Il percorso urbano e poetico di un uomo tra le cose di ogni giorno: uno sguardo nudo e crudo nei confronti della nostra realtà quotidiana, vincitore del concorso letterario 'Metropoli in versi', organizzato dalla Phoenix Associazione Culturale in collaborazione con l'Upter e 'Periodico italiano magazine'
“Andate a bussare alla porta di Rubens Lanzillotti: non lo troverete nella sua stanza, chino a battere sui tasti della macchina da scrivere; non passerà le ore illustrandovi gli amori della sua vita…”. E’ così che Antonio Meli ci introduce nella raccolta di poesie ‘Ti ho mentito ma era solo poesia’, pubblicata da Compact Edizioni. Il libro è il riconoscimento ottenuto dall’autore per essersi qualificato al primo posto al concorso ‘Metropoli in versi’, dedicato al tema della città e dei luoghi del vivere, ideato e promosso da Phoenix associazione culturale in collaborazione con Upter Roma, Teatrocittà e la testata giornalistica ‘Periodico italiano magazine’. L’immagine di copertina, uno scatto di Marco Restano, è insolita e particolare: una coppia si abbraccia davanti alla bocca di un cannone che, se esploso, manderebbe in frantumi qualsiasi proposta o sogno d’amore. E’ la poesia a intervenire nel momento opportuno, prima che sia troppo tardi. La scrittura di Lanzillotti ha una sua collocazione ben precisa: è una poesia della quotidianità, attuale, moderna, intrisa di vita, fatta di lacrime, errori, iperboli, speranze, attese, ma anche tanta verità. Il poeta scrive con parole semplici, ma efficaci. Scatta in lui quasi una sorta di provocazione: certe cose non può evitare di dirle, non può trattenersi, i pesnieri deve farli uscire potenti, disarmanti, nudi e crudi. Sa dove andare a mirare, per scuotere il lettore: “La perfezione non esiste./Come non esiste/un tasto da premere/per riavvolgere la storia/e dirti le parole giuste”. L’autore procede a passo spedito tra le parole e compie un percorso umano e creativo, come se stesse tra la folla, nel caos della città. Roma viene raccontata tra ritardi di tram, rumori assordanti, tra il buio e la luce. Non ci sono echi o rimandi classici: ci troviamo di fronte a un poeta metropolitano in movimento, scrutatore attento del suo tempo e del mondo. Descrive ciò che lo circonda, ciò che sente e gli vibra nel cuore. Esiste un legame profondo e viscerale con la notte. Compaiono simboli, metafore, immagini. La notte è sempre stata al centro dell’attenzione dei poeti: rievoca tormenti, o mutamenti interiori. Nel contrasto con la quiete notturna e l’inquietudine del poeta, si manifesta il momento ideale per riconoscere le zone d’ombra della propria identità. Si avverte, quasi, una prefigurazione della quiete della morte. Viene spontaneo pensare a Jack Kerouac, capostipite della ‘Beat Generation’, in cui lo sradicamento culturale, lo smarrimento esistenziale e la perdita di certezze sono filtrate da uno sguardo poetico e concreto della realtà. Lanzillotti è critico verso la società. E nella lirica ‘I comici’ ci dice: “In fondo/lo sanno anche i potenti/-sempre sorridenti-/che i comici/sono i più tristi di tutti”. Non risparmia nemmeno se stesso: si cerca tra la gente e non si trova, fatica a riconoscersi, in uno stato di costante insoddisfazione. Ma è proprio quell’insoddisfazione che propone al lettore la sua parte più vera.
Ti ho mentito ma era solo poesia
di Rubens Lanzillotti
edito da: Compact Edzioni
Pagg. 80, € 9
L’autore
Rubens Lanzillotti è nato a Pisa nel 1988. Attualmente, risiede a Roma, dove sopravvive, prende troppi mezzi e ciondola da una parte all’altra della città, cercando chissà cosa. ‘Ti ho mentito ma era solo poesia’ è la sua nuova raccolta di versi. Nel 2015 ha pubblicato la silloge ‘Monologo veterinario della mia vita da cane’. Nel frattempo, ha molte idee in cantiere rimaste in sospeso, a causa del lavoro, dello studio e del tempo che passa.
NELLA FOTO: IL POETA, RUBENS LANZILLOTTI