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19 Aprile 2024

Roma non sei più tu

di Vittorio Lussana
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Roma non sei più tu

Amo Roma con scandalo, rabbia, furore e disperazione. Amo Roma con profonda delusione, con l’insana consunzione del mio stesso Io interiore. Chi sei, oggi? Cosa sei diventata? In quale volto ti sei trasfigurata? Con il provincialismo del mio retaggio lombardo ho provato ad avvicinarmi al tuo dramma inconsapevole di vittima costretta a diventare carnefice, di regina destinata al meretricio. Non si può avere nostalgia del tuo mito dopo che hai accolto milioni di immigrati abruzzesi, siciliani, calabresi, pugliesi e campani, i quali hanno saputo condurre sulle sponde del tuo fiume soltanto l’ignoranza becera dei porci che si rivoltano e ti sbranano, perché delle tue perle non sanno che farsene. È trascorso solo un giorno per la Storia, ma essa non può perdonarti, perché il passato ti insegue senza riconoscere le piazze d’armi e le costruzioni volgari, i quartieri sporchi e le strade vuote. Tu non sei più tu, non hai più alcuna identità. E i tuoi figli sono soltanto dei piccolo borghesi ignoranti e meschini, dei cretini irrisolti, dei repressi bugiardi e vigliacchi. Proprio perché ti amo, non posso far altro che odiarti, indossando la rabbia più greve del popolino nevrotico per le ore trascorse in strada o in mezzo al traffico, sempre costretto sotto le intemperie coi piedi freddi e indolenziti. Eri una regina e oggi sei solamente una troia nel letame, inseguita da tanti piccoli maiali grufolanti. Puzzi e fai schifo anche nelle notti d’estate, tra le anse del Tevere e i panorami di luci sparse. I tuoi millenni appesantiscono il mondo al solo fine di nascondere i poveri che dormono per terra alla stazione Termini, i piazzali dei mercati maleodoranti, i gatti randagi che sopravvivono grazie agli avanzi di anziane signore consumate dalla solitudine e dalla pazzia. Nei rioni e nelle borgate la gente torna a casa stanca dopo una giornata stracolma di rumori, mentre gruppi di giovani sottoccupati chiacchierano a voce alta seduti ai tavolini di un bar. Testaccio è pornografia notturna. Campo de’ Fiori puzza di vomito e orina in ogni angolo. Trastevere si diverte a sputarsi in faccia ogni sera. Tutti urlano parlando al telefonino, fino al punto di impedire ogni pensiero, sino a spezzare ogni sospiro d’affetto tra le giovani coppiette abbracciate in metropolitana. Tutti ti calpestano senza rispetto, in uno sconciume crudo e privo di amore, in un trionfo di volgarità e bestemmie, come una laida prostituta immersa in un’orgia caotica e disordinata. Tu che eri nata bella e irraggiungibile, oggi non hai più il minimo senso del gusto, come una volgare puttana di periferia: ecco cosa sei diventata!


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale