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Il personaggio è sicuramente trash (come può non esserlo, dopotutto, quale esponente della patafisica?) ma in un mondo di veline e tronisti la sua sfida ha una logica: ecco l'intervista surreale con il musicista-pittore che si ribella all'omologazione
Il suo album d'esordio si intitola “Il Tronista”, lui è musicista, pittore, esponente della patafisica e per di più oracolo. Stiamo parlando di (b)ananartista, personaggio dai numerosi e svariati talenti che preferisce far comprendere il suo vero io da pochi eletti, non ama parlare della sua vita, perché è fermamente convinto che la sua arte comunichi la sua essenza. Un artista eclettico, per usare un eufemismo, che da anni si dedica alla pittura (ha partecipato alla biennale di Venezia). I suoi quadri sono sgargianti e le sue tecniche varie, la sua fonte di ispirazione spesso gli animali. Lui preferisce non rivelare il suo vero nome, e neppure il percorso artistico, per non parlare della vita privata. Sappiamo che ha 34 anni, ed è l'unico esponente della patafisica, definita come “la scienza della soluzioni immaginarie” che “ si occupa del particolare piuttosto che del generale, delle eccezioni” per così dire, ed utilizza “espressioni che fondono in tutt'uno con il non senso, l'ironia e l'assurdo”. Abbiamo provato a 'carpirgli' qualche notizia in più, e ne è uscita un'intervista un po' surreale. D'altronde, come lui stesso ha dichiarato "Se l'omologazione è il problema della società attuale, (b)ananartista è un alieno”.Ma a noi piace la stravaganza ed il coraggio, confortato sempre dall'arte, è bene sottolinearlo, e b(ananartista) oltre ad essere definito un “artista della parola”, raramente prende sul serio qualcosa se non la sua arte, dunque sarebbe stato un grave errore perdere l'esperienza pseudo-mistica di essere illuminati dalle sue poche ma profetiche parole. Il suo album è uscito il 14 giugno. I suoi pezzi? Colpiscono subito, a primo acchito, ironici e provocatori, surreali, e dal ritmo irresistibile. Gli arrangiamenti niente male. Dopotutto lui per primo avverte: “Precauzioni per l'uso, non fermarsi all'apparenza”. Visionario, raro esempio di genialità o essere al di sopra delle righe? Difficile stabilirlo. Di certo un vero anticonformista, forse un po' aspro, ma genuino al 100%.
Ciao (B)ananartista, come mai il tuo disco è intitolato Il Tronista? Nel testo affermi: “Io sono l'unico vero Tronista della galassia“: quanto vi è nel tuo disco di provocazione? “Nulla. Sono composizioni genuine. Miliardi di melodie sorgono spontaneamente dentro di me, le capto direttamente dall'ubertoso regno delle Muse (l'album è una sorta di greatest hits, che raccoglie solo una minima parte del mio corpus compositivo). Mi rendo altresì conto che sono canzoni sexy e, in quanto tali, molto provocanti."
'Cesso diverso', contenuto nel tuo disco, tra l'altro “in cima all'universo e senza tempo”, ha per caso significati reconditi? “Di sicuro, ma li lasciamo reconditi. In ogni caso, è una critica appassionata”.
Hai partecipato alla biennale di Venezia: ci racconti la tua esperienza? "Sono Museo Vivente. E ivi feci (im)memorabile sparizione. I metodi che uso sono diversificati, tra i quali l'acrilico. Amo i fotomontaggi: i miei soggetti preferiti sono le ambientazioni bucoliche. Le mie immagini sono degli oracoli, delle rivelazioni”.
Il mezzo che più ti gratifica? “Tutti i mezzi sono parte di uno stesso flusso, il sincretismo è una cosa naturale”.
Oltre a essere pittore e musicista, sei anche un esponente della 'patafisica': ci dai una definizione e ci spieghi cosa ti ha spinto ad abbracciarla? “Della patafisica mi attrae l'ironia, il senso dello scherzo, il non prendersi sul serio. Sono un quasar biologico in continua trasformazione, attraversato da molteplici impulsi: una tempesta elettrica. L'autoclave 'patafisica' mi ha abbracciato, mi ha convocato, mi ha diplomato. Io non ho fatto niente: ho soltanto mantenuto il mio stato d'incoscienza. La 'patafisica' non è definibile”.
Ti definisci un oracolo, un canale attraverso il quale fluisce l'arte: le tue risposte da dove provengono? “ "Me le manda il Cowboy della Purezza direttamente da Sirio".
La tua ambizione più grande? “Non ho sogni: spero che il “Il Tronista” trovi il suo posto nel mondo.”
Esiste una canzone del tuo disco alla quale sei più legato o che ti rappresenta di più? “Attualmente sono molto legato a 'Scusa se ti parlo' e 'Oh mio Dio'. Quella che mi rappresenta di più è forse 'Fou de la vie'...".
I tuoi concerti, parlacene... “I concerti sono atti creativi, nei quali le canzoni vengono rielaborate, trasformate e reinventate in maniere sempre diverse e molteplici. Il concerto live diviene un evento unico ed irripetibile condito da momenti di libera improvvisazione, letture poetiche, (frequente la presenza di Un Artista Minimalista), coreografie e performance (dell'artista giapponese Tomoko Nagao), videoproiezioni e happening e collaborazioni di vario tipo.”
Come definiresti il tuo disco? “Delicato come un fiore, tenero come una nuvola, profondo come un pozzo senza fondo, caleidoscopico, ed estatico come una sessione di sesso tantrico. Buona degustazione!”
Vuoi raccontaci qualcosa del tuo percorso artistico? “La mia essenza è quella che creo.”