dei miei tormenti su cui ti adagi leggero”. L’autrice tenta un dialogo con il dolore e rende partecipe il lettore. Inizialmente, l’amore ha tutte le caratteristiche di qualcosa di magico, speciale; poi, quando inizia a prendere un’altra forma, cambiano il lessico, le sonorità, le metafore. Felicia Buonomo sceglie una poesia prevalentemente breve, asciutta, ma diretta e mirata; nella seconda parte, si entra nel vivo della violenza attraverso la fisicità. Non a caso, tra i versi troviamo ‘clavicole’, ‘braccia molli’, ‘carne debole’, ‘segni rossi sul collo’. Le immagini, potentissime, riconducono a situazioni di profonda e amara verità, in cui chiunque si trova a dover riflettere e molti sono i simboli che incidono nel ritmo e nel linguaggio; la terza e ultima parte apre a una consapevolezza dell’amore malato, che invade anima e corpo a un dopo possibile: si può uscire dal tunnel della sofferenza. L’autrice attinge a storie vere di donne che ha incontrato. E le traduce in poesia autentica, attraverso una scelta chirurgica delle espressioni comunicative. Le ferite nella pelle e nell’anima restano indelebili, ma è possibile recuperare, lentamente rimarginare pesanti cicatrici. Felicia Buonomo compie un lavoro necessario per tutte le donne, vittime che spesso si sentono colpevoli di ciò che vivono. Una raccolta di valore, che serve a sensibilizzare, a scuotere le coscienze. Ognuno può fare la propria parte. E la poesia è un ottimo strumento per affrontare tematiche così complesse, che toccano l’umanità.
Cara catastrofe
di Felicia Buonomo
Miraggi Edizioni
Pagg. 96, € 10
L’autrice
Felicia Buonomo, dopo la laurea in Economia internazionale, nel 2007 inizia la carriera giornalistica, occupandosi principalmente di diritti umani. Nel 2011 vince il ‘Premio Tv per il giornalismo investigativo Roberto Morrione – Premio Ilaria Alpi’, con l’inchiesta ‘Mani Pulite 2.0’. Alcuni dei suoi videoreportage esteri sono stati trasmessi da Rai 3 e RaiNews24. Successivamente, pubblica il saggio: ‘Pasolini profeta’ (Mucchi Editore) e il libro ‘I bambini spaccapietre. L’infanzia negata in Benin’ (Aut Aut Edizioni – 2020), diario di un reportage giornalistico sullo sfruttamento del lavoro minorile nell’industriale edilizia in Benin (Africa). Parallelamente all’attività giornalistica, porta avanti un progetto di ‘Street Poetry’ sotto lo pseudonimo di ‘Fuoco Armato’, con il quale ha partecipato a progetti di riqualificazione del territorio a Bologna, Roma e Milano, realizzando opere murali con proprie poesie inedite. Altre sue liriche sono state pubblicate su riviste nazionali e internazionali. ‘Cara catastrofe’ è la sua prima raccolta poetica.