Io continuo a chiedermi a chi mai sia venuto in testa di chiamare uno come Sergio Marchionne a fare l’amministratore delegato della Fiat: chi è stato? Di chi fu tale stravagante idea? A parte il fatto che, quando parla, sembra sempre sul punto di ingoiarsi due nocciole, un manager che scarica ogni responsabilità per la bassa efficienza industriale della propria azienda esclusivamente sui lavoratori italiani senza minimamente porsi il problema che sono almeno 15 anni che la Fiat non riesce ad azzeccare un modello decente di vettura, perdendo quote di mercato a dir poco clamorose, mi sembra solamente un tizio che va in giro a ‘sragionare’. Ma se proprio non gli piace lavorare in Italia, perché non si toglie dagli ‘zebedei’? Se ne vada in Serbia a mangiare il kajmak, allora: cosa resta qui a fare? Lui “vende vetture” ed “è un metalmeccanico”, falsa la prima affermazione, assurda la seconda: Marchionne non vende neanche un trattore scassato, altrimenti incontrerei ancora, come negli anni ’80 del secolo scorso, molte automobili italiane sulle autostrade francesi o sulle autovìas spagnole. Macché: niente di niente, nemmeno uno ‘straccio’ di Panda turbodiesel rintracciata col satellitare. Sul fatto, poi, che egli sia un metalmeccanico ritengo preferibile sorvolare: se lo fosse veramente, dovrebbe rivoltarglisi la coscienza per le famiglie di operai che si ritroveranno sul lastrico, nel giro di un anno, a Termini Imerese.