Un viaggio intimo, preciso e dettagliato nelle strade e nelle piazze care all’autore, l'architetto 'volterrano' Renzo Marrucci, in cui sono maturate esperienze e ricordi
Raccontare l’esistenza attraverso i luoghi. Quelli in cui sei cresciuto, dove hai ricordi che rimarranno impressi nella tua mente per sempre. Renzo Marrucci è un architetto di rilievo e un artista stimato. Nel libro ‘Dai gradini della chiesina’, edito da Guida, tenta un’operazione di ‘esplorazione’ degli spazi e degli ambienti dove il legame con la terra diventa espressione di sentimenti ed emozioni, spesso contrastanti. Il titolo già ci fa intuire come il contenuto sia carico di interiorità. Anche perché fa uso del diminutivo (la ‘chiesina’…) che si aggancia a prototipi fanciulleschi. Si tratta di momenti ripercorsi con l’intenzione di farli respirare anche al lettore, che si trova catapultato nelle vie di una Volterra che molti non conoscono o che non hanno ancora avuto modo di scoprire. A facilitarci nel primo impatto con la scrittura dell’autore, una limpida introduzione di Karl Lubomirski, seguita dagli interventi di Giovanna Anziano ed Ettore Pellecchia, che ci accompagnano a far conoscenza con il ‘dotato’ disegnatore, lo scrittore, ma anche uomo sensibile, che affronta il passato e il presente rivivendo con la mente un’infanzia fatta di incontri proprio in cima a quei gradini di pietra gialla. Marrucci parte da quel luogo, dove riesce sempre ad aprire il proprio cuore, seduto sul gradino più alto. Lì gli interessava andare, anche solo con la fantasia, a parlare con gli amici di futuro e con i suoi stessi sogni, con alle spalle San Cristoforo, il ‘trasbordatore’. E da via Ricciarelli a via del Campanile fino alla piazzetta, nel nucleo di Volterra, prendono forma le botteghe e le tante attività artigianali, in particolare quelle degli ‘alabastrai’, orgoglio per l’autore, visto che il padre era proprio uno di loro. Marrucci ci descrive con minuzia zone e personaggi, come se dovesse prendere per mano il lettore e fargli incontrare il figliolo della Papalina o l’amico Paolino. Proseguendo, la narrazione si spezza con alcune poesie, che vanno ad arricchire con immagini ancor più essenziali il linguaggio, facendolo risultare semplice, spontaneo, alcune volte persino ‘confidenziale’. Volterra si presenta come una cittadina accogliente e sicura, un ‘micro-mondo’ protetto dal “progetto della Storia”, come l’autore stesso lo definisce. E la sua pietra diventa amica e sorella, in un rapporto così forte che non si può non restarne affascinati. Nelle descrizioni, lo scrittore si lascia trasportare da una poetica che avvolge le parole. E appaiono figure che hanno colori e sapori archetipici. Particolare è il racconto del lavoro manuale degli alabastrai, le visite nei laboratori, quella ‘magìa’ fatta di calore e accoglienza in un mondo ‘artigiano’ profondamente radicato nel territorio, apprezzato per il valore di autenticità del mestiere. Oggi, la città non è più quella di allora: molte lavorazioni sono state spostate in zone distaccate ed è rimasto solo il silenzio. E Marrucci ci espone tale ‘cambiamento’ senza nascondere la propria delusione. Il suo rapporto con Volterra è fatto di luci e ombre, di amore ma anche di tensioni. E tutto ciò appare evidente, poiché questo autore ha il merito di lasciar emergere ogni cosa nella massima trasparenza. L’episodio del trasloco è fondamentale per una rilettura del territorio. Toccante il capitolo dove l’autore racconta la storia dei propri genitori, come quello di Cimino, lo zio: uomo buono e di carattere ‘duro’. Si susseguono volti, legami di famiglia, artigiani, amici d’infanzia, per passare poi da Firenze a Roma, fino a Napoli, dove arriva l’amore vero e, in seguito, Milano. Tutte città con caratteristiche peculiari, luoghi che hanno segnato profondamente il percorso umano e professionale di Marrucci, il quale si affida alla scrittura per tracciare tra le pagine la vita nella sua purezza, fermando in tal modo il ricordo. Un lavoro editoriale dal profondo valore emozionale, in cui bisogna entrare in ‘punta di piedi’ per la profonda ‘memoria condivisa’.
Dai gradini della chiesina
di Renzo Marrucci
Guida Editori
Pagg. 170, 17 euro
Nella foto: Renzo Marrucci