Incontro con uno stilista divenuto scrittore di un libro colto e, al contempo, sorprendente, che affonda le sue radici nelle più antiche fonti astrologiche della cultura occidentale
Sull'onda del crescente successo del suo libro, ‘E la papessa chiese alla luna’ (Sarpiarte Edizioni), abbiamo pensato di incontrare lo stilista e scrittore Massimo Bomba, al fine di conoscere e delineare meglio la figura di uno dei personaggi più eclettici della moda italiana, il quale ci ha fornito interessanti spunti analitici.
Massimo Bomba, può autodefinirsi in breve per i nostri lettori?
”Con piacere. Nasco come stilista, proveniendo dall'Accademia di Moda e Costume, dove mi sono laureato con una tesi sui costumi del Settecento. Quasi subito, cominciai a collaborare con l'atelier di Clara Centinaro”.
Come si svolse quella sua prima collaborazione?
”Con lei ho imparato a muovermi nel difficile ambiente della moda, molto diverso dal modo in cui un qualsiasi spettatore esterno può immaginare, così strano, pieno d'intrighi, giochi di potere, personaggi variegati, indecifrabili, spesso dotati di grandi qualità creative, ma anche di un’alta carica egocentrica. Un mondo indubbiamente pieno di fascino, affabulatore, ma pieno di spine, invisibili in superficie”.
Ha avuto ulteriori evoluzioni, in seguito?
“Con Clara è durata qualche anno. In seguito, di concerto, le nostre strade si sono separate e ho cominciato a lavorare con un grande nome del settore, Giancarlo Ripa: simpatico, molto generoso e capace. Un periodo che ricordo con molto piacere”.
E le sue scelte professionali successive?
“Ho optato per mantenere una certa libertà di movimento, muovendomi come una sorta di ‘free lance’ per intenderci, senza legarmi stabilmente con nessuna maison, ma collaborando con l'una o l'altra in ruoli prettamente creativi. Una scelta che mi ha divertito e appagato, includendo il disegno di modelli, la scelta dei colori di varie collezioni, financo la creazione di immagini per le campagne pubblicitarie delle stesse”.
Abbiamo pubblicato, tempo fa, una recensione del suo libro ‘E la papessa chiese alla luna’, edito dal Sarpiarte: lei è uno scrittore per caso o per vocazione?
“Sicuramente per caso. Ho sempre avuto una grande passione per l'astrologia, tanto da portarmi, in molteplici occasioni, a elaborare un oroscopo per vari amici, alcuni molto importanti, che hanno poi pensato di invitarmi a partecipare a incontri e conferenze sul tema in qualità di relatore. Il successo ottenuto in queste occasioni ha spinto un editore a propormi di scrivere un libro sull'argomento”.
Un lavoro ricco di spunti originali...
“In effetti, era un mio preciso intento. Credo, infatti, che in astrologia la cosa più interessante sia il codice di simboli, che ci viene tramandato dalle antiche civiltà e ci consente di decifrare aspetti nascosti della realtà e di noi stessi. È una sorta di algoritmo, che ci aiuta nel ragionamento e nell'analisi intrinseca di fenomeni e personalità. Un libro che mi sta decisamente fornendo notevoli soddisfazioni, anche se, per forza di cose, la sua promozione accusa un forte rallentamento”.
Ha qualcosa di nuovo in preparazione?
“Ho appena iniziato una collaborazione con un giornale on line, per il quale curo una rubrica di astrologia e simbologia”.
Come sta vivendo professionalmente l'attuale crisi sanitaria?
“Come per altri settori, accusiamo una fase di ristagno assoluto, dove i progetti nuovi o in esecuzione sono stati rimessi nel cassetto, sul quale già comincia a depositarsi la polvere. Una situazione che, anche economicamente, sta mostrando una grossa criticità. Anche la limitata libertà di movimento incide negativamente: per esempio, ho dovuto rinviare la presentazione del mio libro in Toscana e non ho idea di quando si potrà avere la possibilità di nuovi incontri dal vivo, visti i divieti vigenti”.
NELLA FOTO QUI SOPRA: LO STILISTA E SCRITTORE, MASSIMO BOMBA
AL CENTRO: LA COPERTINA DEL LIBRO 'E LA PAPESSA CHIESE ALLA LUNA'
SOPRA E IN APERTURA: ALCUNI MOMENTI A MARGINE DELLA PRESENTAZIONE DEL SUO ULTIMO LAVORO