Lento e onirico, rievoca le tipiche atmosfere kafkiane (liberamente tratto da ‘Il Processo’) accompagnando lo spettatore in un viaggio assurdo, quello del protagonista, il Signor K, che lo vede coinvolto in un angoscioso processo in cui, nell’avanzare dei minuti, ognuno si sentirà ‘tirato dentro’. Così il tribunale finisce col divenire la ‘casa’ di tutti, dove si svolge lo sporco gioco della legge: far passare la ‘non verità’, ovvero solo ciò che è ‘necessario’. La menzogna. Una illogicità tale da non sembrare vera, eppure finirà per esserlo, dimostrandosi, oltretutto, anche attuale. Un incubo che lascia con una sensazione di sgomento. Bravi gli attori, per ‘palati’ sofisticati.