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24 Novembre 2024

Groppi d’amore nella scuraglia

di Carla De Leo
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Groppi d’amore nella scuraglia

Un’equilibrata, seppur sempre in maniera bizzarra, miscela di riso e amaro sono gli elementi di cui si compone lo spettacolo. Una rappresentazione volutamente scarna di elementi in scena, affinché l’attenzione venga completamente rivolta ai numerosi riferimenti narrativi, che il protagonista rivelerà progressivamente nel corso della commedia. E che coincidono con un suo stesso graduale risveglio interiore, sollecitato da una presa di coscienza, che lo ‘costringe’ a fare ‘mea culpa’ e che lo condurrà, attraverso un percorso di sofferenza-redenzione, a riconoscere gli errori commessi e a essere meno superficiale nei comportamenti futuri. Una storia che non manca di offrire ‘spunti’ e motivi di riflessione anche allo spettatore. Sul palco, un convincente Silvio Barbiero – nei panni di Scatorchio, un uomo ‘di paese’, semplice e dai modi rozzi – recita in una lingua inesistente. Un linguaggio inventato, calcato sull’impronta dei dialetti del centro-sud, che ha i ‘sapori’ e i suoni di una ballata. Nel suo monologo, Scatorchio racconta della sua passione per Sirocchia, la quale, piuttosto che incarnare  l’ideale di donna amata, è da lui inconsapevolmente considerata alla stregua di ‘un pezzo di carne’. Ne è la dimostrazione il fatto che riesce a fare l’amore con lei soltanto al buio, nell’oscurità (il ‘groppo d’amore nella scuraglia’), perché la considera brutta. Ma le cose non restano immutate per sempre. E la situazione cambia radicalmente quando il popoloso paese bucolico si trasforma in una disabitata discarica a cielo aperto. Adesso, nei campi di grano, al posto dei fili dorati e dell’allegro svolazzare delle rondini, si vedono montagne di immondizia. E un tanfo putrido e malsano si è sostituito alla brezza profumata. Sirocchia non vuol più saperne di Scatorchio, in qualche modo ‘complice’ di quella situazione. E a nulla servono i tentativi che l’uomo sofferente d’amore prova per riconquistare la sua amata. In un susseguirsi di eventi grotteschi e surreali, tra cumuli di spazzatura e una desolazione paesaggistica che, in qualche modo, riflette e corrisponde alla sofferenza che gli attanaglia l’animo, l’uomo, inaspettatamente, trova un fiore. Una donna bellissima lo custodisce: le ferite d’amore si rimarginano. E una nuova possibilità si affaccia all’orizzonte. Surreale

Produzione Evoé!Teatro
Regia di Marco Caldiron
Di Tiziano Scarpa
Con Silvio Barbiero
Scene di Paolo Bandiera
Costumi di Anna Cavaliere
Musiche di Sergio Marchesini e Debora Petrina


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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