Dostoevskij trip, di Vladimir Sorokin è un testo inquietante e fuori dal comune nel quale è protagonista la letteratura, che nel contesto della storia è una droga illegale e mortalmente pericolosa. Quando si alza il sipario, sette giovani uomini e donne, tutti tossicomani di letteratura, stanno aspettando il pusher. Ognuno ha la sua droga preferita: chi Dickens, chi Nabokov, chi Thackeray, e così via. Il pusher arriva, e propone una droga sperimentale appena sintetizzata dai suoi laboratori: Dostoevskij. I sette accettano di provarla, bevono il preparato, e cadono dentro a un grande romanzo di Dostoevskij: L’idiota. Ciascuno secondo le coordinate della sua storia personale, diventano personaggi del romanzo e ne rivivono, progressivamente trasfigurandola, una delle scene chiave. L'adattamento di Valerio Tambone, presentato al Roma Fringe Festival, è un piccolo capolavoro. La scenografia, gli attori, le scelte registiche catturano il pubblico fin dai primi minuti di rappresentazione. La trama di per sé, soprattutto per chi non conosce il lavoro originario di Sorokin, non è immediatamente intuibile. Ma i dialoghi, con una commistione di dialetto siciliano che non ti aspetteresti in un testo tradotto dal russo (ma che non stona affatto e 'colora' lo svolgimento della storia), e il ritmo serrato della messa in scena tengono 'avvinghiato' lo spettatore. Un lavoro molto originale.
Ispirato a “Dostoevskij-Trip” di Vladimir Sorokin Traduzione dal russo, adattamento e regia di Valerio Tambone. Con: Francesco Bernava Nunzio Bonadonna Giuseppe Brancato Micaela De Grandi Alice Ferlito Valentina Ferrante Emiliano Longo Marco Spitaleri Assistente alla regia Luigi Patti. Riprese video: Alessandro Aiello