Lo scandalo delle barzellette del premier di questi giorni dimostra, una volta di più, che la società italiana è ormai irrimediabilmente snaturata, senza più tradizioni di alcun genere e tipo, né laburiste, né liberali, né religiose, né laiche. Gli ambienti politici attuali rappresentano soltanto il luogo della stupidità, della viltà e della meschinità. Non possiamo accettare più nulla dalla politica: non solo dagli apparati del centralismo ‘statalburocratico’, ma anche dalla magistratura, dal mondo della cultura, da quello della scuola. Anche se, in realtà, è proprio la politica a risultare estranea alla fase storica che stiamo attraversando, poiché si è fatto in modo che rimanesse isolata a ingiallire se stessa. Tuttavia, quel che sconvolge è anche la reazione sdegnata dei giornali cattolici, ‘Osservatore Romano’ e ‘Avvenire’, che sembrano non accorgersi di come non ci sia solo un Berlusconi che colleziona brutte figure: c’è anche un amministratore delegato della Fiat che chiude gli stabilimenti di Termini Imerese per delocalizzare in Serbia; imprenditori-zombies che vagano attorno ai ministeri come dei miserabili questuanti; pseudoeditori ‘buoi’ che danno dei ‘cornuti’ agli ‘asini’; pubblicitari che estremizzano la gradevolezza e l’aitanza fisica discriminando chi è al di fuori di determinati canoni estetici. Insomma, un popolo di cattolici ipocriti che pensa solamente a ‘fottere’, sia in termini puramente pornografici, sia il prossimo. Berlusconi non è la causa di tutto questo, ma semplicemente l’effetto, colui che ha intuito per primo determinate tendenze e ne ha approfittato con ‘fiuto’ imprenditoriale. Una cultura completamente omologata e commercializzata non poteva vivere il proprio trionfo definitivo senza una televisione commerciale, che sapesse cioè adeguarsi alle incoerenze e alle contraddizioni di un popolo di cialtroni. Perciò, carissimi cattolici, sappiate che Berlusconi ve lo meritate pienamente: adesso godetevelo per quello che è, barzellette blasfeme incluse.