L'autrice libanese ci illumina sulla letteratura araba per ragazzi e giovani adulti: un ‘mondo’ tutto da scoprire, per combattere i tanti stereotipi che, purtroppo, alimentano il pregiudizio e l'intolleranza
Fatima Sharafeddine ha accettato con entusiasmo di concederci un'intervista. Dopo averla contattata, abbiamo parlato a lungo di diversi argomenti, tra i quali la violenza di genere e di quanto il fenomeno abbia una portata mondiale e un'incidenza pressoché identica in tutti i Paesi. Fatima è un'autrice ancora poco conosciuta, in Italia. Nata in Libano, si è trasferita in Belgio con la sua famiglia nel 2011, dove ha maturato la decisione di insegnare a leggere l'arabo ai suoi figli. E' così che si è accorta che non esistevano abbastanza libri per bambini e ragazzi in lingua araba. Ciò l'ha motivata a lavorare in prima persona per aumentarne il numero. Ed ecco come è iniziata la sua strada verso il successo. Fatima ha pubblicato oltre 120 testi in lingua araba, tradotti in tedesco, spagnolo, catalano, francese, turco e inglese. Il suo ultimo successo è ‘Cappuccino’, disponibile, per ora, solo in lingua araba: un lavoro che narra la violenza domestica perpetrata da un membro di una famiglia contro la madre, le figlie e le sorelle, le quali, a causa di questo problema comune, danno vita a un'alleanza femminile in grado di realizzare consapevolezza e cambiamento attraverso la loro reciproca vicinanza e solidarietà. Il tema del ‘femminile’ era già presente in ‘Faten’, opera precedente della Sharafeddine, che narrava la vicenda di una ragazza di un villaggio libanese giunta a Beirut per lavoro. L'immigrazione e le sue difficoltà, così come il desiderio di affrancarsi da una vita già programmata sul modello tradizionalista, che prevede cieca obbedienza e sottomissione, spingono Faten alla ribellione, in favore del diritto a una vita diversa. In genere, le opere di Fatima Sharafeddine sono edite, in Italia, da Gallucci editore, per la collana Kalimat.
Fatima Sharafeddine, come è arrivata la passione per la scrittura? E come mai ha deciso di scrivere libri per bambini?
“La scrittura è il mio mezzo preferito per esprimermi e comunicare. Visto che amo scrivere in modo semplice, ho deciso di farlo per i bambini. Inoltre, i miei studi in Educazione della prima infanzia e in Letteratura araba moderna, nonché la passione per la lettura di libri per l'infanzia, iniziata negli Stati Uniti durante la crescita dei miei figli, mi hanno dotata degli strumenti necessari per scrivere in modo creativo. I bambini sono molto intelligenti e il successo come scrittore arriva solo se sei genuino in quello che offri. Inoltre, il mio obiettivo è quello di migliorare e arricchire la letteratura per bambini e ragazzi nel mondo arabo”.
Dai libri illustrati per l'infanzia a ‘Cappuccino’: un passo importante, può dirci come è avvenuto?
“Scrivere per ragazzi è una decisione che ho preso nel 2010, quando mi sono sentita pronta a questo tipo di letteratura. Desideravo scrivere per questa fascia di età, in primo luogo perché è una categoria trascurata nella letteratura araba; in secondo luogo, perché credo fortemente che ci sia bisogno di libri attuali per questa fascia di età, libri che si occupino della lotte, delle preoccupazioni, delle paure, delle passioni dei ragazzi. Il mio primo libro per giovani adulti è stato ‘Faten’, tradotto in inglese, norvegese e turco; il secondo ‘Ghadi e Rawan’, scritto con il collega Samar Barraj e tradotto in inglese; il terzo è ‘Cappuccino’; il quarto, appena uscito, s’intitola 'Mila's Pear'...”.
In ‘Cappuccino’, lei parla di violenza domestica: può darci il suo punto di vista sulla violenza di genere in Libano e, più in generale, una panoramica della situazione femminile?
”Ho deciso di scrivere di violenza domestica, perché è un fenomeno che si verifica dappertutto, in Libano così come nel resto del mondo. Di violenza di genere non si parla mai abbastanza, anche perché rimane ancora un tabù per le famiglie: una vergogna di cui non parlare con nessuno. Pertanto, scrivendo sull'argomento, ho voluto aprire la porta alla discussione con e tra i lettori, in particolare tra gli adolescenti. A questo scopo, ho presentato il libro nelle scuole, discutendo con gli studenti delle questioni sollevate nel romanzo”.
Vuol lanciare un messaggio ai nostri lettori?
”Mi piacerebbe che i lettori si avvicinassero alla letteratura araba per bambini, nello stesso modo in cui si avvicinano alla letteratura di qualsiasi altra cultura. Spero che i miei libri per bambini possano contribuire a cancellare gli stereotipi che, purtroppo, alcuni media e alcuni personaggi tentano di rafforzare, alimentando il pregiudizio e l'intolleranza”.