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4 Dicembre 2024

Se è una ‘rockstar’ invitatelo a Sanremo

di Vittorio Lussana
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Se è una ‘rockstar’ invitatelo a Sanremo

E così Papa Francesco ha conquistato anche la copertina di ‘Rolling Stones’, la rivista americana di musica e cultura di massa fondata a San Francisco alla fine degli anni ’60, ovvero in piena contestazione montante. È fuor di discussione che siamo tutti contenti per l’atteggiamento che il nuovo capo della Chiesa di Roma sta esternando in questi suoi primi anni di pontificato. E siamo anche consapevoli del fatto che il suo sforzo in favore di una ‘rivoluzione gentile’ stia liberando da molte ‘zavorre’ una struttura gerarchica, quella della Santa Sede, che rimane assolutista nella sua conformazione ierocratica. Ma la questione non è solo politica, bensì anche di natura filosofico-culturale: un Papa ‘rockstar’, infatti, rischia di confondere le ‘acque’ nel merito di una religione che, in quanto tale, tende a sostituirsi al già debolissimo senso etico dello Stato, in particolar modo in Italia. Un principio che appartiene, per natura, al territorio laico - ovverosia filosofico-razionalistico - non a quello teologico. La stessa Democrazia cristiana era un Partito laico, non confessionale. Richiamiamo un classico esempio: in una stanza completamente buia, priva di finestre e di qualsiasi altra fonte di luce, il teologo si dice convinto di riuscire a vedere un gatto nero; il filosofo, viceversa, non esclude che il gatto ci sia, ma fino a quando non possiede prove certe non potrà crederlo. E’ esattamente questa la differenza tra fede e filosofia: non può esistere alcuna commistione tra Stato e religione, poiché tutte le istituzioni moderne e democratiche sono tenute a un atteggiamento di robusta neutralità nei confronti della fede. Pur rimanendo corretta l’esigenza di dover abbandonare ogni pulsione anticlericale, in forte contraddizione con quel principio di neutralità cui ho appena fatto cenno, l’evoluzione impressa da Papa Francesco rischia di ingenerare speranze irragionevoli intorno a un'autorità religiosa in grado di sostituirsi allo Stato, alla gestione della cosa pubblica, alla libertà stessa dei cittadini di interagire e intraprendere. Ormai, ci manca solamente di vedere Bergoglio che fuma un ‘cannone’ di marijuana e l’evoluzione diviene completa. Va benissimo un Pontefice ‘normale’ che intende sentirsi - e farsi sentire… - spiritualmente vicino all’uomo comune: cerchiamo, tuttavia, di non arrivare a un Papa ‘borderline’. Ci mancherebbe solo questo, in una società già disorientata di suo. Insomma, se il Santo Padre è divenuto una rockstar, perché allora non invitarlo al Festival di Sanremo? Magari, canta anche meglio di certi nostri sedicenti ‘artisti’…


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