Un volume di Andrea Signini ricostruisce le tristi vicende che hanno sfaldato la nostra compagnia di ‘bandiera’, ponendo fine alla gloriosa storia di un marchio che, per interi decenni, aveva rappresentato il ‘fiore all’occhiello’ del nostro miracolo economico
Il cosiddetto ‘caso Alitalia’ si è risolto a metà ottobre, mediante la definitiva sostituzione del vettore con la neonata ‘Ita’, per la gioia della commissaria europea alla concorrenza, Margrethe Vestager. Una serie d'interventi, tenutisi alcuni giorni fa presso la caratteristica ‘Locanda Blues’ di via Cassia in Roma, ha accompagnato la presentazione del libro ‘Sos Alitalia: testimonianze, storie e vicissitudini di chi ha dato lustro ad Alitalia’ (Italian Edition), scritto da Andrea Signini, storico della contemporaneità, già dipendente Alitalia e Rappresentante di compagnia presso l'aeroporto internazionale di Fiumicino (Rm), nonché Cargo Manager degli aeroporti romani. Nel corso della dibattito è stato evidenziato come, a onor del vero, Alitalia avesse chiuso i battenti già nel lontano 2008 allorquando, sotto la spinta ‘berlusconiana’ da un lato e quella dei ‘capitani coraggiosi’ raccolti sotto l'egida dell'imprenditore Carlo Toto, patron di AirOne dall'altro, nacquero dapprima 'Cai' e poi 'Sai'. Almeno allora, il marchio Alitalia non venne spedito in soffitta, ma subì un raffinato restyling, mediante piccoli ritocchi lungo le fusoliere degli aerei e nelle tinte sulle carte d'imbarco. Un'azione tendente a dare l'idea di una potenziale continuità, almeno dal punto di vista dell'immagine. Esattamente quanto non è stato preso in considerazione dalla dirigenza di 'Ita', orientata invece a operare sul ‘filo del rasoio’, andando incontro a difficoltà operative e tecniche di ogni sorta. Ma quando un vettore aereo non giunge a destinazione, ma atterra su un aeroporto alternativo a causa della mancanza delle certificazioni, un problemino c'è, eccome. A distanza di quasi un decennio dalla precedente pubblicazione, intitolata ‘Alitalia Top Secret’, il buon Signini concentra la propria attenzione sul tema del trasporto aereo civile, “ormai ridotto all'osso”, ha tenuto a specificare. Seduti insieme a lui al tavolo dei relatori, l'economista Nino Galloni – già alto dirigente di Stato e direttore generale del ministero del Lavoro - e il comandante di B-777 Alitalia, Danilo Baratti, uno tra i più anziani comandanti d'Italia e d'Europa, con all'attivo qualcosa come oltre 25 mila ore di volo. Gli argomenti trattati hanno consentito ai presenti di ampliare il proprio punto di vista, troppo spesso rinchiuso in un angolo retorico, non sufficientemente esplorato dalla stampa, che talvolta è troppo ‘tiepida’ nell'accertare reali responsabilità. Responsabilità che, storicamente, hanno un volto ben preciso, che non è certo quello dei dipendenti, i quali nel corso degli anni hanno finito per pagare il conto più amaro, ritrovandosi privati del posto di lavoro o cassaintegrati, a differenza di chi in quella condizione ce li aveva messi, usciti con compensi milionari. Non si è trattato, ovviamente, di un romantico amarcord, tutt'altro, bensì di un cosciente processo analizzato nella sua cronologia, in cui sono state evidenziate date critiche, risultate delle vere e proprie 'occasioni perdute' le quali, alla lunga, hanno sancito lo sfaldamento e la distruzione di quello che un tempo era il fiore all'occhiello dell'Iri e rappresentava il secondo marchio italiano più conosciuto al mondo dopo quello della Ferrari. Una pagina di storia triste, riguardante la nostra economia, ‘azzoppata’ da chi aveva, almeno sulla carta, l'incarico di renderla efficiente. Per chi desiderasse approfondire la materia, rimandiamo al noto sito di e-commerce ‘Amazon’ ove, digitando ‘Sos Alitalia’, potrà scegliere se acquistare la copia cartacea o quella ‘kindle’. All'interno dell'opera non mancano pregnanti aneddoti di vita vissuta dei protagonisti, nonché interviste inedite e studi storici approfonditi, riguardanti il ‘Cortissimo Raggio e gli Stol’, materie che sono al centro degli studi del Signini da oltre un ventennio.