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21 Novembre 2024

Guida per vivere nel presente

di Carmen Posta
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Guida per vivere nel presente

Lo yoga, la meditazione e tutte le forme di concentrazione e spiritualità ci consentono di evolvere intraprendendo il cammino che noi stessi avevamo tracciato per la nostra crescita personale

Le nostre vite, a volte, scorrono senza di noi. Pensate a tutte quelle situazioni nelle quali vi siete sentiti stanchi, annoiati oppure semplicemente laddove avete agito senza ascoltarvi. Se ci si ferma a riflettere per qualche istante sul nostro comportamento in tali circostanze, siamo in grado di scoprire alcune delle modalità con le quali si sceglie di evadere il vostro sè. Sono infinite le possibilità: perdersi tra i post dei social network; mangiare quando non si ha fame; cercare la compagnia costante degli altri; assumere sostanze che alterano lo stato percettivo; il sesso vissuto in modo vacuo; guardare ininterrottamente video, serie, film e altre forme d’intrattenimento. Queste attività non sono tutte, di per sé, negative, anzi. Ma in questo contesto hanno un nesso comune: la modalità d’esecuzione. Ovvero, si portano a compimento senza esserne consci. Difatti, tutte le azioni perpetuate in questo modo finiscono per spegnerci, sono distrazioni da noi stessi. Il problema è che la maggior parte delle volte non ce ne rendiamo conto e pensiamo che siano solamente degli innocenti passatempi. Si tratta di un meccanismo semplice, in realtà, ma se viviamo addormentati risulta poi arduo essere in grado di osservarlo, dato che richiede un certo livello di presenza, osservazione e autocoscienzaMeditazione_zen.jpg. Come mai perdiamo il contatto con noi stessi, privandoci dell’opportunità di sentire quelle che sono le nostre vere necessità? E perché è così importante esistere da svegli? Attivare lo stato di coscienza richiede uno sforzo. E non tutti sono disposti a uscire dall’inerzia, perché è faticoso farlo. Ancor di più, se non lo si fa da tanto tempo. Questa è la ragione principale per la quale molti restano in modalità ‘autopilota’, ma non è l’unica. Le paure giocano un loro ruolo, così come la mancanza d’autocontrollo, l’insicurezza, l’abitudine, le influenze esterne e l’ignoranza. Svegliarsi è una condotta che investe tutto il nostro essere. Richiede energia, presa di responsabilità, accettazione, apprendimento, trasformazione, fede e pazienza. È un lungo processo, che non avviene dall’oggi al domani. Invero, nel corso del risveglio si entra e si esce dalla veglia, perché non è semplice mantenersi attivi di continuo, in uno stato di presenza. È un lavoro perpetuo sul sé, dunque: solo attraverso una pratica costante ci è possibile estendere, ogni giorno, la nostra capacità di restare in ascolto cosciente. Qui ci vengono in aiuto lo yoga, la meditazione, la preghiera e tutte le forme di concentrazione e spiritualità che ci riportano a noi sul piano fisico e sottile. Ma perché farlo può cambiare la nostra esistenza? Perché vivere da svegli riempie il vuoto interiore; ci concede di evolvere, intraprendendo il cammino che noi stessi avevamo tracciato per la nostra crescita personale; elimina le più futili, anche se grandi, sofferenze; ci permette di guarire dalle ferite ancestrali; di trascendere l’ego e la paura; di sentire l’aspetto divino dell’esistenza; di aprire i cuori e, al contempo, di trasformare l’incoscienza in coscienza, recuperando razionalità ed evitando l’insorgenza di malattie e disturbi prodotti della psicosomatica. Attraverso questo ‘risveglio’ ci regaliamo una esistenza sana, cosciente e luminosa. Tocca a noi prendere la decisione di essere presenti, in questo fluire cronologico. La difficoltà maggiore sta nel prendere coscienza di questa nostra assenza. Nel fare lo sforzo quotidiano di dedicarci tutta l’attenzione necessaria per iniziare un pellegrinaggio verso noi stessi, con la meravigliosa presa di responsabilità che questo comporta. Decidete oggi: siate creatori e non spettatori della vostra esistenza.Risveglio_notturno.jpg
 




Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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