In un centrodestra ancora ostaggio della cultura aziendalista ‘berlusconiana’, tentare la ‘carta- Giorgina’ potrebbe essere un buon esperimento, in grado di portare alla ribalta una nuova generazione di giovani ‘rampanti’, vogliosi di confrontarsi senza pregiudizi con una cultura progressista non sempre intellettualmente onesta
Ritengo che Giorgia Meloni meriterebbe, a pieno titolo, il ruolo di nuovo leader del centrodestra italiano. Affermo ciò ben sapendo come la sua provenienza politica sia quella di una destra reazionaria, che tuttavia intende compiere ulteriori passi in avanti al fine di rifondare se stessa, diventando più moderna e democratica. In genere, non sono d’accordo in nulla di quel che dichiara questa sorta di ‘macchinetta parlante’: ogni sua idea viene posta ‘alla rovescia’ e i contenuti che ella esprime provengono da presupposti spesso privi di coerenza e linearità. Troppo ‘romana’, insomma. E troppo persona ‘comune’. Eppure, la sua giovane età mi porta a puntare su di lei per la futura leadership del centrodestra italiano. Eppoi mi sta simpatica, poiché la trovo veramente ‘carina’, nel senso ‘migliore’ di tale definizione. Anche se, per frenare la sua ‘parlantina’, certe volte si desidera avere tra le mani numerosi metri di nastro adesivo, da applicare sulla sua ‘boccuccia dorata’. Giorgina è una ragazza intelligente, impegnata, che si sforza di coniugare le proprie tradizioni di provenienza con una concezione più moderna della democrazia, accettando in modi tutt’altro che sommari alcuni ‘paletti’ di moderazione non esclusivamente ‘formali’. Inoltre, anche se non sembra, ritengo sia una ragazza capace di ascoltare gli altri, in grado di far ‘tesoro’ delle obiezioni che incontra, anche se talvolta le deforma per fini puramente speculativi, secondo un preciso, quanto orribile, ‘vizio’ dell’autoritarismo ‘italiota’. In un centrodestra ancora ostaggio della cultura aziendalista ‘berlusconiana’, tentare la ‘carta- Giorgina’ potrebbe insomma essere un buon esperimento, in grado di portare alla ribalta una nuova generazione di giovani ‘rampanti’, vogliosi di confrontarsi senza pregiudizi con una cultura progressista non sempre intellettualmente onesta. Conosciamo bene un certo tipo di sinistra: sempre pronta a dettare giudizi e a prendere in ‘giro’ quella ‘selvaggia umanità’ che il popolo di destra sicuramente possiede. Rimane pur vero come nella nostra ‘destra nazionale’ - ideale ‘antico’, che ha avuto anche qualche ‘padre nobile’ - molte idee siano ancora un po’ ‘sballate’: non muore una certa mentalità che considera l’esercizio politico come pura esternazione di atteggiamenti demagogici, volutamente provocatori, indiscutibilmente piccolo borghesi. Così come resta ancora in vita una stravagante ‘passione’ nei confronti di un ‘greve battutismo’, dalla spicciola provenienza qualunquista. Eppure, continuo a ritenere possibile il sorgere di una rinnovata e più ‘elevata’ cultura conservatrice italiana, capace di portare a sintesi l’intelligenza ‘gentiliana’ con rinnovate forme di umanità popolare. La questione di una netta presa di distanza dalle pastoie del nazionalismo e da un certo tipo di clericalismo, che in passato avremmo definito ‘cattolico-borghese’, a mio parere rimane suggerimento fondamentale. Tuttavia, mi rendo anche conto di come spesso certi incoraggiamenti, per quanto sinceri o dettati da spirito costruttivo, siano di non semplice coniugazione concreta, o difficilmente possano determinare risultati immediati in termini di consenso (in politica, sognare è una buona cosa, ma non si può non tener conto del fatto che per andare da Firenze a Bologna ci siano di mezzo gli Appennini…). Tuttavia, alla lunga potrebbe finalmente emergere, in Italia, una nuova cultura conservatrice, finalmente ‘libera’ sia dalle sue antiche contaminazioni assolutiste, sia da certe suggestioni un po’ plebee. Forza Giorgina: prendi coraggio e insisti nel battere i ‘piedini’ per indire queste benedette elezioni primarie del centrodestra. E cerca di farti valere per le qualità che personalmente possiedi: coraggio, intelligenza, generosità nei confronti di quella ‘tua’ destra, che non è affatto priva di princìpi e di valori.