La polemichetta sul mancato vertice di maggioranza che Angelino Alfano ha imposto a PD e UDC altro non è che una tempesta nel bicchiere in confronto alle dense nubi che, tra la generale distrazione e inconsapevolezza, si stanno avvicinando sulla politica italiana.
Si tratta di tre diverse nubi, ciascuna portatrice di un dirompente e distruttivo Tsunami in grado di far deflagrare il timido tentativo di ricostruzione della normale collettività politica che, ciascuno a suo modo, PD PD e UDC stanno tentando di realizzare all’ombra del tecnocratico Monti.
Il primo Tsunami ha natura politica ordinaria, si tratta delle elezioni amministrative prossime venture. Se come è possibile, anzi probabile, i due principali partiti subiranno una pesante flessione, le fibrillazioni interne potrebbero superare il livello di guardia e le pulsioni disgregratrici avere la forza di manifestarsi concretamente.
Il secondo e il terzo Tsunami hanno, tanto per cambiare, natura giudiziaria. L’affaire Lusi a Roma e quello Boni a Milano contengono tutte le premesse per far deflagrare rispettivamente il PD da un lato e il PDL e la Lega dall’altro.
Il combinato disposto (così dicono giuristi e politoligi) di questi tre Tsunami possono ricacciare la politica italiana in una nuova e più desolante fase, al tempo angoscioso di tangentopoli, nel quale in una atmosfera di assoluta insicurezza si capiva che un certo mondo andava finendo ma non si capiva cosa potesse nascere di nuovo.
Ora, come allora, una fase politica si è conclusa ma ora, a differenza di allora, i partiti hanno la consapevolezza che devono offrire agli italiani una diversa prospettiva partititica e democratica. E ci stanno provando.
Ecco perché questi tre Tsunami sono i migliori alleati di quei poteri che nella riorganizzazione della politica vedono solo il pericolo di un loro ridimensionamento.
Ecco perché sta solo alla politica fiutare il tempo e organizzarsi prima che sia troppo tardi.