Una storia intricata guidata dalla dissociazione mentale del protagonista e del suo rapporto turbolento con il gentil sesso: un problema che diventa il vero ‘sfondo’ antropologico de ‘L’amico imperfetto’, edito da fila37, primo romanzo dell'autore della fortunata pièce teatrale ‘Uomini sull’orlo di una crisi di nervi’

Dopo il successo come autore di numerose pièce teatrali, tra cui il cult ‘Uomini sull’orlo di una crisi di nervi’, Rosario Galli debutta con il suo primo romanzo: ‘L’amico imperfetto’, edito da fila37. Una storia coraggiosa e a tratti irriverente, che si muove sui binari del romanzo psicologico, colorito di sfumature noir. Ci troviamo a Roma, tra gli anni ‘50, ’60 e ’70 del secolo scorso. E il ritratto del protagonista – il Principe – viaggia tra le strade della capitale, tra le case popolari di via di Donna Olimpia, Monteverde Vecchio e del quartiere Garbatella, insieme ad alcuni personaggi in fuga o di passaggio nel viavai romano. Una storia intricata, guidata dalla dissociazione mentale del protagonista e del suo rapporto – indubbiamente turbolento – con il gentil sesso, nell’era della crisi del maschio. Il rapporto tra i sessi diventa, perciò, il vero protagonista dei racconti del Principe, assumendo una nuova prospettiva, più profonda e autentica. Il tutto con la firma inconfondibile, ironica, sagace e mai banale di un autore che già in passato, attraverso il teatro, con il suo ‘Uomini sull’orlo di una crisi di nervi’, aveva raccontato le nuove visioni del mondo, a volte anticipando alcuni passaggi storico-sociali. Abbiamo dunque incontrato Rosario Galli. Ed ecco cosa ci ha raccontato su questo nuovo romanzo.

Rosario Galli, partiamo dal titolo, ‘L’amico imperfetto’: chi è? E come mai è ‘imperfetto’?
“Il protagonista del romanzo si chiama 'il Principe', anche se in effetti ha un nome e un cognome che, però, è nascosto da qualche parte e il lettore, se vuole, può provare a indovinare. Il Principe è un uomo molto particolare, uno a cui la vita va stretta, che ama il rischio, gioca a poker, ama le donne, la bellezza, ma soprattutto la poesia e l’amicizia. La sua vita è sempre vissuta di corsa e, alla fine, capisce che deve andare piano. L’imperfezione è uno dei suoi comandamenti: vivere cercando la perla nell’ostrica, che nasce dalla malattia”.

Quali sono i riferimenti a cui ha attinto per creare la storia e i personaggi?
“Il principale è senza dubbio Fëdor Dostoevskij e il suo ‘Uomo dei ricordi del sottosuolo’, che non a caso cito tra le epigrafi. Il mio romanzo è pura fantasia, ma nasce da persone reali: ho mescolato la verità con l’invenzione, così che tutto sembrasse verosimile. Non è autobiografico, ma ci sono amici, nomi e fatti della mia vita sparsi qua e là, mascherati, irriconoscibili forse dagli stessi modelli”.
 
Qual è il rapporto fra il mondo interiore del protagonista e la Roma della seconda metà del secolo scorso?
“Il Principe e il suo amico Luciano si conoscono grazie al campetto di calcio dell’oratorio: la realtà di una Roma anni ’60 che non c’è più e che tanta letteratura ha ispirato. I due crescono e vivono in quel clima di esaltazione politica e sociale, in cui tutto sembra possibile, nel bene e nel male”.

Possiamo ritrovare qualcosa della sua vita come uomo di teatro in questo romanzo?
“Sicuramente, il gioco del poker. Il Principe, infatti, è un professionista del poker. Impara da giovanissimo e diventa un fenomeno, imbattibile: l’uomo con cui tutti voglio misurarsi. Il poker era centrale anche nell’ormai fortunata commedia ‘Uomini sull’orlo di una crisi di nervi’, che viene replicata ancora oggi dal 1994. Anche grazie al fatto che i 4 protagonisti, per la prima mezz’ora della commedia, sono seduti a un tavolo e giocano, per l’appunto, a poker”.

NELLA FOTO QUI SOPRA: ROSARIO GALLI SFOGLIA UNA COPIA DEL SUO NUOVO ROMANZO

AL CENTRO: LA COPERTINA DELL'OPERA

IN APERTURA: L'AUTORE DI 'UOMINI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI' IN PRIMO PIANO

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