Sara Tosti, sulla scena, è assai brava nel rappresentare la profondità dell’amore, ricco di ‘sfumature’ dolci e affettuose anche nelle piccole ritualità quotidiane, di una ragazza costretta a un’esistenza da ‘vedova bianca’ a causa della detenzione del proprio compagno su un’isola per motivi politici. La regia è ben studiata, con l’utilizzo di disegni pittorici essenziali nel tratto, ma artisticamente vitali e una musica dal vivo che interagisce con il monologo della protagonista senza ‘invadere’ la rappresentazione nel suo complesso con sonorità inquietanti. Il risultato è un lavoro tutto sommato equilibrato nella sua rabbia pessimistica, fors’anche un po’ ingenuo nel rappresentare l’infrangersi dei sentimenti al cospetto della realtà. Toccante.