Il regista Michele Galasso è riuscito nell’intento di portare in scena una rivisitazione di Otello e Desdemona in una chiave nuova, non banale, in grado soprattutto di tenere viva l’attenzione del pubblico. Merito sicuramente da condividere con i due bravi attori, Simone Bobini e Eugenio Coppola. La storia è arcinota. Otello ha ucciso Desdemona, credendo di essere stato tradito. Quando scopre l’inganno ordito da parte del ‘fidato’ Iago, si suicida. Così almeno la tragedia immortalata da Shakespeare. In questo caso, invece, si prendono un po’ le distanze dalla trama shakespeariana, per presentare al pubblico un Otello eterno bambino, che ha smarrito se stesso e, pare, i ricordi della propria memoria. Ha ammazzato Desdemona per gelosia ma non lo rammenta. Il non ricordo, oltre che significare un riconoscimento di una mancanza di responsabilità, è un escamotage tramite cui sorridere e riflettere della sua condizione. Jago è sempre colui che tesse la trama per ingabbiare il padrone. Ingabbiarlo significa sbattergli in faccia la realtà, risvegliarlo da quella condizione di uomo-bambino che ogni giorno accudisce come una balia. Alla fine tutto viene a galla, Otello riscopre i panni dell’amato tradito ma, dopo l’uccisione di Desdemona, non giunge al suicidio. Il ritorno, invece, al suo mondo fanciullesco, ai suoi giochi, è quel finale ‘diverso’ che, pur stravolgendo l’opera, non dispiace affatto. Ottima recitazione, grande uso dello spazio con una scenografia che rievoca il medioevo e l’esotico. Per gli intenditori, in alcuni casi si sfiora il teatro dell’assurdo. La dimostrazione di come un classico possa essere sapientemente rivisitato senza annoiare. Bravi.
Teatro delle Viti – iNuovi AssociazioneCulturaleDi Antonio Careddu. Regia di Michele Galasso. Con Simone Bobini, Eugenio Coppola