Si tratta di un testo comico-sarcastico in cui la commedia dell’arte si mescola alla mitologia, secondo un antico ‘spunto’ di Alexis Piron. Ecco dunque Arlecchino, maschera orobico-veneziana, che dopo essere sopravvissuto al diluvio universale scherza, si diverte e si ubriaca bevendo il ‘Cirò’, tipico vino della Calabria greco-jonica. Al grande nubifragio sono sopravvissuti Melpomene, Talia, Apollo e Themis, personaggi del mondo classico con i quali Arlecchino è costretto a riorganizzare la sua vita. Il regista Michele Monetta ha dunque avuto l’idea, interessantissima, di ‘agganciare’ a pieno titolo le maschere della commedia dell’arte - appare anche Pulcinella, a un certo punto, che tuttavia Arlecchino spedisce in fondo al mare - con le radici culturali più antiche d’Italia, nel tentativo culturale, assai originale, di mescolarle con figure epiche o appartenenti alla mitologia classica. Un lavoro che colpisce anche per le dinamiche di scena e l’incessante variazione dei ritmi recitativi. Un plauso convinto, dunque, alla compagnia ‘Teatro del Carro’ per essere riusciti a mettere in scena una rappresentazione ricca di elevati meriti artistici, nonché portatrice di importanti valori culturali.
Teatro del Carro. Regia di Michele Monetta. Con:Anna Maria De Luca, Luca Maria Michienzi, Lucia Cristofaro