Un romanzo riflessivo, ricco di sentimenti e valori perduti: una lettura importante verso quella ‘pacificazione nazionale’ tra gli italiani consapevoli di aver superato le tante tragedie della Storia
Siamo a Bolzano negli anni ‘20 dello scorso secolo. In quel periodo, il Sudtirolo era da poco diventato italiano dopo la fine della Grande guerra. Ma ciò era vero solo sulla ‘carta’, dal momento che, dati alla mano, la popolazione tedesca era la maggioranza. Il regime fascista intraprese allora una poderosa campagna di italianizzazione, spingendo, in maniera poco ortodossa, sia gli operai, sia i contadini di allora a cercare fortuna al nord, nelle terre appena conquistate, promettendo loro dignità e benessere. Questo il contesto che accomuna alcune famiglie scaraventate in quella che oggi è la Provincia autonoma di Bolzano, come i Marchetti, oriundi vicentini e “fascisti doc” e i Ceccarini, le cui origini trovavano spazio in Maremma, diffidenti nei confronti del regime ‘mussoliniano’. C’è tuttavia un preciso minimo comune denominatore tra le due famiglie: il desiderio, decisamente forte, per certi versi accecante, di emergere e farsi strada in ogni maniera possibile e immaginabile, in una regione le cui popolazioni autoctone, di ceppo tedesco, non credevano affatto in una pacifica convivenza, nascondendo pericolosamente, dietro una facciata di moderazione, una feroce smania di rivalsa contro l’oppressione fascista. E’ su queste basi che poggia il nuovo romanzo di Katia Tenti, dal titolo: ‘Resta quel che resta’ (Piemme Edizioni). Un’opera che si concentra sul tema dell’identità dei popoli e sull’integrazione, talvolta impossibile. Ambientato subito dopo la fine della prima guerra mondiale, questo lavoro racconta la difficile transizione dell’Alto Adige/Südtirol dall’Impero austro-ungarico al Regno d’Italia e le vicende dei tanti italiani che vennero trasferiti di forza in quelle aree a caccia di una vita più decorosa. Anni in cui è ancora fortemente sentito il concetto di ‘Patria’. Ed è proprio di questo che tratta il libro, raccontando in stile ‘picaresco’ le vicissitudini di quelle famiglie che lottarono per i propri diritti in una terra ostile, superando qualsiasi difficoltà. Anche sui nostri banchi di scuola si tende a studiare poco quei momenti storici in cui gli italiani, per mantenere la loro identità, dovettero combattere per la loro indipendenza: una parola che affascina, ma che nel contempo fa paura, poiché implica coraggio, determinazione, grande maturità. Un romanzo molto attuale in una società ‘liquida’ come quella di oggi, in cui sembriamo non sapere più cosa significhi l'amore per il nostro Paese, la nostra terra, per i nostri usi e costumi. Talora non conosciamo nemmeno le bellezze e le grandezze dell’Italia e andiamo a cercare altrove ciò che potremmo avere vicino a noi. Eppure, quel desiderio di emergere e di annullare le ostilità, decisamente forti, che molti uomini e molte donne hanno vissuto sulla loro pelle, a volte li riconosciamo nelle nostre vite, quando decidiamo di immigrare in un altro Paese o in una regione diversa da quella in cui siamo nati e cresciuti. Forme di adattamento che non devono tuttavia privarci di quell'amore potenzialmente ancora dentro di noi, nascosto nel nostro cuore e, ancor più, nella nostra anima. Un tentativo, quello dell’autrice, di riscoprire un sentimento di Patria depurato dai rancori ideologici. ‘Resta quel che resta’, con il suo racconto dipanato nel tempo, ci aiuta a comprendere meglio cosa significhi, oggi, essere italiani. E potrebbe risultare una lettura importante verso quella ‘pacificazione’ non solo tra popoli diversi, ma tra gli stessi italiani, dopo aver superato le tante tragedie della Storia.
L'autrice
Katia Tenti è nata e vive a Bolzano. Si è laureata in sociologia a Trento e, per anni, si è dedicata all'approfondimento dei fenomeni di devianza sociale. Da sempre si occupa di cultura, teatro e arte contemporanea. È autrice di diversi format culturali di musica, di teatro, arte e letteratura dedicati ai giovani talenti. I suoi romanzi sono ambientati in Alto Adige, sua terra di origine caratterizzata da forti contraddizioni sociali, culturali ed etniche, per la quale nutre un sentimento di attaccamento profondo. Per Marsilio Editori ha già pubblicato ‘Ovunque tu vada’ nel 2014 e ‘Nessuno muore in sogno’ nel 2017. Per Piemme Edizioni ha invece dato alle stampe ‘Resta quel che resta’ (2022).
‘Resta quel che resta’
di: Katia Tenti
Editore: Piemme
Genere: Narrativa
Pagine: 458
Prezzo: 18.90 €
QUI SOPRA: KATIA TENTI CON GLI ALLIEVI DELLA SCUOLA DI GRAFICA E COMUNICAZIONE DI BRESSANONE (BZ)
AL CENTRO: L'AUTRICE A BOLZANO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL SUO ULTIMO LAVORO
IN APERTURA: LA COPERTINA DEL LIBRO