Il 26 e 27 maggio si terranno le elezioni amministrative per il Comune di Roma. Un voto importante che, secondo l'opposizione alla Giunta Alemanno, va ben oltre la politica perché in gioco c’è il bene dei cittadini romani. Ne parliamo con Fabrizio Panecaldo, consigliere comunale uscente e vicepresidente del Pd all'assemblea capitolina
La passione politica per Fabrizio Panecaldo è iniziata presto: è stato tra i fondatori dei Verdi. 48enne romano, da sempre è un ostinato sostenitore di battaglie per la pacifica convivenza sociale, la tutela dei diritti umani, il rispetto delle persone. Esperto in legislazione ambientale, si è occupato di inquinamento elettromagnetico, di tutela e depurazione delle acque.
Capogruppo della Lista Civica Roma per Veltroni passa in seguito, su richiesta del Sindaco, a ricoprire il ruolo di delegato al Piano Urbano Parcheggi. Un incarico col quale ha potuto far costruire a Roma circa 19.000 posti auto interrati. Attualmente è vice capo del gruppo consiliare del PD, vicepresidente della Commissione Roma Capitale, membro delle Commissioni Mobilità, Elettorale, Sicurezza-Lavoro e Sicurezza urbana. Oggi, dopo 5 anni di intenso lavoro, fatto di incontri, riflessioni e proposte, si ricandida alle elezioni amministrative con un programma che punta al cambiamento. Ce ne parla in questa intervista.
Fabrizio Panecaldo, innanzitutto Ignazio Marino è la persona giusta per ricoprire degnamente la carica di sindaco di Roma? E perché?
"Ignazio Marino interpreta al meglio il cambiamento, l’uomo ha dimostrato entusiasmo e competenza dandone dimostrazione nella sua carriera professionale. Marino è un uomo che nel tempo ha saputo imporsi in più campi, prima in quelli scientifici come ricercatore e manager sanitario e poi nel PD come deputato, dandone dimostrazione nelle battaglie per il testamento biologico. Ora se verrà eletto Sindaco, saprà, insieme alla passione che gli è propria, mettere a frutto l’esperienza maturata per il bene comune cittadino”.
Come si può far emergere la capitale d’Italia dalle tante inefficienze e indolenze che l’hanno caratterizzata in questi ultimi 5 anni?
"Passione, competenza, onestà e trasparenza. Queste saranno le parole d’ordine e tutte insieme garantiranno il buon governo di cui Roma ha bisogno. Non si può fare a meno di nessuna di esse, passione per amare questa città e superare le difficoltà che si incontreranno nel percorso di governo, competenza per far emergere al meglio le idee e gli uomini migliori, onestà per non ripetere i disastri di parentopoli e di tutti gli altri scandali della gestione Alemanno, trasparenza per far capire ai cittadini che l’azione amministrativa e politica va incontro ai bisogni di cui hanno bisogno”.
È possibile che la ‘città eterna’ diventi il principale laboratorio politico per un reale “governo del cambiamento”? E in che modo?
"Difficile da dirsi, di certo se vinceremo ce la metteremo tutta per fare il bene della città, e se riusciremo a farlo al meglio può darsi che innescheremo un nuovo rinascimento politico dove le cattive abitudini lasceranno il passo ad una politica che ha come suo esclusivo fine il bene comune. Se riusciremo a fare questo ovvero pensare al bene della comunità di certo le azioni conseguenti saranno tutte di livello e questo potrebbe rappresentare quel “cambiamento” da tutti auspicato”.
Quali sono i primissimi provvedimenti che, secondo lei, dovranno caratterizzare la nuova Giunta comunale guidata da Ignazio Marino? Di cosa ha bisogno Roma prioritariamente?
"Le priorità sono molte ma le prime a cui bisogna dare attenzione saranno: sviluppo economico e lavoro, casa, mobilità. Bisogna far ripartire l’economia cittadina da troppo in recessione, occorre uno sforzo comune con le forze imprenditoriali sane per rimettere in moto il volano dell’economia. Bisogna ripartire da quello che la città possiede da millenni ovvero dal suo immenso patrimonio artistico e culturale. Il turismo dovrà rappresentare il settore che nel medio periodo dovrà garantire migliaia di nuovi posti di lavoro. Non è possibile che Berlino, bellissima ma non paragonabile a Roma, abbia più visite turistiche della nostra città. Bisognerà sviluppare al meglio l’attrattiva turistica, bisognerà favorire il turismo di fascia medio bassa con la creazione di nuovi camping ed ostelli della gioventù, bisognerà valorizzare il brand della città eterna, bisognerà creare eventi come la notte bianca nei periodi di scarsa affluenza. La Casa invece rappresenta un problema per migliaia di famiglie in difficoltà, da troppi anni non si riesce più a dare risposte all’emergenza abitativa”.
Nuove politiche abitative, mobilità, traffico e viabilità, nuove forme di imprenditoria giovanile, maggior cura del patrimonio artistico-culturale: da dove si deve cominciare per riuscire ad aggredire questo tipo di problemi?
"Nonostante nell’ultimo decennio si siano costruite molte case, le famiglie senza abitazione sono molte, troppe. Occorre che finalmente parta una seria operazione di Housing sociale con costruzione esclusiva di case di edilizia pubblica residenziale. Per la mobilità invece occorrerà ricominciare a pensare che il trasporto pubblico è la priorità assoluta dello spostamento romano. Occorre creare nuovi parcheggi di scambio possibilmente nelle periferie per intercettare gli autoveicoli provenienti dall’Hinterland per poi traportare gli utenti attraverso veicoli pubblici che percorreranno corridoi della mobilità radiali dalla periferia verso il centro. Occorrerà che l’azienda trasporti sia più efficiente ed efficace con più autisti e meno impiegati. I parcheggi sotterranei dovranno essere costruiti in modo da essere utilizzabili anche come stalli di permanenza”.
Il quinquennio di Alemanno cosa ha dimostrato, politicamente? Che il centrodestra è tutto ‘fumo’ e niente arrosto?
"Il centrodestra ha fallito, aveva la possibilità dopo la sconfitta di Veltroni di poter imporre una nuova visione di Roma ma dopo 5 anni le uniche cose che rimangono sono le macerie di un’amministrazione piegata dall’inefficienza, dagli scandali e da una crisi economica sempre più grave. Nella prima fase dell’amministrazione di destra si è sviluppata solo una furia iconoclasta verso tutte realizzazioni effettuate dalle Giunte precedenti, ma dopo aver smantellato apparati di buon governo non hanno saputo sostituirli con niente. Hanno solo occupato posti di potere nell’amministrazione, dandoli a personaggi che l’unico merito che avevano era quello di essere fedele a qualche politico capobastone. Tutto ciò inevitabilmente ha portato al fallimento in parte evitato da una dura opposizione d’aula del centrosinistra che ha evitato la svendita di patrimoni importanti come l’azienda Acea oppure evitato ennesime colate di cemento nell’agro romano. Se a tutto ciò aggiungiamo la crisi economica il quadro è sconfortante, sarà duro far rialzare la testa alla città ma con l’aiuto dei cittadini di Roma e di Ignazio Marino ce la faremo”.