Serena Telesca e Caterina Bencini ci raccontano una storia ‘animata’ di due donne costrette a fuggire dalla propria terra per affrontare un difficile viaggio migratorio. Dunque, pur non parlando quasi mai, mimicamente le due artiste italiane, che oggi vivono e si esibiscono in Belgio, sono bravissime a descrivere le difficilissime condizioni di vita che costringono le due protagoniste a decidere di partire, la difficoltà di un viaggio estenuante e carico di pericoli, il pesante trascinamento delle due casse che, in pratica, contengono tutto il loro mondo: il passato e la loro stessa identità. La scenografia è dunque ‘essenzialista’, come nella migliore tradizione ‘Fringe’, ma le due attrici riescono a ‘giocare’ magnificamente con i pochi elementi di scena, descrivendo con maestrìa e chiarezza artistica la ‘tragicomica’ vicenda delle due migranti. Le casse diventano, a seconda dei casi, un punto di appoggio per trovare riposo durante il viaggio, una barricata difensiva durante le liti, un intimo rifugio nei momenti di paura e di disperazione, fino a trasformarsi nell’imbarcazione che le conduce verso l’agognata ‘terra promessa’. Uno spettacolo al contempo significativo e gradevole.