Proporre delle analisi rispetto a quanto sta accadendo in questi giorni nel nostro Paese è perfettamente inutile: tutto si sintetizzerebbe nel mezzo bicchiere d’acqua in cui ho dovuto sciogliere una trentina di gocce di ‘bromuro’ per riuscire a mantenermi imperturbabile. Bettino Craxi, il quale a suo tempo si dimise da Segretario nazionale del Psi al primo avviso di garanzia - e di cui è ricorso in questi giorni il 14esimo dalla scomparsa - tra la fine del 1999 e l’inizio del 2000 non potè nemmeno ottenere di essere operato e curato in Italia per riuscire a sfuggire alla morte, mentre il signor Matteo Renzi ha addirittura voluto invitare nella sede del Pd il condannato Silvio Berlusconi, al fine di trattare insieme a lui la riforma della legge elettorale e, persino, quelle di ampie parti della Costituzione. In sintesi: Craxi era solamente un ‘reietto’, mentre Berlusconi può tranquillamente interpretare il ruolo di ‘padre della Patria’. Si tratta di un paradosso storico evidente, la prova di un ‘doppiopesismo’ veramente irritante. Eppure, ciò sembra non sconvolgere nessuno. Anzi, qualcuno ha paragonato Renzi allo stesso Craxi, per il ‘decisionismo’ dimostrato. Un decisionismo inquietante, da ubriachezza molesta, che ricorda la classica ‘gag’ della trasmissione ‘Paperissima’ in cui, nel tentativo di tagliare un albero del proprio giardino, un tale finisce col distruggere il tetto della propria abitazione, devastandola quasi per intero. E tutti giù ad applaudire, nella più completa irresponsabilità politica collettiva. Meglio mettersi alla ‘finestra’, a questo punto, per vedere fin dove si spingono questi qua (Renzi, Berlusconi e compagnia cantante…): hai visto mai che ci ‘scappa’ il Gabibbo come nuovo presidente del Consiglio? Vediamo sin dove vogliono portarci. Alla fine la chiameremo: la rivoluzione dei buoni a nulla, capaci di tutto.