Un appuntamento padovano sorprendente per gusto, innovazione, coraggio e intelligenza: 4 caratteristiche che fotografano perfettamente la passione della stilista valtellinese, oggi residente a Milano, riuscendo a tramettere il senso delle sue scelte più coraggiose
Il brand di moda Miriam Tirinzoni ha stupito il Veneto con una sfilata tenutasi, nei giorni scorsi, nella cornice di Villa Mary, in quel di Padova. Tra mura cariche di storia e di fascino, la Tirinzoni ha infatti presentato la sua ultima collezione di Primavera 2024, trasformando il luogo in un palcoscenico di eleganza e creatività. L’evento ha richiamato numerosi ospiti, tutti desiderosi di assistere alla presentazione delle ultime creazioni per la 'bella stagione' 2024. Con una combinazione unica di tessuti pregiati, tagli innovativi e dettagli impeccabili, la collezione del brand Tirinzoni ha catturato l’attenzione di tutti. La sfilata è stata anche un’esperienza sensoriale completa, arricchita da una coreografia perfetta, da una scenografia incantevole e, secondo la sottoscritta, anche da una colonna sonora avvincente. La 'linea creativa' 2024 è indiscutibilmente visionaria, poiché ha saputo combinare tradizione e innovazione nel creare abiti che ispirano e incantano. Una mossa intuitiva da parte della stilista valtellinese, che ha richiamato alla mente come, alla base della prima rivoluzione industriale, fu proprio il modello della tessitura a creare le prime fondamenta per lo sviluppo dell'Italia settentrionale. Sin dalla seconda metà del XIX secolo, quando venne introdotto anche da noi il telaio meccanico, che permise di distinguere la produzione pregiata dagli abiti in serie, come per esempio le uniformi militari. Una delle aree più produttive d’Europa in questo campo, oltre all’Inghilterra e alla Francia, fu proprio quella del Lombardo-Veneto: bisogna ricordarlo.
In ogni caso, la sfilata di Villa Mary a Padova è stata una celebrazione della bellezza, dell’eleganza e della creatività senza tempo. Si ringrazia il Patron dell'evento, Giulio Romi, che ha saputo creare un appuntamento di livello, accogliendo tutti con grandissima cortesia. E un plauso particolare va anche riconosciuto alla bellissima presentatrice, Irene Cappelletti, che ha interpretato con molto 'charme' la serata, valorizzando al meglio l’eleganza dei capi. Eppoi, c’erano le ragazze di Miriam, belle e simpatiche, che hanno vivacizzato la serata con il loro fascino. Anche in questo, lo sforzo formativo della Tirinzoni dev’essere indubbiamente segnalato: siamo lontani dalle magrezze anoressiche dei modelli iconici del secolo scorso, senza per forza andare a parare nel folclore piccolo borghese e provinciale. Al contrario, anche da queste cose si percepisce un 'pensiero', una nuova tipologia di modelle, più vicine alla realtà di tutti i giorni. Innanzitutto, erano presenti alcune bellissime ragazze di colore, a testimonianza della volontà di un'accelerazione decisa verso una frontienta interetnica, che in campo femminile può solo dar fastidio ai vecchi 'tromboni' del patriarcato maschilista; in secondo luogo, la ragazza che ha in mente Miriam per questa seconda metà degli anni ‘20 del XXI secolo, è una 'lady' sicura e indipendente, molto concreta e, al contempo, selettiva e di classe, determinata ma non determinista, aperta ai nuovi linguaggi mantenendo, però, l’ultima parola nel campo delle scelte individuali. Niente 'favole a lieto fine', insomma, ma nemmeno mero 'mercato': per la donna che ha in mente la Tirinzoni, l’economia non è solamente produzione di ricchezza per pochi, ma distribuzione di benessere per tutti. Una donna che prende il sopravvento, che giunge al potere poiché capace di portare a sintesi sensibilità e pragmatismo, nell’ottica di una modernità non ingannevole o utopica, slegata da forme di erotismo astratto. Se ne parliamo, significa che abbiamo toccato con mano la passione, l’impegno, il lavoro che c’è dietro alla linea di Miriam Tirinzoni: una donna intelligente, che merita tutto il rispetto che si deve a un’imprenditrice ormai di primo livello. E ve lo dimostriamo qui di seguito, tramite alcuni esempi.
Colori fortemente innovativi
Per la serata padovana, la stilista valtellinese, oggi residente a Milano, ha voluto innovare. E' partita dai colori pastello della sua linea invernale, per confermare l’eleganza anche di tessuti importanti come il velluto, non per forza incompatibili con la bella stagione che sta per arrivare, rilanciando il rosso purpureo, che ci riporta agli antichi albori della colorazione delle stoffe. Di qui, la Tirinzoni ha preso le mosse per ulteriori esperimenti, sia incrociando il rosa con il nero o il celeste, sia spingendosi coraggiosamente verso accostamenti tra colori complementari, per vivacizzare la donna ‘media’, la bella signora dell’Italia del nord, che si lascia ammirare immobilizzando l’attenzione del gruppo sociale circostante, dimostrando il coraggio del vero individualismo femminile.
Gli incroci eleganti di Miriam: rosa e celeste
Osserviamo questi due splendidi vestiti, che incrociano il rosa con il celeste, oppure con il nero. L’eleganza è fuori discussione, poiché avvicinare il rosa con il classico celeste cattolico dei mantelli 'mariani' poteva sembrare un qualcosa di azzardato, o un richiamo trasgressivo verso lo stle di Elio Fiorucci della fine degli anni ‘70 del secolo scorso: la solita 'scopiazzatura', tanto per intenderci. Invece, qui la modella, che di certo non impersona la 'magra classicheggiante' ricca soprattutto di 'spigoli', ma una ragazza come tante, con le sue 'curve' e il suo 'personale', s’impone allo sguardo con personalità, senza alcun timore di essere giudicata.
Il rosa sul nero
Stessa cosa può valere per questo capo, splendido peraltro, dove si ripropone l’incrocio tra il rosa e il nero, da sempre molto elegante, poiché porta a sintesi il colore tipico della femminilità con il nero dell’eleganza estetica, che si eleva al di sopra delle masse, ponendo se stessa e la propria immagine secondo un concetto di forza femminile suprema. Si tratta di un’estetica non sganciata dalla realtà, che mantiene le connotazioni della donna emancipata ma, allo stesso tempo, consapevole del proprio ruolo di mediazione con l’astratto assoluto. Una forma di trascendenza 'sincera', che non degrada nel mero atteggiamento o nel vuoto della promessa, che invita all’incontro. A patto che non sia semplice 'collezionismo', ma conoscenza approfondita, soppesamento e valutazione anche delle qualità interiori, caratteriali, educative, comportamentali. Niente ‘Donna-Lucifera’, insomma, che vuol imporsi per superficialità al centro dell’attenzione, bensì attento soppesamento, valutazione coerente con il proprio stile e con i gusti individuali di una ragazza del 2024, in grado di colpire l’occhio, ma anche la mente di chi la osserva, in piena sintonia con l’eleganza.
Giallo e celeste
Di converso, pur di non abbandonare il celeste, esso viene recuperato e incrociato coraggiosamente con il giallo, quasi richiamando la spensieratezza degli anni ‘60 del secolo scorso, dove eravamo tutti più giovani e ansiosi di cambiare la nostra socetà, di scherzare con il mondo, in cui non ci si prendeva troppo sul serio. E’ vero, qui si tratta di una sintesi più giovanile. Ma comunque spiritosa, adatta a serate che introducono l’estate con spirito ironico, dove tutto è ancora da gustare con ottimismo, senza minimamente annunciare le malinconie autunnali. Questo, secondo noi, è stato il vero abito primaverile dell’evento padovano di Miriam Tirinzoni, con questo 'tulle' celeste aperto 'a rete' su un giallo molto intenso: il colore del sole. Un coraggio calcolato, tendente non a stupire, ma a lasciare il segno. Che è poi la caratteristica migliore dello 'stile fashion' della Tirinzoni, la quale lascia intravedere una confusione creativa, un disordine rivoluzionario, una profonda cultura personale, che si lascia comprendere nei suoi aspetti innovativi forse per una sorta di noia verso l'eleganza monocorde, che tende a uniformare ogni 'nuova borghesia' verso atteggiamenti tutto sommato difensivi, in scelte fatte "per non sbagliare", perdendosi nel 'grigiore' del 'già visto' o dell’eterno ritorno agli anni ‘50 del novecento. Lo ribadiamo: c’è sempre un pensiero, dietro alle creazioni di Miriam Tirinzoni. Quello di un'imprenditrice intelligente, realmente creativa, che affronta un contesto di autoreferenzialità tesa più a stupire che a descrivere la vita vera delle donne nelle serate di primavera e nei suoi eventi di rilevo. Fino a una 'standing ovation', alla fine della sfilata, nata spontaneamente da parte di tutti gli osservatori di questo appuntamento veneto. Un evento che ha saputo cogliere di sorpresa anche noi.
Per ulteriori informazioni si può visitare il sito: www.miriamtirinzoni.it
LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO GIORNALISTICO SONO DI FABIO GOTTARD