Una serie di incontri in un centro massaggi con una giovane donna cinese vissuti attraverso il racconto di un professore in pensione. Il sesso desiderato e spesso sognato da un uomo che si rifugia nel piacere attraverso la figura della sua massaggiatrice, con la consapevolezza che la vita gli ha riservato solitudine e sofferenza
Quarantasei momenti, dove sono costanti le riflessioni-confessioni di un professore ‘single’ in pensione che racconta gli incontri da lui avuti in un piccolo centro massaggi a pagamento con Amneris, una giovane massaggiatrice cinese, il cui nome risulta improbabile per una donna dell'estremo oriente. Dalla penna di Rosa Santoro prende forma 'L'amante della massaggiatrice cinese', un romanzo breve edito da Arduino Sacco Editore che scandisce le pulsioni erotiche di un uomo e una donna che vivono una relazione particolare, fatta di passioni, trasgressioni, silenzi e gestualità molto intime: "Due volte a settimana, mi recavo da lei per scacciare quel tempo, odiavo la noia. Quando mi toccava era come se passasse su di me l'arco di un violino e insieme ci accordassimo all'unisono in un'unica melodia". In circa centoventi pagine, l'autrice si immedesima nella personalità di un uomo maturo, non sposato, senza legami alle spalle, che avverte nella solitudine, la necessità di trovare una donna che lo faccia vibrare di emozione. Dalla finestra di casa la osserva, la spia, la desidera. Ed ecco che il professore mette a nudo le sue fantasie, spingendosi in sogni a volte surreali con questa massaggiatrice molto più giovane di lui, che lo affascina fino a portarlo fuori controllo. Questo rapporto, fatto di incontri costanti, nasconde desideri taciuti, la voglia di vivere una relazione autentica. E, tra le righe, si avverte la consapevolezza di come il tempo scorra, la paura di invecchiare in solitudine del professore, che lo porta a vivere con incertezza l'amore, tanto che il sentimento fa fatica a compiersi, forse anche per la posizione di Amneris, che riveste il ruolo di una ‘donna-schiava’ delle voglie dei suoi clienti e del padrone del centro. L'attesa e il rituale appuntamento diventano un nutrimento per il protagonista, che vive quasi ossessivamente questi momenti. La trama in sé non riserva grandi colpi di scena e non racconta realtà fuori dall'ordinario: un uomo adulto che cerca semplicemente di vivere il piacere con estrema spontaneità con una giovane orientale. Egli incarna il classico cliente che cerca un contatto erotico nel massaggio a pagamento, una forma di rapporto nient’affatto inconsueta ai nostri tempi. Anzi, la scelta narrativa appare un po' scontata. Tra l'altro, se ripeschiamo nella memoria il film 'L'amante' di Jean Jaques Annaud, per un momento ci sembra di venire assorbiti dal desiderio dei protagonisti, come nel racconto del professore e della massaggiatrice, pur essendo le due storie piuttosto lontane. L'autrice cerca sicuramente di catturare i lettori conoscendo cosa subentra nella mente di chi si avvicina a un libro prettamente erotico, ma cade talvolta nella rete di un contenuto che fatica ad apparire originale. La scrittura necessita di innovatività. E un lavoro come questo suscita, indubbiamente, una certa curiosità, soprattutto per la narrazione, certamente efficace. E il volto di Toni Servillo, utilizzato da Rosa Santoro come fonte d’ispirazione per riuscire a decrittare le svariate complessità psicologiche del protagonista maschile di questo lavoro, ha avuto l’effetto, che è poi il ‘lato’ più interessante del volume, di un tentativo di addentramento all’interno dell’universo culturale e identitario maschile in questi primi decenni del terzo millennio. Ne abbiamo parlato proprio con l’autrice, Rosa Santoro, al fine di comprendere quale ispirazione l’abbia portata a un tentativo editoriale di questo genere.
Rosa Santoro, cosa ti ha guidato nella scrittura di questo libro: 'L'amante della massaggiatrice cinese'? Cosa volevi trasmettere ai lettori?
“Direi tutto o niente, perché quello che scrivi è il tempo stesso futuro. L’erotismo è come una zanzara: in qualche modo deve emergere da qualche fonte che lo aggiorni. È un vestito bianco per tutti. Cibarsi è ancora un pasto per i cervelli attivi, che non siano ancora ‘maceri’. La nostra società pullula, ormai, di uomini della terza età e presto dovrà fare i conti con questa realtà in quanto, i ‘signori di lusso’ e di esperienza attraggono le ventenni. La maturità di un uomo trasmette alle donne una sicurezza di danaro e certezze che le mancano. E magari, chissà, ‘scappa’ una ‘firma’ per tre appartamenti, due auto e qualche viaggio”.
Come sei riuscita a dare voce alle pulsioni erotiche di un uomo?
“Ho cercato di entrare in quel mondo, che in parte mi appartiene poiché ‘mascolina’ di carattere. Se non avessi avuto davanti un volto così particolare, non sarei riuscita a scrivere questo testo: parlo di Toni Servillo, verso il quale mi sono ispirata in quanto piccola o inesistente rispetto alle sue altezze. Non credo che ci incontreremo mai. Eppure, una notte l’ho anche sognato mentre scrivevo. E mi ha rimproverata di averlo ‘disturbato’ nella sua dimensione. Ma in realtà, questo momento, forse un po’ intimista e personale, ha finito col creare un feeling innovativo e diverso, che mi ha aiutato e guidato in molte delle mie scelte da autrice”.
Secondo te, quale caratteristica deve avere un buon libro di letteratura erotica per essere considerato tale?
”Quasi tutti i testi hanno un ‘tocco’ di erotismo. Diceva Arthur Bloch: “Se non è erotico, un libro non è interessante…”.
L'amante della massaggiatrice cinese
di Rosa Santoro
Arduino Sacco Editore
pag. 124, 9.90 euro
Rosa Santoro è un'autrice di origini pugliesi. Ha ottenuto diversi riconoscimenti in ambito letterario. Nel 2013, ha pubblicato il romanzo ‘Io, però…’ e, nel 2014, notevoli pubblicazioni di saggistica. È del 2015 la pubblicazione di documenti storici nel volume ‘Isabella Morra’ e ‘L’amante della massaggiatrice cinese’.