È una semplice storia d’amore. Semplicissima, in fondo. Carica di simbolismi che finiscono con l’incorniciarla sino a renderla un percorso sentimentale tipico, non una delle tante storie d’amore, ma quella un po’ di tutti. La rappresentazione è volutamente decontestualizzata. Nessun riferimento a luoghi, fatti, periodi o momenti storici precisi: un rapporto amoroso visto dall’interno, con i suoi momenti ciclici e fasi alterne, amorevoli dolcezze e scontri irrazionali tra inquietudini e paure che presentano l’amore come un’esperienza che vale sempre la pena di esser vissuta. Perché la vita stessa va vissuta: non si può semplicemente analizzarla e giudicarla dall’esterno, secondo una logica puramente contemplativa. Anche perché l’amore non ha logica, non risponde a regole fisse, bensì brilla come un riflesso di luce proveniente dal profondo dei nostri cuori. Una bella riflessione, dunque. A tratti romantica, in altri momenti dolorosa e, in altri ancora persino faticosa, ma sempre rappresentata come una fase della vita carica di purezza, intessuta di ingenuità, che forse sono il simbolo, o il segreto stesso, della felicità più autentica e indimenticabile. Giorgia Palmucci e Cristiano Priori ce la mettono tutta per donare al pubblico le tante sensazioni e le piccole emozioni di una fase meravigliosa della vita di due giovani, quasi fosse un manuale di educazione sentimentale per ragazzi. Bene la Palmucci nel suo calarsi totalmente nel personaggio della ragazzina innamorata, un ruolo che le sta ‘a pennello’. Qualche rilievo, invece, sulla recitazione di Priori, in alcuni momenti un poco ‘guasconesca’, entrando un poco in contraddizione con la timidezza del suo personaggio, soprattutto nel ‘passo’ in cui i due ragazzi ricostruiscono e si raccontano le emozioni provate durante la loro ‘prima volta’. In ogni caso, nel complesso l’opera risulta graziosa, carina, mantenuta sul filo di un equilibrio non eccessivamente ‘smielato’. Un rischio, quest’ultimo, sempre in agguato in rappresentazioni di tal genere, che affrontano argomenti in cui la difficoltà è quella di non sbilanciarsi e cadere nei consueti luoghi comuni alla ‘Love story’.
Ass. culturale Arcadinoè. Regia di Patrizio Cigliano. Con Cristiano Priori, Giorgia Palmucci