Un segno dei tempi, una sorta di estremismo individuale e sociale neanche tanto recente che consiste nel decidere di sposarsi con se stessi
Un concetto apparentemente singolare, che esprime una riflessione profonda sull’identità di chi sceglie il matrimonio con se stessi. La sologamia compare in alcuni Paesi occidentali all’inizio del XXI secolo, ma ha guadagnato maggior visibilità negli ultimi anni, grazie alla diffusione mediatica e ai social network. Sono maggiormente le donne a celebrare il matrimonio come atto simbolico. Il primo caso è avvenuto nel 2003: una donna di nome Linda Baker, negli Stati Uniti, ha organizzato una cerimonia per sposare se stessa. Da allora, ne sono stati celebrati altri in tutto il mondo, dal Giappone al Canada e, perfino, in Italia.
Quali sono le motivazioni e il significato del celebrare matrimonio con se stessi?
Sicuramente, si tratta di una scelta legata a tanti fattori. Per alcuni, è un modo per affermare la propria indipendenza, l’essere autonomi in tutto e per tutto. Soprattutto nelle donne c’è un’esigenza di riscattarsi dal peso del passato. La sologamia diventa un atto di liberazione dalle norme patriarcali, evidenziando l’importanza di essere complete e realizzate anche senza la presenza di un partner, valorizzando l’amore individuale.
Ma non mancano critiche e controversie
Nonostante i tanti consensi, non mancano, però, i giudizi negativi. Alcuni vedono la sologamia come una forma estrema di individualismo: una pratica egocentrica, tipica della società contemporanea. C’è chi mette in discussione l’effettivo valore legale del matrimonio sologamico. In realtà, oggi nessuno Stato riconosce la sologamia. Le cerimonie, in effetti, sono puramente simboliche, considerando che le persone che scelgono questo percorso non cercano consensi legali, ma piuttosto un riconoscimento sociale per l’impegno verso se stessi. Dal punto di vista culturale, la sologamia riflette i cambiamenti profondi dei rapporti: in passato, il matrimonio era visto come un negozio giuridico e un contratto sociale tra due persone, volto alla stabilità e alla procreazione. Oggi, invece, si è trasformato in un simbolo di amore romantico e realizzazione personale. La sologamia porta questa evoluzione a un livello superiore, enfatizzando il rapporto con se stessi. A livello psicologico, infatti, la sologamia può avere un valore terapeutico, soprattutto in termini di autostima e benessere emotivo: sposare se stessi può essere un modo per prendere coscienza del proprio valore, senza la necessità di cercare conferme dall’esterno. Sicuramente, si tratta di un fenomeno che sfida le norme del matrimonio tradizionale, invitando a riflettere sulla possibilità all’autorealizzazione. Sposarsi con se stessi, insomma, è un atto simbolico, che afferma il valore e l’accettazione di sé.