Nella libreria indipendente Sinestetica, il 24 maggio scorso Sarah Jaffe ha presentato l’edizione italiana de ‘Il lavoro non ti ama!’, insieme ad Aboubakar Soumahoro e a Christian Raimo, assessore alla cultura del Terzo Municipio di Roma
“Fa’ ciò che ami e non lavorerai nemmeno un giorno in vita tua”. E' forse il 'mantra' più gettonato che abbiamo ereditato dagli anni ’80 del secolo scorso. Un monito che, secondo Sarah Jaffe, autrice di ‘Il lavoro non ti ama’ (Minimum Fax Edizioni), ha finito per avvelenare l’anima dei lavoratori, in particolare quelli dei Paesi a industrializzazione avanzata. “Per capire come sia stata possibile questa allucinazione di massa”, spiega Sarah Jaffe, “trovo utile la metafora del bastone e della carota: il lavoro che amiamo è la carota; il bastone è il neoliberismo. Avremo sempre meno tutele e lavoreremo sempre di più, sperando di essere gratificati dall’impiego che ci siamo scelti o che ci è capitato”, conclude l’autrice. La saggista statunitense esordisce così, durante la sua prima presentazione dell’edizione italiana, uscita per Minimum Fax, nella libreria romana Sinestetica, nella cornice di ‘Come un libro aperto’, iniziativa promossa da ‘Grande come una città’, progetto culturale del Terzo Municipio di Roma. Un esordio simile ha suscitato l’entusiasmo dei presenti e, in particolare, di Aboubakar Soumahoro, attivista e ricercatore in scienze sociali, più noto al grande pubblico per il lavoro sindacale fatto con i braccianti agricoli. Secondo lui, “il lavoro non ti ama è una perfetta sintesi gramsciana di teoria e prassi”. Poi dice la sua sul quarantennio di neoliberismo: “Ci hanno venduto il modello aziendale come la soluzione a un mondo arcaico, di valori vecchi e inattuali, ma la pandemia ha portato alla luce tutte le contraddizioni già vissute sulla pelle degli invisibili”. Christian Raimo, assessore alla Cultura del Terzo Municipio, moderatore della presentazione de ‘Il lavoro non ti ama’, porta alla luce il debito nei confronti della letteratura femminista da parte di Sarah Jaffe. “Devo a Silvia Federici e ad Antonio Gramsci gran parte della mia visione del mondo”, asserisce la saggista, “se uno dei fondamenti del capitalismo è stato il lavoro di cura svolto dalle donne, la vera rivoluzione degli ultimi anni non è il fatto che alcune donne siano diventate presidente della Repubblica, ma il fatto che sempre più uomini abbiano iniziato a svolgere quotidianamente il lavoro di cura”. Provocatoriamente, Christian Raimo ha associato il fenomeno delle grandi dimissioni al preambolo di uno sciopero generale, suscitando l’indignazione di Sarah Jaffe, molto sensibile al tema dal momento che, nel 2016, pubblicò un saggio dal titolo ‘Necessary Trouble’ (‘Disturbo necessario’, ndr), che analizzava i movimenti di massa popolari come ‘Black Lives Matters’ e ‘Occupy Wall Street’: “Cambiare lavoro senza cambiare le condizioni dei lavoratori non ha niente a che vedere con uno sciopero generale. Però, è vero che sempre più comparti negli States iniziano a sindacalizzarsi. Iniziano a capire che ci sono cose che possono essere fatte prima di lasciare il lavoro, per trovarne un altro in cui si ripropone la medesima struttura di potere e di oppressione”. Inoltre, secondo la giornalista, la competizione ci sembra accettabile solo perché alcune tipologie di lavoro sono state delocalizzate: “Uscire dall’ottica occidentalista ci aiuta ad avere quella visione d’insieme che ci può aiutare a far emergere il sindacalista che è in ognuno di noi”, ha detto a proposito Soumahoro, “ma se non cambiamo il paradigma entro il quale raggiungere i nostri obiettivi, ci troveremo di fronte sempre la stessa scelta che ci pone davanti il cambiamento climatico, perché nel paradigma capitalistico è impossibile far coincidere la giustizia ambientale con quella sociale”. Il libro di Sarah Jaffe travalica necessariamente i confini degli Stati Uniti, per approfondire quelle realtà ‘esterne’ che rendono possibile il ‘sogno americano’ di pochi. Secondo la scrittrice, “non ha più senso oggi continuare a competere per un lavoro che, per i motivi più diversi, alla fine si dimostrerà un cattivo amante. Dobbiamo, invece, cercare di pensare una struttura giusta ed equa a livello globale. Non possiamo permetterci di stare in competizione per il lavoro: organizziamolo a livello internazionale”, ha concluso.
‘Il lavoro non ti ama'
di: Sarah Jaffe
tradotto da: Rocco Fischetti
Edito da: Minimum Fax
Prezzo: 20,00 € (cartaceo)
QUI SOPRA, DA SINISTRA: ABOUBAKAR SOUMAHORO, CHRISTIAN RAIMO E SARAH JAFFE
AL CENTRO: LA SAGGISTA AMERICANA PRESENTA IL SUO ULTIMO LIBRO
IN APERTURA: LA LOCANDINA DELL'EVENTO