Alla scoperta delle emozioni in un percorso di scrittura che intreccia narrativa e poesia
Torinese, diplomato in elettronica, Domenico Garofalo lavora come informatore medico-scientifico per una nota azienda del parafarmaco della provincia di Milano. Dopo anni di scritti cestinati e altri lasciati nel cassetto, nel 2013 decide di pubblicare la sua prima raccolta poetica: ‘Acquarelli’ (N&P, 2013). Da allora sono seguite diverse pubblicazioni e riconoscimenti nazionali ed internazionali. La più recente è ‘La poesia raccontata ai giorni nostri’, edita da Porto Seguro Edizioni. A giugno 2020, in piena pandemia Covid, crea il gruppo di esplorazione letteraria ‘Poeti emozionali’, composto da sei protagonisti, fondatore incluso: Domenico Garofalo, Antonio Corona, Johanna Finocchiaro, Immacolata Rosso, Francesco Nugnes e Michela Zanarella. Le emozioni sono, infatti, ciò che traina la genesi di questa particolare idea. Qualcuno potrebbe chiedersi cosa ci sia di così originale nel progetto. Sicuramente, quello di aver dato vita a un gruppo di poeti in un contesto complesso come un’emergenza sanitaria: è stato un atto di coraggio, per unire più voci con l’obiettivo di una condivisione poetica. Dare la priorità alle emozioni è stata un’ulteriore sfida, visto che la società attuale tende alla velocità, senza soffermarsi troppo sugli aspetti dell’anima. Tutte le esperienze che le persone evocano ci possono trasmettere e insegnare qualcosa. Domenico Garofalo ci offre la possibilità di compiere un viaggio intimo ed emozionale tra sentimenti, ricordi e verità in cui ognuno può riconoscersi.
Domenico Garofalo, lei hai pubblicato da poco ‘La poesia raccontata ai giorni nostri’ con Porto Seguro Editore, in cui tutto ha inizio da una lettera ritrovata piegata tra le pagine di un diario del 1978: ci racconta? Come nasce questo progetto editoriale?
“Nasce, appunto, da una lettera ritrovata in quel diario: una lettera d’amore giovanile. Rileggendo quella lettera ho provato grandi emozioni e ricordi. Nella mia mente è nata in quel momento la convinzione che la poesia, i ricordi, i racconti possono far nascere energia. Quella che l’universo crea per noi ogni giorno e la mette a disposizione per curare le nostre anime e i nostri cuori”.
Perché ha scelto di unire il racconto alla poesia?
“Come già detto, il libro ha preso vita da solo. Tanti erano gli stimoli ritrovati per un nuovo modo, per me, di parlare di emozioni. All’interno, ci sono racconti di vita quotidiana, ricordi che molti di noi hanno vissuto con il punto finale portato da una poesia che chiude avvolgendo il racconto o che apre le porte per il successivo. Voglio aggiungere che Immacolata Rosso, tra i membri del gruppo dei ‘Poeti emozionali’, ha contribuito in modo importante alla realizzazione dello stesso, come collaboratrice alla stesura dei testi e all’incastro meraviglioso delle poesie. Così è nato ‘La poesia raccontata ai giorni nostri’ edito da Porto Seguro di Firenze, che ringrazio per aver creduto in questo progetto”.
Se dovesse dare una definizione di poesia, secondo lei, che cos’è?
“Per la poesia, tante schiere di poeti e non, nei secoli hanno dato una definizione di poesia o hanno provato a spiegare cosa essa sia. Di tutte quelle sentite e lette ne amo una in particolare: quella di un certo poeta italiano, un certo Giuseppe U. da Alessandria d’Egitto. Lui soleva dare questa risposta: “Mah, è un’idea che arriva e tormenta l’anima e poi inizi a scrivere e continui. Quando le parole prenderanno forma e porteranno in dono un segreto, potranno arrivare a chi le leggerà e solo in quel momento diventeranno poesia”.
Lei si interroga sulla diversità, ma spesso accadono fatti di discriminazione nei confronti di chi è diverso: da cittadino e da scrittore come pensa si possa intervenire?
“Nella mia silloge poetica ‘Cambio matita’ parlo anche delle diversità di genere, di pelle, di religione. Dire che siamo tutti uguali, che dobbiamo rispettare l’altro, sono diventate parole fastidiose per chi cavalca, per un proprio tornaconto, il problema.
Qualche anno fa, avrei risposto che bisognerebbe iniziare dalla scuola, insegnando a tutti, fin da bambini, il rispetto per ogni essere vivente. Oggi, il ‘bersaglio’ si è spostato: dobbiamo insegnare ai genitori la tolleranza e l’accettazione di tutti gli esseri umani. Molti non sono in grado di essere un esempio per i propri figli. Anzi, indicano strade sbagliate. I giovani di oggi non sono spenti, menefreghisti, assenti, anzi tutt’altro: sono lasciati a se stessi, senza punti di riferimento, di esempio.
Vogliamo affrontare il tema della discriminazione? Bene, iniziamo a educare i ‘grandi’, i genitori, per far sì che i piccoli possano fare grandi cambiamenti nel futuro”.
A giugno del 2020, ancora in piena pandemia, lei ha dato vita a un gruppo di poeti: ci parla dei ‘Poeti emozionali’?
“Parlare dei ‘Poeti emozionali’ è, per me, motivo di gioia e onore. Quello che posso dire per esprimere tutti questi sentimenti è che siamo degli amici scrittori accomunati da affinità letterarie ed emotive nella creazione delle nostre liriche, delle emozioni provate durante lo scrivere o nel declamare versi. Ci consideriamo degli esploratori dell'anima: persone che amano guardarsi dentro per migliorarsi. Crediamo fermamente che la magia della poesia possa far nascere un'emozione vera. E, con le nostre pubblicazioni, speriamo di riuscire a raccontare stralci di vita vissuta, affinché possano essere compresi e condivisi dalle genti. Ci impegniamo nel promuovere la poesia e per tenerla viva, in questi tempi difficili. Speriamo che, attraverso le nostre parole, il lettore possa riscoprire la bellezza di un'emozione genuina e la libertà nel condividerla. Nelle nostre biografie, scritte o declamate di fronte a un pubblico, ci presentiamo orgogliosamente come ‘Poeti emozionali’, perché siamo convinti che mostrare la propria sensibilità emotiva sia un valore aggiunto, che debba essere espresso per poter tornare a una ecologia dei sentimenti che faccia evolvere e non solo vendere”.
Platone scrisse: “Il comportamento umano scaturisce da tre fonti principali: desiderio, emozione e conoscenza”: cosa ne pensa e cosa rappresentano per Lei le emozioni?
“Platone, primo e preferito discepolo di Socrate, riporta per iscritto uno dei pensieri del Maestro. Il Maestro suddivide in tre classi umane queste fonti principali.
La classe più bassa si comporta principalmente in base al desiderio; la maggioranza della popolazione ha bisogno di un leader per realizzare tutto ciò che la rende felice; la classe media si comporta, principalmente, in base alle emozioni. Una grande minoranza della popolazione: leali e appassionati della cultura. La classe superiore si comporta principalmente in base alla conoscenza. Una piccola minoranza della popolazione sono i leader riconosciuti della classe media: sanno spiegare, grazie alle loro capacità dialettiche, come vivere in un mondo in continua evoluzione.
Senza approfondire ulteriormente il discorso, posso dire che per me le emozioni sono tutto e fanno parte della mia vita. Abbiamo bisogno, oggi più che mai, di emozionarci, di sentire il vello cutaneo. Condividere con le genti tutto questo, credo sia l’unica strada verso una vita migliore”.
Come possono seguirla i lettori e cosa sta preparando per i prossimi mesi?
“Sono presente su Facebook (cliccare QUI) e nel sito dei ‘Poeti emozionali’ (cliccare QUI), che dal mese di gennaio 2021 sono entrati a far parte dell’associazione ‘Vivere d’Arte’ di Torino. A questi link troveranno aggiornamenti e informazioni in tempo reale, anche sulle presentazioni del libro ‘La poesia raccontata ai giorni nostri’ (cliccare QUI). Infatti, è mio desiderio, nei prossimi mesi, portarlo a spasso per l’Italia. Ultima, ma non per importanza: ho ripreso tra le mani l’idea della narrativa. Nel 2017 ho scritto un romanzo, al momento l’unico, ma non voglio lasciarlo solo: credo abbia bisogno di un ‘fratellino’. Ringrazio, infine, tutto lo staff di ‘Periodico italiano magazine’ per l’opportunità concessa e mando un grande abbraccio a tutte le lettrici e i lettori”.