Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
diretto da Vittorio Lussana
Area Riservata
21 Novembre 2024

Epo: il rock autorale partenopeo

di Clelia Moscariello
Condividi
Epo: il rock autorale partenopeo

Con il loro terzo album, 'Ogni cosa è al suo posto', sono nel pieno del tour italiano, confermando gli ottimi riscontri di pubblico e di critica. Tanto che il video del brano 'Notte Doce' è stato presentato in esclusiva per XL di Repubblica a settembre. Ma cosa c'è dietro il loro sound? Ce lo racconta Ciro Tuzzi, autore e chitarrista della band.

Un gruppo musicale il cui nome è lo stesso di una proteina 'ricostituente'. Proprio come la sua ricerca sonora, che attinge a generi diversi quali il rock, il pop, la canzone d'autore e l'elettronica, muovendosi nel solco della tradizione del miglior songwriting italiano. Una ventata di freschezza nel panorama musicale giovanile partenopeo. Un rock d'autore, nato dall'incontro tra la sensibilità artistica del chitarrista e autore Ciro Tuzzie e le idee del produttore e tastierista Mario Conte. Nell'ultimo album della band, 'Ogni cosa è al suo posto', uscito lo scorso aprile, il sound proposto è un  rock alternativo contaminato dal pop meno commerciale, che sa fondersi sapientemente con la sensibilità e l'intimismo della canzone d'autore, dove i testi non sono mai banali, anzi esprimono con estrema cura e altrettanta intensità una sorta di malinconia dal sapore agrodolce e una buona dose di rabbia generazionale. Prendiamo per esempio il testo di 'Perdermi', una delle canzoni contenute nell'ultimo disco: "gli stessi errori, ma sono in piedi, dolce è il fiele, scorre lento in vene nude, ogni cosa è al suo posto, tutto tranne me, un posto in cui perdermi, graffiarmi e sporcarmi le mani, io voglio esistere, esistere, io voglio perdermi, negarsi non è per forza un male (…)". Di sicuro i testi degli EPO graffiano un po' ma non lasciano indifferenti!
Ma come nasce questo gruppo?  Si formano nel 2000. Il  loro primo disco, 'Il mattino ha l’oro in bocca', esce nel 2002 riscuotendo consensi anche da parte degli addetti ai lavori. Nel 2003 dopo aver calcato il palco del premio Ciampi e aver conseguito il terzo posto al premio 'Fuori dal Mucchio' per il miglior album d'esordio, gli Epo scelgono di non continuare i rapporti con la casa discografica e di fondare la casa di produzione Blend'r per la quale viene ristampato il lavoro d'esordio reintitolato semplicemente Epo, a testimonianza del nuovo corso intrapreso. Vi inseriscono una seconda versione di 'Anna', tributo a Lucio Battisti. Il 2006 è l'anno di 'Silenzio Assenso' con il primo singolo accompagnato dal videoclip di 'Sporco', che viene trasmesso sui maggiori canali musicali. Successo che viene replicato con l'uscita del secondo singolo e relativo videoclip, 'In cattività'. Gli EPO partecipano poi a TRL, Total Request Live, la nota trasmissione di MTV. Nel dicembre del 2007 MTV.IT pubblica la classifica internazionale dei migliori 10 dischi del 2007 egli EPO sono inseriti con nomi sacri della musica mondiale accanto a Radiohead, Interpol e PJ Harvey.

Epo2.jpgNel 2008 il gruppo sente la necessità di tornare a dei suoni più scarni e ad atmosfere più intime. Propone quindi un EP scaricabile dalla rete in free download, cui fa seguire una seie di concerti in dimensione acustica con una formazione inedita. È un passaggio decisivo per la loro crescita che li porta al loro ultimo album di quest'anno, licenziato da Polosud records e Missato da Gianluca Vaccaro. Gli Epo (Ciro Tuzzi, autore e chitarrista, Michele De Finis, chitarrista, e Jonathan Maurano, batterista) sono affiancati da ospiti prestigiosi: Marina Rei (che canta nel brano "Un Fuoco"), Pierpaolo Ranieri (già al basso con Marina Rei Paola Turci, Paul Gilbert) Giovanni Truppi, Dario Sansone (FOJA), Claudio Domestico (GNUT) gli Onirica e Claudia Sorvillo (CORDE OBLIQUE). “Ogni Cosa è Al Suo Posto” rappresenta quindi il loro punto di affermazione nel panorama musicale e discografico italiano (basti pensare che l'album è stato annunciato da “A piedi Nudi Sui Vetri” – brano supportato da un emozionante corto a cura dei THE JACKAL (già con 99 Posse e Caparezza) in esclusiva per Rolling Stone - nella settimana immediatamente precedente al lancio del disco). Ma come nasce tutto ciò? Ne parliamo con Ciro Tuzzi, autore, chitarrista frontman della band.

Ciro Tuzzi, i vostri testi sono molto ricercati e avete avuto numerose collaborazioni, nel panorama musicale italiano o straniero: qual è o quali sono i gruppi a cui vi siete ispirati?
"È una domanda sempre difficile a cui rispondere. credo che attualmente il pregio della musica degli EPO sia il confluire delle energie e quindi delle ispirazioni di tre musicisti con un background molto diverso. Michele è un rumorista che ovviamente mai prescinderebbe dai sonic youth; Johnny è patito dei qotsa (Queens of the Stone Age, band statunitense, nata nel 1996 in seguito allo scioglimento dei Kyuss, band cardine e vero fulcro attorno a cui è nato e si è sviluppato il cosiddetto stoner rock – ndr) e in generale è la coscienza rock del gruppo; io spazio da De André ad Apparat; abbiamo tantissima musica in comune e ci piace pensare che il nostro linguaggio sia il risultato di tutto questo”. 

Da dove nasce il titolo dell'album 'Ogni cosa è al suo posto'?
"Il verso è volutamente estrapolato da una frase del testo del secondo singolo dell'album 'Perdermi'. La gestazione del disco è stata molto travagliata, ha vissuto cambi di lineup (formazione di un gruppo musicale – ndr) e momenti delicati personali e professionali dei membri. Siamo stati  indecisi su come intitolare questo disco che era stato spesso messo anche in dubbio. Ci è sembrato naturale pensare che "ogni cosa è al suo posto" anche quando quel posto non è necessariamente quello giusto”.

Come mai la scelta della canzone 'Anna' come tributo a Lucio Battisti?
"Dire che Battisti è una perenne fonte d'ispirazione e che ha scritto tantissime cose stupende è una banalità. In generale la scelta delle cover da realizzare con la band avviene, più o meno consciamente, anche in base a quanto riteniamo che il linguaggio adottato, sia musicale che testuale, sia "Epo" e a quanto ci rivconosciamo nel brano”. 

Quanto vi sentiti legati alla vostra città di origine e cosa ha significato per voi cantare in lingua napoletana in 'Notte Doce'?
"Niente di cui facciamo bandiera, soprattutto quando è una cosa 'di tendenza', niente che rinneghiamo. La napoletaneità,  la mediterraneità,  sono componenti connaturate e innegabili nel linguaggio e nel mio modo di scrivere o cantare. È una forma di sensibilità. Notte Doce ne è una manifestazione molto naturale. Avevo questo provino,  l'ho fatto ascoltare ai ragazzi e ci è sembrata una canzone che dovesse rientrare nella tracklist di Ogni cosa è al suo posto”.

Avete vinto numerosi premi: qual è quello che rappresenta un valore aggiunto per voi?
"Non abbiamo un gran rapporto feeling con la musica rapportata al concetto di 'arte' o di 'premio/concorso'. Ricordo, però, con piacere il 'Ciampi' perché mi diede la possibilità di suonare a Livorno, scoprire un pubblico diverso e una bella città".

 

Per ascoltare alcuni brani degli EPO potete collegarvi al loro sito www.epo.na.it


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale