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23 Novembre 2024

Combattimento 400: quello che non ti aspetti da un madrigale

di Valentina Ughetto
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Combattimento 400: quello che non ti aspetti da un madrigale

Una sensibilità incentrata sulle osmosi della musica modale, dal sistema bizantino fino alla koinè mediterranea e alla polifonia rinascimentale: una forza espressiva di ampia profondità e varietà unica a completamento di un affresco storico

Quando la musica diventa occasione di incontro e dialogo tra le culture, scaturisce un nuovo progetto come quello di Giordano Antonelli, dal titolo: 'Combattimento 400'. L’esecuzione è stata commissionata a 'Musica Antiqua Latina' per il 2024, anno in cui il 'Combattimento di Tancredi e Clorinda' di Claudio Monteverdi festeggerà i quattro secoli. Ma l’anticipazione presentata presso la Casa dell’Architettura lo scorso 24 ottobre, in occasione del Festival del cinema di Roma, ci ha già convinti in merito all’eccellenza del gruppo musicale romano. Cominciamo, quindi, col sottolineare che Monteverdi non desiderava 'rappresentare' il testo del Tasso: intendeva citare con riverenza il suo lavoro con attenzione filologica, conferendogli l’espressività che gli era dovuta. Invece, Giordano Antonelli legge imparzialmente il testo di Torquato Tasso, in cui a un’apparente apologia occidentale fa riscontro, in realtà, una visione pluralista, sistemica, del malinteso. In effetti, con il suo gruppo musicale, Antonelli da anni scommette sulla musica antica orientale. Una sensibilità incentrata sulle osmosi nella musica modale: dal sistema bizantino fino alla koinè mediterranea e alla polifonia rinascimentale. Ciò rende 'Combattimento 400' un concerto di una forza espressiva particolare, di una profondità e varietà unica, che completa l’affresco storico offerto dalla partitura e dal testo del 'Combattimento', concretizzando per estensione il realismo rappresentativo richiesto da Monteverdi. Inoltre, il dramma di Clorinda e Tancredi – e le sue simbologie – si presenta in senso volutamente contrario alla dilagante 'cancel culture'. Viene invece mostrato un mondo raffinato e identitario dell’eroina musulmana Clorinda, aprendoci così alle fascinazioni degli imperi d’oriente e delle sue musiche. La formazione ha in organico, tra l'altro, strumenti della musica di corte dell'impero ottomano, di cui le orchestre del sultano presso la reggia di Topkapi erano composte. Come il flauto ney, strumento associato per antonomasia al sufismo, o la Giordano_Antonelli.jpgcetra pizzicata ganun. E, naturalmente, l'oud e diverse percussioni del repertorio turco, lyre ad arco, liuti a manico lungo (ovvero il saz e il rebab). I musicisti sono provenienti dalla scena orientale internazionale, come Giovanni De Zorzi, senza dubbio il maggior studioso di musica classica ottomana in Italia. Si ricrea un collegamento tra le nostre vicissitudini di una società iperconnessa e una qualunque cronaca 'giornalistica' del 1099 – ai tempi della prima crociata. Tra l’altro, l’umanità riporta le stesse barbarie e la stessa ferocia a cui stiamo assistendo, in questa drammatica fase, sullo scenario geopolitico internazionale. Dopo mille anni, siamo sempre nello stesso identico crocevia del dolore. Ma l’arte, tanto nel sufismo turco-persiano come nella poetica del Tasso, ci ricorda che la bellezza è una 'porta del cuore' di ciò che è umano e universale in senso proprio. Nel capolavoro di Monteverdi si libera la tragedia del dolore inutile, ma inevitabile, dell’agire cieco, della distorsione identitaria (tristemente attuale), della morte paradossale, dell’amore impossibile. Il topos dell’antinomia 'amore/morte' si trasforma in un canto che i poeti e i musicisti di ogni tempo e civiltà hanno levato contro la disumanità. Il messaggio veicolato dal 'Combattimento', da questo grande madrigale rappresentativo, è come un quadro di Escher: capovolge le prospettive storiche del poema del Tasso e si scopre che la 'porta girevole' del Mediterraneo confluisce in codici condivisi, tradizioni sapienziali, poetiche universali. Un dialogo ai confini della modalità, tra makam orientali e modi rinascimentali. Storie come ‘Lo Schaikh San’an’ e ‘La fanciulla cristiana’ del poeta persiano Aṭṭār di Nishapur, oppure la musica coeva del mondo turco, di cui Abdul Qadir Maraghî è uno dei massimi rappresentanti, in riferimento alla Gerusalemme ai tempi dell’impero selgiuchide-turco, completano l’affresco storico del 'Combattimento' di Monteverdi, concretizzandone per estensione il realismo rappresentativo richiesto dal Monteverdi medesimo. Una visione completa è spettacolare, insomma. Soprattutto grazie ai cantanti del levante: il tenore turco, Safa Korkmaz e la soprano albanese, Hersi Matmuja, con il copricapo proveniente dalla tradizione ottomana della sua famiglia. Il genio di Monteverdi poteva, con mezzi essenziali, esprimere la 'pictura verbi', ovvero estrinsecare l’emozione della parola, del suo ritmo poetico, ma non la rappresentazione scenografica del testo grazie a un continuum monodico-armonico di profondità e varietà unica. L’esegeta Giordano Antonelli ancora una volta coglie nel segno la grazia della storiografia musicale e contribuisce a esperienze storiche, culturali e musicali imprevedibili. Una di questMonteverdi.jpge intuizioni felici è il 'tetracordo frigio', che tutti conosciamo. Esso corrisponde alla scala del modo 'kürdi' nel sistema ottomano. Infatti, la Frigia risulta esser stata una terra leggendaria, ubicata sugli altopiani anatolici, ovvero non lontano al Kurdistan. A testimonianza di come il Tasso e Monteverdi fossero molto vicini al mondo arabo. Lo stesso Giordano Antonelli consegna alla stampa una lettera datata 2 febbraio 1634 di Torquato Tasso definendolo, per la sua epoca, sicuramente un grande esploratore: “Quello che ho visto io, già trenta anni fa, in Mantoa, tocco e fatto da un tal arabo che all’ora veniva da Turchia, era una cettera dela grandezza dele nostre, cordata con le stesse corde e parimente sonata, la quale aveva questa differenza: che il coperto di essa era mezzo di legno dala parte verso il manico e mezza di carta pecora, da la parte di sotto, ben tirata e incolata intorno ad esso cerchio dela cettera; le corde dela quale erano attacate ben sì al cerchio di sotto di essa cetera, si appoggiavano sopra al scanello quale era posto nel mezzo di essa carta pecora; e il deto picciolo dela mano dela penna facendo ballare la detta carta pecora mentre toccava le armonie, esse armonie uscivano con il moto del tremolo, che rendevano un gratissimo effetto”. Il progetto 'Combattimento' 400 ci sorprenderà ancora in numerosi festival. Ed è sicuramente un piacere a cui non ci si può sottrarre.

Combattimento_400_bis.jpg

QUI SOPRA: LA PRESENTAZIONE DELL'OPERA ALLA CASA DELL'ARCHITETTURA DI ROMA

AL CENTRO IN BASSO: IL COMPOSITORE, CLAUDIO MONTEVERDI

AL CENTRO PIU' IN ALTO: GIORDANO ANTONELLI, VIOLONCELLISTA

IN APERTURA: UNO SCATTO PANORAMICO POCO PRIMA DEL CONCERTO

 

 



Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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