La compagnia modenese ‘Ludovico Van Teatro’ propone un intimistico lavoro di ‘autoanalisi sperimentale’ ispirato al miglior teatro di Samuel Beckett. La rappresentazione è complessa e muove i suoi primi passi dalla perdita di se stessi, del proprio passato, dei luoghi e delle persone amate a causa di una sopraggiunta malattia, che conduce il protagonista, lentamente ma inesorabilmente, verso una morte vissuta con dolorosa consapevolezza. Attraverso un complesso sistema di segni, basato sul conflitto tra l’uomo e il suo stesso corpo, che giunge fino al punto estremo di non riconoscersi, Adriano Montorsi rivolge una critica indiretta alla società, la quale non accetta e addirittura rifiuta chi è malato, al solo fine di fuggire vigliaccamente dal dolore. La società non ha gli strumenti per affrontare e capire il lento processo di destrutturazione, fisica e interiore, che avviene in una persona destinata ad andare incontro alla morte, per ottusità mentale e sterilità morale, idolatrando il falso idolo di una vita basata sui piaceri materiali, secondo una concezione dell’esistenza che in realtà rappresenta solamente una vigliacca ed egoistica fuga dalla realtà. È solamente il corpo a morire nel fango, mentre lo spirito combatte la sua ultima battaglia fino all’ultimo, affrontando la fine con irriducibile coraggio e dignità. L’uomo può avere il coraggio di non arrendersi, di essere se stesso sino all’ultimo, continuando a osservare il cielo in quanto unico ed esclusivo punto di riferimento poetico di osservazione della nostra miserabile esistenza. Un cielo azzurro che completa la grande sintesi intellettuale e morale ‘beckettiana’, in cui la magnifica coerenza dell’uomo diviene un tramite di collegamento tra spazio e tempo, tra finito e infinito, tra spirito e materia, tra arte e vita stessa, in un unico e immenso cielo color ‘azzurro fango’. Per eletti.
Di e con: Adriano Montorsi. Supervisione scenica: Daniele Paganelli. Produzione Ludovico Van Teatro