Le regole di vita di Marta e della madre sono semplici: uccidere i clienti facoltosi del loro squallido hotel, per poter fuggire al mare (visto come ultima meta e unica svolta da una vita monotona e forse ingrata). Senza accorgersene le due donne hanno costruito un perfetto meccanismo a orologeria, una rete a scacchi in cui intrappolano il malcapitato, muovendosi ogni volta secondo i medesimi gesti. Tuttavia anche le lancette di un orologio possono incepparsi. L’arrivo di Ian, fratello di Marta, fuggito vent’anni prima, porterà ‘ruggine’ in quegli ingranaggi perfetti. L’uomo, felicemente sposato con Maria, non viene riconosciuto, da qui la facile previsione dell’epilogo. La domanda, però, nasce spontanea: ce la farà a sfuggire a un destino ineluttabile? Una riscrittura del Malinteso di Camus, una storia sul senso di inesorabilità degli eventi, con degli individui che non hanno margine di manovra, ma si muovono ‘costretti’ nelle maglie di un destino che li stringe sempre più in una morsa finale. Ognuno, in fondo, ricerca la propria felicità, a tutti i costi, con ogni mezzo possibile, ma verrebbe da dire e gridare: fermate la M, ‘emme’ come Morte, Mare, Madre, Marta, Malinteso. Il solo a osservare e a conoscere gli eventi è il misterioso maggiordomo, muto. Il suo silenzio è quasi una metafora, come il ‘No’ pronunciato alla fine. Non si può fermare la ‘M’. Discreto e ben recitato.
Regia Alessandro Federico
Riscrittura Marco Racca
Con Valentina Virando, Alessandra Guazzani, Lorenzo Bartoli, Federica Fabiani, Gaia Insegna, Francesca Porrini, Angelica Leo, Paolo Giangrasso