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4 Maggio 2024

Prospettive future: perché l'Italia sta guardando al continente africano

di Valentina Ughetto
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Prospettive future: perché l'Italia sta guardando al continente africano

Tramite il Summit intergovernativo Italia-Africa, il Governo italiano presenterà in autunno il cosiddetto ‘Piano Mattei’, al fine di trasformare la nostra penisola una piattaforma di riferimento energetico per tutta l’Europa

La necessità per l’Italia di ripensare e rinnovare le proprie relazioni con l’Africa origina da tre principali ragioni: a) la prima, è un dato strutturale, ovvero la relativa prossimità geografica, dunque tanto dalle opportunità economiche, quanto dai rischi politici che essa può rappresentare per l’Italia; b) la seconda, è legata alla fase storica che l’Italia sta attraversando e alla possibilità di contribuire al rilancio dell’economia nazionale, ‘agganciandola’ maggiormente all’espansione economica africana in corso; c) la terza, infine, è l’opportunità di svolgere un ruolo nell’indirizzare i processi di sviluppo e di ‘governance’ a livello globale, proponendosi come partner dei Paesi africani nell’identificazione e implementazione di strategie di sviluppo sostenibili da unGiogia_in_Etiopia.jpg punto di vista economico, politico, sociale e ambientale. La premier, Giorgia Meloni, ha ribadito nei giorni scorsi, in visita ad Addis Abeba (Etiopia), che “stiamo lavorando in cooperazione con i Paesi africani, perché non puoi pretendere di sapere quali siano le soluzioni migliori", cioè senza interlocuzioni coi diretti interessati. "Ottobre è l'occasione per arrivare alla presentazione definitiva del Piano", riferendosi al cosiddetto 'Piano Mattei'. Infatti, l’Italia si prepara ad affrontare una stagione difficile, a ridosso dell’onda lunga degli aumenti e di una crisi non solo energetica, ma anche produttiva. Il Governo italiano, pertanto, avrà occasione, nel prossimo autunno, tramite il Summit intergovernativo Italia-Africa che si svolge ogni due anni di presentare definitivamente il ‘Piano Mattei’.
Dal punto di vista delle prospettive future, c'è da segnalare che, oltre ad aver ristabilito buoni rapporti con i Paesi del Corno d'Africa, adesso sarebbe anche il momento di cominciare a guardare all'Africa subsahariana, per imbastire nuovi rapporti di partnership commericale con Paesi in forte crescita economica. Come, per esempio, il Ghana. Si tratta di una nazione indipendente dal 6 marzo 1957 che, oggi, rappresenta un modello di coesione sociale e di democrazia. Il Ghana è stato il primo Paese dell’Africa subsahariana a raggiungere l’indipendenza dal dominio coloniale, dopo centoventi anni, della Gran Bretagna. Inoltre, l’indipendenza è arrivata dopo un periodo di autonomia interna in seno al Commonwealth. Nel processo di decolonizzazione, il Ghana fu il quarto Paese africano, in generale, a diventare indipendente. Da lì a otto anni, si sarebbero formati ben ventotto nuovi Stati africani: tutte ex colonie che avrebbero ridisegnato la geopolitica mondiale nel contesto della guerra fredda. L'Unione della Costa d'Oro (attuale Ghana) con il Togoland britannico ha dato luogo allo Stato del Ghana, il cui padre fondatore e primo presidente fu il politico ghanese, Kwame Nkrumah. Egli, riconosciuto padre del panafricanismo e protagonista della lotta anticoloniale, disse: “La nostra indipendenza è senza significato, se non va di pari passo con la totale liberazione dell’Africa”. Il governo da lui guidato venne rovesciato il 24 febbraio 1966 da un colpo di Stato militare, a quanto pare sostenuto dalla Cia, con a capo il colonnello Emmanuel Kwasi Kotoka, mentre Nkuruma era in visita in Cina. Il Paese, per molti anni, è stato vittima di diversi colpi di Stato. E, nel suo percorso, ha oscillato tra tentativi di sviluppo democratico e prese di potere autoritarie, che ne hanno frenato lo sviluppo. La svolta per il Ghana è arrivata grazie alle elezioni del 1992, con le quali si reintroduceva il multipartitismo dopo ventisei anni. Elezioni vinte da Jerry Rawlings, già al potere dal 1981, che hanno permesso di costruire e stabilizzare la democrazia. Il Ghana, dopo la scomparsa di Rawlings nel 2020 per Covid 19, vanta oggi una delle economie più forti di tutto il continente africano. Tanto che, nel 2021, l’Absa Africa Financial Markets Index ha posizionato il Paese al quarto posto tra le economie africane più forti. L’attuale presidente Nana Akufo-Addo, nominato persona africana del 2021, ha reso possibile un modello di sviluppo basato sulle risorse presenti sul territorio e separato dagli aiuti esterni. Tanto che, prima della pandemia di SarsCov 2, il Paese aveva raggiunto una crescita del Pil (Prodotto interno lordo, ndr) vicina al 9%.

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